Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.
Sempre caldo il fronte nordcoreano - riacceso dalle bellicose dichiarazioni circa “l'affondamento in un solo colpo” del gruppo navale USA Carl Vinson - con le forze navali giapponesi impegnate in esercitazioni (non le prime, altre ci furono a fine marzo) con le corazzate statunitensi. Per la precisione i mezzi impegnati con la flotta nordamericana sono i cacciatorpedinieri Ashigara e Samidare.
“Siamo totalmente d'accordo nel cercare di fare in modo che la Corea del Nord, che continua i propri atti provocatori, si controlli” ha detto Abe al termine di un colloquio telefonico con Trump avvenuto lo scorso lunedì.
“Ella giammai m'amo”, un verso semplice e potente, talmente potente che potrebbe essere recitato anche senza musica. E' nell'orrore di questa constatazione, nell'eternità di questa constatazione che ha accompagnato l'homo sapiens da quando intagliava cortecce e che sempre lo accompagnerà, che si esprime il Don Carlo. Poco importa ai fini del libretto che a pronunciarla sia un re. Egli in quel momento, nel fulmine di quella sentenza, è un uomo: solo e di fronte al proprio dramma.
Ma non c'è solo l'amore nel Don Carlo che dopo 16 anni torna ad essere rappresentato al Carlo Felice: c'è la ragion di Stato, c'è un intrigo di potere capace di colpire con furia la famiglia reale e su tutto c'è il genio di Verdi che ha reso musica i sentimenti.
La prima di ieri sera (repliche fino al 2 maggio) aperta con un ricordo del Sovrintendente Maurizio Roi della soprano Daniela Dessì, ha reso perfettamente la travagliata vicenda dell'erede al trono di Spagna che ispirò Friedrich Schiller (e da cui è preso il soggetto verdiano) per il suo “Don Karlos, Infant von Spanien”.
I fatti storici sono molto diversi dalla versione romanzata da Schiller (ma anche dell'Alfieri) - resa nella prima versione francese dai librettisti Mery e Du Locle (in cinque atti) e poi rimaneggiata in italiano da Achille de Lauzières e da Angelo Zanardini che la portarono a quattro atti nella versione del 1884 andata in scena ieri - ma poco importa ai fini del dramma umano dei protagonisti e del dramma politico vissuto dai fiamminghi in lotta per libertà.
Presentato a Genova, lo scorso 19 aprile, nella splendida cornice della sala di rappresentanza di Palazzo Tursi, sede del Comune, la Banca dati del partigianato ligure. Il progetto, un gigantesco archivio consultabile on line sul sito dell'Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea, è il tentativo (tra i primi in Italia con quale esperienza precorritrice in Piemonte ed Emilia) di mettere on line tutte le schede di quanti a vario titolo hanno partecipato alla Guerra di Liberazione Nazionale nel territorio ligure.
Settimana iniziata con un fallito test missilistico nordcoreano non commentato dalla kcna e mandato in malora, secondo i media sudcoreani, da un attacco informatico statunitense. “Il Comando per il Pacifico degli Stati Uniti ha annunciato che la Corea del Nord ha lanciato un missile balistico da Sinpo, sulla costa Est della Corea del Nord alle 6,21 ora di Tokyo e che il missile è esploso quasi immediatamente. Il Ministero della Difesa ha ricevuto i medesimi dati come risultato di una complessiva considerazione di varie informazioni da noi raccolte fino ad ora” ha confermato in un comunicato ufficiale di poco successivo al tentato lancio il Ministero della Difesa nipponico.
Settimana densa di avvenimenti per la politica estera mondiale ma senza novità di rilievo rispetto alla già tesissima situazione prodottasi nelle scorse settimane. In un colloquio telefonico, durato circa 45 minuti, lo scorso 9 aprile Abe e Trump hanno confermato di voler proseguire nella linea - particolarmente irresponsabile e che può mettere a rischio la pace mondiale - da tenere nei confronti della Corea del Nord (Paese verso il quale il Sol Levante ha recentemente esteso per altri due anni le proprie sanzioni).
Ad aggiungere preoccupazione per i cittadini nipponici le dichiarazioni rese da Abe venerdì scorso che mettono in guardia circa il rischio che la RPDC possa colpire anche con gas sarin obiettivi giapponesi.
Il 41% degli stranieri residenti in Giappone ha subito discriminazioni nella ricerca di una abitazione in affitto. E' quanto emerge da una ricerca del Ministero della Giustizia resa pubblica lo scorso 31 marzo. Il sondaggio ha riguardato 18.500 cittadini stranieri maggiori di 18 anni. Tra i 4.252 i rispondenti (23% del totale) il 33% è rappresentato da sudcoreani, il 22% da cinesi mentre il 7% da filippini.
