Sabato, 21 Settembre 2013 00:00

Rebeldìa in tribunale: tra beni comuni e proprietà privata

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 di Simone Virgilii

Ieri mattina ha avuto luogo l'udienza riguardante la richiesta di sequestro da parte della J-Colors dell'edificio di sua proprietà occupato da Rebeldìa. La sentenza definitiva, attesa per le nove da un nutrito presidio di cittadini davanti il tribunale, arriverà molto probabilmente lunedì. Nonostante non ci sia stata una decisione sul futuro del colorificio, sembra che, così come riferito dal consigliere Auletta e dall'avvocato

Menzione, durante l'udienza si sia aperta una seria discussione sulla valenza della proprietà in generale e sulle condizioni che ne possano limitare l'uso. I rappresentanti di Rebeldìa presenti in aula, infatti, si sono appellati all'articolo 42 della Costituzione in cui si fa riferimento alla funzione sociale della proprietà privata e hanno ricordato lo stato di abbandono in cui versava lo stabile della J-Colors prima dell'occupazione. A tali argomentazioni i rappresentanti dell' azienda hanno replicato insistendo sull'illegalità di quest'ultima. È evidente a questo punto che la sentenza che arriverà tra pochi giorni avrà un rilievo che va anche al di là del Colorificio. Infatti nel caso in cui sarà pronunciata a favore di Rebeldìa, essa potrà avere non poche ripercussioni nella costruzione di un nuovo concetto giuridico di bene comune e nella ridifinizione di quello di proprietà privata.

 

Ultima modifica il Venerdì, 20 Settembre 2013 23:25
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