Cultura

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Dalla divulgazione scientifica alle recensioni di romanzi, passando per filosofia e scienze sociali, abbracciando il grande schermo e la musica, senza disdegnare ogni forma del sapere.

Immagine liberamente tratta da pixabay.com

Quando il conflitto tra magia e scienza diventa un pretesto

NOW YOU SEE ME 2 – I MAGHI DEL CRIMINE ***
(USA 2016)
Regia: Jon M. CHU
Cast: Mark RUFFALO, Michael CAINE, Morgan FREEMAN, Woody HARRELSON, Lizzy CAPLAN, Daniel RADCLIFFE, Dave FRANCO, Jesse EISENBERG
Durata: 2h e 9 minuti
Distribuzione: Medusa
Uscita: 8 Giugno 2016

Nel 2013 uscì un film indipendente che ebbe un successo clamoroso: si chiamava “Now you see me”. 350 milioni di dollari incassati in tutto il mondo. Nessuno se lo sarebbe mai aspettato. Il segreto di questo exploit era il giusto mix tra commedia, effetti visivi di prima qualità, illusionismo e thriller. E grandi attori ovviamente: nel cast c'erano Mark Ruffalo, Michael Caine, Morgan Freeman, Woody Harrelson, tanto per citarne alcuni. Lo spettacolo funzionava decisamente.

Visto il successo, ovviamente, sono stati già pianificati due sequel. Del terzo capitolo non si hanno notizie certe sulla data di uscita. Questo piano commerciale mi ha spaventato, visti i tempi attuali dove i film sono parte fondamentale del marketing. Tutto il resto non conta, tanto meno le idee. Diciamo subito una cosa: il secondo episodio non funziona come il primo, però regge. Il cambio di regia non ha giovato particolarmente, anche perché sembra una fusione tra film indipendente americano e film cinese (Jon M. Chu è di origini cinesi). La consulenza di David Copperfield (qui co-produttore) semmai è stata importante nella lavorazione.
Il cast è rimasto lo stesso, ad eccezione di Isla Fisher (incinta all'epoca delle riprese, ma francamente non l'abbiamo rimpianta) che è stata sostituita da Lizzy Caplan. Una sorta di “meticcio” tra la popstar Katy Perry e la ministra Maria Elena Boschi (anche nel modo di camminare). Poi c'è un'aggiunta di cui francamente se ne poteva fare a meno: Daniel “Harry Potter” Radcliffe con una barbetta ridicola per far vedere che è cresciuto e che non è più l'apprendista maghetto dei libri della Rowling. Totalmente fuori parte, visto che è l'antagonista principale della storia.

Detto questo veniamo al film. Dopo aver ingannato l'FBI e aver conquistato il pubblico a suon di magie, i Quattro Cavalieri finiscono per rimanere imbrigliati dal piano di un giovane magnate, Walter Mabry (Daniel Radcliffe). Li stordisce e li porta a Macao, in Cina. Li costringe a lavorare per lui per riottenere la libertà. Devono rubare un misterioso microchip. Atlas (Jesse Eisenberg), Mc Kinney (Woody Harrelson), Jack (Dave Franco, fratello di James) e Lula (Lizzy Caplan), coadiuvati dal loro capo Dylan (Mark Ruffalo), iniziano a mettere insieme un piano per cambiare lo status quo in loro favore. Ma proprio quando sembra fatta, ecco che il passato riemerge: ecco che si rifanno vivi Thaddeus Bradley (Morgan Freeman), che era finito in carcere alla fine del primo film, e il magnate Arthur Tessler (Michael Caine) che era stato rovinato dai Quattro Cavalieri. Entrambi sono desiderosi di vendetta. "E fidatevi di ciò che dico: perché se vi è una cosa in cui credo è 'l'occhio per occhio” - dice Morgan Freeman ai suoi avversari. La speranza dei nostri 4 maghi è quella di ripresentarsi agli occhi del mondo per far uscire allo scoperto la mente del diabolico piano. 

Un thriller molto verboso, a tratti prolisso (dura oltre 2 ore), ricco di colpi di scena e ricco di invasivi effetti visivi. Alcuni realizzano delle sequenze mozzafiato, altri sono insistenti e non particolarmente originali. La sceneggiatura è a tratti confusa, ma nel complesso regge. È un vero pretesto per mostrare le azioni dei protagonisti. Non mancano momenti di humour, molti dei quali sono affidati a Woody Harrelson. Ma non vi dico di più per evitare di incappare in spoiler. Chu pare prendere spunto da Christopher Nolan: le origini del personaggio di Mark Ruffalo sono raccontate con flashback alla “Batman Begins”, per non parlare dell'uso di immagini e trucchi alla “The prestige”, senza il prestigio finale. Il contesto generale però mira al famoso “caso Snowden”, senza volerlo citare: in particolar modo alla reiterata violazione della privacy usata come arma di massa dai magnati della tecnologia per controllare le vite delle persone.