La ricerca ha anche evidenziato difficoltà per gli stranieri nell'accesso al lavoro: 697 (su 2.788 rispondenti) hanno sostenuto di essere stati respinti da datori di lavoro in quanto stranieri mentre 478 hanno affermato di aver ricevuto un salario più basso a parità di lavoro rispetto ai loro colleghi nipponici.
Il governo nipponico starebbe considerando di non consentire a Toshiba di vendere il proprio settore dei semiconduttori ad aziende cinesi o taiwanesi per motivi di sicurezza nazionale utilizzando lo strumento del "kankoku" (raccomandazione) previsto dalle leggi sul commercio estero. Una misura simile era stata usata nel 2008 per impedire ad un'azienda britannica di aumentare il proprio pacchetto azionario in J-Power.
La società intanto ha approvato, lo scorso 29 marzo, la decisione della propria controllata Westinghouse Electric, azienda operante nel settore nucleare negli Stati Uniti, di dichiarare bancarotta.
Frattanto Carlos Ghosn, in uno dei suoi ultimi atti da CEO di Nissan, ha criticato la politica protezionistica di Trump. “Il trend fondamentale è che il mondo è sempre più un villaggio. Noi continueremo a lavorare in un unico mercato” ha detto il dirigente d'azienda intervenendo ad una riunione di giovani imprenditori.
Il Ministero dell'Economia, Commercio e Industria ha, nel contempo, annunciato che il diciottesimo round di negoziazioni con l'Unione Europea per l'accordo commerciale tra le due realtà si terrà dal 3 al 5 aprile.
Tour europeo per il premier Abe dal 19 al 21 marzo. Prima tappa del capo dell'esecutivo nipponico è stata la Germania. Abe ha visitato l'importante fiera tecnologica CeBIT di Hannover che ha visto la partecipazione di 3.000 espositori (tra essi 118 giapponesi) provenienti da 70 Paesi e che quest'anno ha visto il Giappone come Paese partner ufficiale.
Nel colloquio bilaterale, durato circa 90 minuti, Merkel ed Abe si sono augurati una rapida conclusione delle trattative per un accordo commerciale nippo-europeo. “Il Giappone è nostro amico, ma ovviamente anche un concorrente che si confronta con le opzioni aperte dalla digitalizzazione” ha dichiarato la Cancelliera tedesca al termine dell'incontro. Siglato tra i due Paesi anche una dichiarazione congiunta volta a riaffermare la cooperazione nel settore tecnologico.
Un elisir per vincere lo sdegno e condurre il cuore dell'amata verso un amore sincero. Un sogno che hanno avuto tutti almeno una volta nella vita: almeno tutti coloro che hanno sentimenti. È l'idea resa opera dal librettista Felice Romani (derivandolo dal lavoro di Eugene Scribe “Le philtre”) a da Gaetano Donizzetti andata in scena al Carlo Felice (repliche fino al 28 marzo e pienone al botteghino) a tre anni dalla sua ultima rappresentazione a Genova e a dieci dalla morte del mai troppo celebrato Lele Luzzati, padre delle magnifiche scene, con la regia di Filippo Crivelli e la direzione dell'australiano Daniel Smith.
Adina (Serena Gamberoni, Soprano), ricca e bella, rifiuta con sdegno e fastidio, nascondendolo con filosofia di vita (“Per guarir da tal pazzia, ché è pazzia l'amor costante, dêi seguir l'usanza mia, ogni dì cambiar d'amante. Come chiodo scaccia chiodo, così amor discaccia amor. In tal guisa io rido e godo, in tal guisa ho sciolto il cor”), l'amore di Nemorino (Francesco Meli, Tenore), troppo semplice per i suoi gusti: troppo poco.
Nemorino, non demorde (perchè “te sola io vedo, io sento, giorno e notte, e in ogni oggetto: d'obliarti invano io tento, il tuo viso ho sculto in petto... Col cambiarsi qual tu fai, può cambiarsi ogn'altro amor. Ma non può, non può giammai il primiero uscir dal cor”) e scemo come scemo può essere soltanto un innamorato si lascia convincere dal ciarlatano Dulcamara (Roberto De Candia, Basso) che, dicendo ciò che il rapito d'amore vuol sentirsi dire, propina allo sventurato, per uno zecchino (“è la somma che ci va”), un intruglio che farà sua Adina.
