Si prospetta un'estate di resistenza all'ex-Colorificio di via Montelungo a Pisa, dove ormai da otto mesi ha sede il Progetto Rebeldia, ora Municipio del Beni Comuni. E' di questa mattina infatti la notizia che l'udienza relativa allo sgombero è stata spostata al prossimo 20 settembre.
Cadono momentaneamente nel vuoto dunque le richieste di J-Colors, multinazionale proprietaria del complesso industriale da anni in disuso, che per tre volte ha fatto istanza di sequestro e dunque di sgombero della ex-fabbrica. Denuncia, a carico di alcuni attivisti presenti al momento dell'occupazione, che nei giorni scorsi era stata oggetto di un respingimento da parte del Giudice per le Indagini Preliminari, che aveva rigettato le richieste del Pm di mettere i sigilli al complesso occupato. Rigetto impugnato dalla Procura.
Altri quattro mesi di ossigeno, dunque, in attesa di sapere se l'istanza del Gip, prima importante vittoria dell'esperienza dell'ex-Colorificio Liberato, sarà riconfermata. Un tempo certo propizio alle sempre più fitte iniziative del Municipio dei Beni Comuni, investito in questo ultimo mese da una nuova ondata di visibilità grazie all'esperienza della lista Una Città in Comune (Ucic), candidata alle elezioni a Pisa e d'ora in poi rappresentata in consiglio dai due neo-consiglieri Francesco Auletta e Marco Ricci, forte di un abbondate 8% di consensi. Ma anche, e soprattutto, mesi utili affinché anche il restante mondo politico “batta un colpo” in merito a tutto l'affaire Colorificio, che con le sue manifestazioni dedicate ai quartieri, le sue iniziative a carattere nazionale (ultima in ordine di tempo la tappa della Commissione Rodotà) e le molteplici vocazioni delle associazioni componenti il progetto, sta effettivamente aumentando la sua influenza sulla città.
Prima della campagna elettorale, infatti, non solo Ucic e l'alleata Rifondazione Comunista si erano impegnate in merito all'esperienza di via Montelungo. Le istanze del Colorificio erano infatti state al centro dell'intesa fra Partito Democratico e Sinistra Ecologia e Libertà. Accordo che certo ha giovato al rieletto sindaco Filippeschi, che grazie a quell'alleanza è riuscito a scongiurare l'ipotesi di un ballottaggio che forse lo avrebbe potuto vedere contrapposto addirittura alla stessa sinistra radicale, se solo quest'ultima si fosse unita sotto un unico candidato sindaco. Insieme ad altri impegni certo interessanti in merito al parco di Cisanello, alla variazione di bilancio a favore del sociale e alla mozione per l’acqua bene comune, l'allora maggioranza s'impegnò anche attraverso una mozione votata nell'ultima seduta del consiglio “a ricorrere a tutti gli strumenti a disposizione per evitare uno sgombero coatto dell'ex-colorificio, facendosi promotrice di ogni iniziativa possibile che permetta di arrivare a una soluzione pacifica e di favorire un dialogo costruttivo tra le associazioni e la proprietà al fine del raggiungimento di un'intesa fra loro, nel pieno rispetto della legalità e dei valori sociali espressi dalle attività delle associazioni stesse”.
Promesse che in campagna elettorale non hanno avuto mai seguito nei vari dibatttii e confronti fra i candidati. Parole che, c'è da scommetterci, perseguiteranno legittimamente la nuova maggioranza, che dopo questa “proroga” concessa al Municipio dei Beni Comuni dai tempi della giustizia, avrà tutto il tempo di insediarsi, risolvere le consuete prove d'equilibrismo per la formazione della giunta e uscire dallo standby del cambio di legislatura, che avrebbe rappresentato certo una facile giustificazione nel caso tutto si fosse risolto in tribunale questa mattina.