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Le emozioni volano libere nel rock live dei Pearl Jam
LET'S PLAY TWO
PEARL JAM * * * *
Ascolta qui il disco
Sette note in rosso
Fra tutte le arti, la musica, è quella che occupa un maggior spazio nostra vita. C’è sempre una canzone, un brano strumentale, una voce stonata che canticchia per gioia o rabbia, sotto la doccia o per strada. Un mondo senza suoni, canzoni, musica, è pressoché impossibile solo immaginarlo, figuriamoci sopportarlo! Per questo penso sia fondamentale porsi il seguente quesito: la musica può spiegare la Storia? Può, attraverso il suo linguaggio, far chiarezza su parti poco conosciute, taciute, rendere onore ai dimenticati? E se questo fosse possibile, in che modo potremmo pensare che abbia la stessa validità di una lunga ricerca da parte degli storici di professione?
Hans Zimmer tra rock, classica, sintetizzatori e tanto cinema
HANS ZIMMER LIVE IN PRAGUE * * * *
TRACKLIST:
Il pop del 2017
Guida ai migliori dischi pop usciti quest'anno
Il pop non conosce crisi e si conferma vitale anche nel 2017. Codificato in una miriade di sottogeneri diversi, offre un ampio ventaglio di musicisti accomunati dall'amore per la melodia ma divisi sul modo di approcciarla e restituirla. L'eterogeneità degli stili e delle emozioni che veicola, la rendono un genere virtualmente universale. Dalle grandi produzioni mainstream fino al minimalismo indie in bassa in fedeltà, dall'esuberanza artistoide dei dandy all'intimismo introverso del pop da camera, dall'ingenua purezza nostalgica del twee-pop alle atmosfere soffuse e sospese del dream-pop, siamo in presenza di una galassia eterogenea e dai confini incerti sotto la cui etichetta si muovono tanto i più biechi obiettivi economici quanto le più disinteressate velleità artistiche. Accantonata per sempre la fallace equazione pop = commerciale, dal vaso di pandora oramai scoperchiato di questo genere continuano a uscire mostri ma anche qualche meraviglia. Quella che segue è una breve disamina su quello che l'Autore reputa il miglior pop uscito finora quest'anno.
The Ramones: atipici eroi del punk
I don't like playing ping pong
I don't like the Viet Cong
I don't like Burger King
I don't like anything
And I'm against it
I'm against it
Well I'm against it
(Ramones - "I'm Against It")
Fin dalla sua inaugurazione nel 1973, Il CBGB del Lower East Side di Manhattan si presentava come uno dei locali più sporchi e ripugnanti di New York. L'aspetto era quello di una fogna nauseabonda, le pareti erano coperte di graffiti, la puzza di piscio era ovunque. Nell'indifferenza generale, Hilly Kristal, il proprietario, vi lasciava liberi di scorrazzare e defecare i suoi cani. La sua passione lo spinse a dar vita a quello che sarebbe dovuto essere un music club dedicato al Country, al Blues e al Bluegrass (da cui l'acronimo CBGB) ma si rese ben presto conto che i pochi appassionati di quelle sonorità non si sarebbero presentati in quel posto nemmeno per sbaglio. Decise così di dare fiducia ai gruppi rock underground del posto nella speranza di attirare un pubblico giovane e più ricettivo. Fu così che fra il '74 e il '77 gruppi e artisti come Television, Blondie, Patti Smith, Talking Heads, The Heartbreakers, Suicide e Ramones si esibirono a più riprese sul palco di quello che stava ormai diventando, insieme al Max's Kansas City, il punto di riferimento di una delle più importanti scene musicali del globo.
Che bello fare film al ritmo dei Dire Straits!
Tra il 13 e il 17 Ottobre 1980 vennero pubblicati due dischi importanti di due scuole molto diverse: dapprima c'era quella americana che sanciva l'ascesa fulminea del "Boss" Bruce Springsteen con una delle tante pietre miliari della sua discografia, qualche giorno dopo la scuola inglese proponeva Making Movies, cult degli indimenticabili Dire Straits. In quest'ultimo album ci sono pezzi leggendari come Romeo and Juliet e Tunnel of love. Ma ci sono altri brani che meritano attenzione. Il perché ve lo spiego qui sotto.
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