Il “gonzo” Nemorino, ubriacato dall'elisir (che altro non è se non Bordeaux) finge così indifferenza sperando nel rapido effetto (soltanto un giorno) del portentoso rimedio. A rovinare tutto interviene però l'annuncio inaspettato delle nozze di Adina con l'altro suo spasimante, il sergente Belcore (Federico Longhi, Baritono) richiamato ad altro servizio e ansioso di concludere lo sposalizio.
Quando tutto è pronto per le nozze Adina accoglie la triste preghiera dell'ingenuo contadino (“aspetta ancora... un giorno aspetta...”) ed ammette a sé stessa, in principio per la rabbia che tanta indifferenza suscita in lei (“Vo' vendicarmi, vo' tormentarlo, vo' che pentito mi cada al piè”) che di quel sentimento d'amore non può fare a meno.
Nemorino smanioso che l'elisir faccia subito effetto ne acquista un'altra bottiglia pagandola con la propria libertà: i venti scudi che consegna a Dulcamara sono l'anticipo percepito da Belcore che, per ottenere un doppio smacco, arruola il giovane. Ciò che egli non sa ancora, ma che già è noto alla pettegola Giannetta (Marta Calcaterra, Soprano), è che una fortuna improvvisa lo ha baciato: lo zio morendo lo ha reso “l'Epulone del circondario... un uom di vaglia, un buon partito”. Circondato dunque da tante donne Nemorino crede che l'elisir funzioni per davvero e cade nuovamente nell'arroganza suscitando la delusione di Adina (“O amor, ti vendichi di mia freddezza”) la quale apprende da Dulcamara che lo spasimante ha accettato i pericoli della vita militare pur di ottenere dell'altro elisir e dunque il suo amore. Adina, che non ha bisogno di nessun unguento (“in quest'occhi è l'elisir”), è così decisa a sottrarre Nemorino da tanta concorrenza.
Nemorino ha compreso che “una furtiva lagrima negli occhi suoi spuntò” (splendida romanza resa perfettamente da Meli anche in un bis, anch'esso perfetto ma un filo eccessivo, reclamato dal pubblico) ma sembra voler proseguire in questo gioco quantomai ridicolo nel quale nessuno è disposto a cedere ammettendo che sì: la propria vita si completa nell'altro.
Adina infine lo prega “il mio rigor dimentica, ti giuro eterno amor” ed i due interrompono le schermaglie dettate da amor proprio per concedersi la felicità. Al rassegnato Belcore restano gli onori militari e nuovi, numerosissimi amori che l'elisir di Dulcamara sembra promettere anche a lui mentre al ciarlatano il futuro apre le porte per nuove truffe che una così poderosa propaganda del proprio intruglio non può non assicurare.
Focalizzandosi sulla rappresentazione merita un plauso tanto la regia di Crivelli (limpida e senza inciampi anche nelle tante scene “affollate” nelle quali perfetto è stato il coro) quanto la sicura direzione di Smith (cui va il merito di aver fatto salire sul palco l'intera orchestra per ricevere il calorosissimo e meritato applauso del pubblico). Sicura e scenicamente a suo agio Serena Gamberoni mentre semplicemente perfetto è stato Meli, che a Genova gioca sicuramente in casa.
La simpatia di tutti (resa anche dal contributo dato da Santuzza Calì ai costumi) va però all'esperto De Candia del quale va sottolineata anche la presenza attoriale ed il coordinamento con gli altri protagonisti (pregevole in tal senso lo scambio con Adina nella settima scena del secondo atto). Si può dire, in conclusione, che questo Elisir d'amore ha avuto la giusta caratura in ogni suo aspetto facendo trascorrere un'ottima serata ad un pubblico uscito visibilmente contento.
Nella foto Roberto De Candia (Dulcamara) - fotografo Marcello Orselli, Teatro Carlo Felice.
Il Giappone si è fermato alle 14,46 dell'undici marzo per ricordare il sesto anniversario della catastrofe che colpì la regione del Tohoku nel 2011. Una cerimonia nazionale - con la partecipazione del premier Abe e del Principe Fumihito a rappresentare la famiglia imperiale - si è svolta al Teatro Nazionale di Tokyo.
Le persone decedute a causa del terremoto e del conseguente maremoto furono 15.893 mentre 2.553 persone risultano ancora nella lista dei dispersi. Sono invece ancora 34.000 gli sfollati che vivono in prefabbricati mentre il totale degli evacuati è di 120.000 unità. A fine marzo l'avanzamento dei lavori per quanto concerne le aree residenziali dovrebbe raggiungere il 69% (si arriverà invece all'83% per gli edifici pubblici).
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