Sono nata e vivo a Firenze. Ho frequentato l'Istituto Statale d'Arte della mia città e mi sono laureata alla Facoltà di Lettere nel febbraio del 2012 in Storia e tutela dei Beni Artistici con una tesi in Museologia dal titolo "La protezione del patrimonio artistico in Toscana durante la seconda guerra mondiale".
È solo di pochi giorni fa l’ultima trovata dell’amministrazione comunale fiorentina ovvero l’affitto del Cappellone degli Spagnoli, nella chiesa di Santa Maria Novella, ai miliardari ospiti della banca americana Morgan Stanley.
Non si tratta certo del primo caso di affitto di luoghi storico-artistici a Firenze; non possiamo infatti dimenticare le polemiche scatenate dall’affitto di Ponte Vecchio a Montezemolo per un evento Ferrari nell’estate 2013 per la cifra ufficiale di 120.000 Euro, cifra che poi si sarebbe rivelata di soli 18.000 effettivamente incassati.
La nuova mostra in corso a Palazzo Strozzi presenta per la prima volta un confronto diretto tra Jacopo Carrucci detto il Pontormo e Giovanni Battista di Jacopo Rosso detto il Rosso Fiorentino. Il confronto ha come fulcro le divergenze e le diverse strade che i due pittori della prima metà del ‘500 intrapresero dopo essere passati dalla bottega del maestro Andrea del Sarto; divergenze pittoriche e formali che seguirono il passo delle vicende politiche del tempo che videro Rosso più vicino al mondo degli aristocratici repubblicani al contrario di Pontormo pittore prediletto e protetto dai medici.
In attesa della formazione del nuovo governo Renzi, in questi giorni, seguiti alle dimissioni di Enrico Letta, un gruppo di studenti dell’Università Federico II di Napoli ha avviato la mobilitazione per chiedere forte e chiaro la riconferma dell’attuale ministro Massimo Bray alla guida del Mibact; si tratta di quegli stessi studenti – allievi del professor Tomaso Montanari - che nel maggio del 2013 avevano manifestato proprio con Bray in occasione di Ricostruzione Civile, evento che aveva puntato i riflettori sulla situazione disastrosa de L’Aquila e dei beni culturali italiani.
Il Ministro Bray si è decisamente distinto rispetto a chi di recente lo aveva preceduto, ma abbiamo voluto chiedere con esattezza, ad una rappresentanza di studenti di Napoli, il perché di questa decisa presa di posizione che ha coinvolto i principali social network italiani.
Nel panorama culturale fiorentino, tra le varie associazioni e fondazioni sparse sul territorio c’è n’è una in particolare che indubbiamente rappresenta un vanto per la città di Firenze, si tratta dell’associazione culturale Opus Ballet, centro internazionale di danza e spettacolo diretto da Rosanna Brocanello e Daniel Tinazzi.
A questo proposito ho avuto il piacere di incontrare proprio Rosanna Brocanello, per una breve intervista, per parlare di quella che è la storia di Opus Ballet, della compagnia e della scuola, dei progetti passati e di quelli imminenti, uno su tutti, portare in scena una versione completamente rivisitata dell’Otello di Shakespeare.
Presentato a Roma il 4 dicembre da Diego Della Valle e dal Ministro dei Beni e le attività culturali Massimo Bray il “Progetto Colosseo” ha ufficialmente preso il via, a 4 mesi esatti dall'inizio dei restauri che si prevede termineranno nel 2016.
Il gruppo Tod's ha messo sul piatto 25 milioni di euro per la realizzazione del progetto dei quali si stima intorno ai 5 milioni finiranno nelle casse dello Stato; con l’aumento dell’Iva infatti, dal 21 al 22%, l’operazione costerà più di quanto preventivato 3 anni fa, quando nel gennaio 2011 Della Valle avanzò la proposta del restauro dell’Anfiteatro Flavio.
La mostra che si sta tenendo in questo periodo a Palazzo Strozzi “L’Avanguardia russa, la Siberia, l’Oriente“ che proseguirà fino a gennaio 2014, arriva a Firenze dopo che la città, nel 2011, aveva ospitato un’altra selezione di opere russe anche se in un contesto e con un significato decisamente diverso.
Di particolare interesse la mostra di villa Bardini che fino al 31 dicembre ospiterà i capolavori del Rinascimento italiano provenienti dal museo parigino Jacquemart-André un museo che, dopo il Louvre, presenta la più grande collezione francese di arte italiana.
La mostra si focalizza sulla scuola Toscana, in particolare gli anni 60-70 del ‘400, e su quelle opere che i coniugi Jacquemart-André acquistarono dal mercante d’arte Stefano Bardini e ha il pregio di ricreare in alcune sale quelle che furono le ambientazioni dell’ex convento di San Gregorio alla pace – oggi museo Bardini - acquistato dall’antiquario negli anni 70 dell’800 che in quel luogo stabilì il suo stesso atelier preso poi ad esempio dai coniugi per l’allestimento della propria collezione di arte italiana a Parigi.
Con l’articolo 13 del recente DDL semplificazioni il governo ha approvato una significativa modifica al codice dei beni culturali. Alla lettera d dell’ articolo 67 comma 1 è infatti aggiunta la d-bis che d’ora in avanti permetterà di affittare a musei esteri opere d’arte conservate nei depositi dei musei italiani. La modifica dice testualmente:
Visitare i laboratori dell'Opificio delle Pietre dure della Fortezza da Basso è un vero e proprio viaggio attraverso i grandi capolavori in convalescenza dell'arte italiana, un viaggio che porta a tu per tu con quelle opere che solitamente si possono ammirare solo a debita distanza, quelle opere che sembrano indistruttibili ma che invece sono più fragili e martoriate di quanto si possa immaginare.
Il 5 maggio a L’Aquila si è tenuto il più grande raduno di storici dell’arte della storia della Repubblica italiana, Ricostruzione Civile, evento nato da un'idea di Tomaso Montanari - fiorentino e docente in Storia dell’arte moderna all'Università Federico II di Napoli – con il sostegno di Italia Nostra.
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