Ma il vero conflitto in questo film è quello tra magia e scienza, che nel cinema di oggi si può tradurre in quello tra idee e uso della tecnologia. Quando la sceneggiatura è confusa, spesso si punta a cast ricchi, qualche battutina (che funziona qua e là) e un uso sfrenato di effetti speciali e visivi, non sempre ben assestati e un po' ripetitivi (vedi scena del furto del microchip). “Now you see me 2” pertanto non è come il primo episodio, appare maggiormente superficiale e costruito. Menomale che c'è il carisma di attori come i veterani Morgan Freeman e Michael Caine, oltre a Woody Harrelson, Mark Ruffalo e Jesse Eisenberg che valgono il film. Anche perché lo stile da “Ocean's Eleven” lascia un po' l'amaro in bocca, visto e considerato che qualche colpo di magia non dà l'effetto sperato. Cosa grave per un film che punta sull'effetto sorpresa. Aspettiamo il terzo capitolo, sperando che il livello sia superiore.

TOP
– I duetti fra i 4 Cavalieri
– Il carisma di Harrelson, Caine, Freeman e Ruffalo
– La parte thriller della storia, con omaggi a Nolan e Soderbergh (“Ocean's Eleven”)
– Qualche riuscito colpo di scena
– Alcuni temi al centro della storia (il conflitto magia/scienza e la violazione della privacy post caso Snowden)

FLOP
– Daniel Radcliffe totalmente fuori parte, nei panni del cattivo
– Le strizzatine d'occhio al duopolio commerciale americano-cinese (regia compresa)
– La sceneggiatura è un po' confusa in alcune parti
– Alcuni trucchi (e relativi effetti visivi) sono piuttosto ripetitivi e reiterati

Strangers: torna il folk spettrale e onirico di Marissa Nadler

Il nuovo folk americano parla già da oltre un decennio il linguaggio della inconfondibile grazia e della sobria eleganza di Marissa Nadler, talentuosa cantautrice nativa di Washington, ma cresciuta artisticamente fra Boston e New York. I suoi bozzetti decadenti e stralunati hanno definito i contorni di una narrazione intimistica e introversa, scarna e onirica in grado di regalare frammenti di un folk spoglio e malinconico su dischi come Ballads of Living and Dying (2004) e The Saga of Mayflower May (2005), raccolta di amare e tenere riflessioni sulla morte e l'amore.

Leggi qui la prima parte...

La colonizzazione della Siberia venne utilizzata come “contenitore etnico” per molti dei gruppi nazionali deportati, un’operazione che ufficialmente era un proseguimento dell’opera di industrializzazione del paese ma nei fatti si trattò di una condanna all’isolamento e una lotta durissima contro gli stenti e la fame. L’utilizzo delle deportazioni organizzate dallo stato centrale seguendo le direttive di Stalin fu uno strumento per rimediare al caso generato dal repentino cambio della politica nei confronti delle nazionalità e delle esigenze economiche legate alla realizzazione dei piani quinquennali. Stalin vedeva nell’affermarsi in Europa del regime nazista in Germania, dello stato fascista in Italia e nella vittoria di Franco nella guerra civile spagnola i segnali di un imminente conflitto e cambiò radicalmente la politica interna, inasprendo la repressione del dissenso interno al partito e nella popolazione. Era necessario accelerare l’industrializzazione attraverso le requisizioni e combattere con ogni mezzo l’arretratezza delle regioni orientali dello stato sovietico. Inoltre, con il riaffermarsi del carattere nazionale russo, pose le basi per il sentimento patriottico russo sovietico che avrebbe accompagnato l’Unione Sovietica nel conflitto mondiale, alimentando così il fattore decisivo della Guerra Patriottica estremamente fondamentale per la vittoria sovietica.

Giovedì, 09 Giugno 2016 00:00

Famiglie: una storia di donne in fotografia

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Non era facile raccontare in maniera efficace storie di donne che hanno subito violenze, fisiche o psicologiche, sia all’esterno che entro le mura domestiche, ma la mostra fotografica curata da Ubaldo Dati e dal suo circolo fotografico “L’Altissimo” è riuscita pienamente nell’intento, senza cadere in una falsa retorica o nella ricerca forzata di immagini strappalacrime o troppo esplicite. La mostra, inaugurata già in occasione del Convegno “Amore, instabilità e violenza. Famiglie ieri ed oggi” tenutosi lo scorso novembre 2015 presso il Palazzo Ducale di Massa (nato da un’idea di Alessandra Cieli, co-fondatrice e vice-presidentessa dell’Associazione “Scritture femminili, memorie di donne”) è stata riproposta il 2 giugno, in occasione della Festa della repubblica e ospitata nella sede del Consiglio della Regione Toscana a Firenze (Via Cavour, 4) e resterà visitabile per ancora dieci giorni. A presentare la suggestiva e intensa mostra fotografica, oltre all’autore Dati, erano presenti anche Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale e Olga Raffo, presidentessa dell’Associazione “Scritture femminili, memorie di donne”, la stessa associazione che ha curato,

Due Nice Guys in una commedia vintage travestita da noir

THE NICE GUYS *** 1/2
(USA 2016)
Regia, Sceneggiatura: Shane BLACK
Cast: Ryan GOSLING, Russell CROWE, Kim BASINGER
Durata: 1h e 56 minuti
Distribuzione: Lucky Red
Uscita: 1 Giugno 2016

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