Martedì, 12 Novembre 2013 00:00

Tagli alla sanità, tra Grecia e Italia

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Ancora non era mai stato così freddo a Firenze. Tra il vento che fa scivolare due anziani e la minaccia di pioggia, il maltempo non aiuta il presidio davanti all’azienda ospedaliero-universitaria di Careggi. Intorno alle 11.00 inizia l’allestimento della mostra, con i cartelloni e le foto dedicate al servizio sanitario italiano, con i tagli che colpiscono migliaia di italiani. Ormai da tempo va avanti un progressivo svuotamento dei servizi pubblici, in una prospettiva ovviamente sempre più a favore del privato.

I dati, che sono girati senza clamore per i principali giornali italiani, dimostrano che a causa della crisi sempre più persone decidono di risparmiare anche sulle cure, a partire dai denti per arrivare alle analisi. 

Una degenerazione a cui i governi italiani non sono intenzionati a porre rimedio, data la continuità con cui si eseguono le direttive di austerità europee. Indicazioni che la Grecia vive nel pieno della loro drammaticità. Verso mezzogiorno arriva a testimoniarlo il camper con il pezzo della mostra dedicato al paese ellenico. Milioni di persone tagliate fuori dal servizio di cura

Nella crisi si organizzano forme di resistenza, attraverso l’autorganizzazione di ambulatori che siano in grado di attutire l’impatto dei tagli al diritto alla salute. Qui però ci tengono a precisare che “nessuno vuole sostituire lo Stato, né in Grecia né in Italia, o proporre un modello alternativo”: i servizi pubblici devono essere garantiti dal servizio pubblico, come suggeriscono anche i termini. Si deve dare una risposta dal basso all’emergenza che si abbatte sulle fasce sociali più deboli, ma la battaglia deve essere quella della sensibilizzazione e delle mobilitazioni dei cittadini europei per la difesa dei diritti.

Si consuma anche sulla sanità un meccanismo di passaggio di responsabilità che arriva al mistico e indefinito: “lo chiede l’Europa” (a cui non segue mai un ragionamento su come sfruttare le imminenti elezioni europee del 2014). Le direttive del governo nazionale vengono scaricate sugli enti locali, che non sono da meno nell’assenza di risposte efficaci. 

La Regione Toscana rischia di attestarsi su una media di 3,15 posti letto ogni mille abitanti (“una delle medie più basse a livello nazionale”). Ha già chiuso il presidio sanitario della montagna pistoiese e molti altri ospedali sono a rischio, da quello di Figline al servizio di interruzione di gravidanza a Borgo San Lorenzo.

Si scende anche al livello comunale, ovviamente. Nella città di Firenze si tende a tagliare e ridurre numerosi servizi, come nel caso di Gavinana (un intero quartiere che si è visto chiudere tutti i servizi socio sanitari pubblici). Se già con la crisi ci si cura meno per risparmiare, con un pessimo trasporto pubblico e l’obbligo di spostarsi in scarse condizioni di salute... la situazione è destinata a non migliorare. La discriminazione sociale nel campo della cura rischia di diventare quasi insostenibile nei prossimi anni, con previsioni di tagli che ridurranno la spesa sanitaria dal 7,1% al 6% del PIL entro il 2017. “Tra il 2011 e il 2015 i tagli al finanziamento dei servizio sanitario valgono 32.093 milioni di euro”

Il problema è che fuori dal presidio si respira un’aria di rassegnazione a un destino inevitabile. Quasi le direttive europee fossero leggi celesti che muovono gli astri. Sono poche le persone che si fermano davanti ai cartelloni e prendono i volantini, mentre sono molti quelli che sugli autobus o nei bar si lamentano dei disservizi.

Il vuoto politico in Italia si fa sentire eccome. Davanti a Careggi ci sono esponenti di Rifondazione, SEL e 5 Stelle, ma non ci sono (almeno con numeri significativi) i militanti o i simpatizzanti di queste organizzazioni. Sono principalmente le associazioni e i lavoratori che muovono le forme di solidarietà e organizzano le pratiche di resistenza.

Giocano a sfavore di questi movimenti anche i servizi di informazione. Una sola televisione appare al presidio nelle prime ore e in generale quasi nessuno si occupa della questione, salvo i servizi scandalistici sui disservizi più eclatanti. 

La Carovana ha mosso nella città di Firenze diverse realtà sociali e associative, con una serie di cene e appuntamenti che hanno raccolto oltre 2.000 euro. Fino a dicembre si raccolgono infatti fondi a sostegno della Clinica Metropolitana Autogestita di Hellinko, ad Atene [maggiori informazioni cliccando qui].

Alla fine di una fredda giornata nell'aula Scaglietti del CTO di Firenze, verso le 18.00, si tiene un'assemblea che illustra il funzionamento orizzontale della clinica Hellinko (mandata avanti da centinaia di volontari). 

Che le pratiche di solidarietà internazionale siano un modo per ridisegnare un’Europa a misura d’uomo, capace di rispondere ai bisogni dei cittadini più che alle leggi dei pochi dirigenti dell’economia del vecchio continente?

Il video

Le foto 

 

Ultima modifica il Lunedì, 11 Novembre 2013 23:32
Dmitrij Palagi

Nato nel 1988 in Unione Sovietica, subito prima della caduta del Muro. Iscritto a Rifondazione dal 2006, subito prima della sconfitta de "la Sinistra l'Arcobaleno". Laureato in filosofia, un dottorato in corso di Studi Storici, una collaborazione attiva con la storica rivista dei macchinisti "ancora IN MARCIA".

«Vivere in un mondo senza evasione possibile dove non restava che battersi per una evasione impossibile» (Victor Serge)

 

www.orsopalagi.it
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