O tempora o mores. I beni (?) culturali al tempo del renzismo

Il grandissimo e compianto artista e autore colombiano, naturalizzato messicano, Gabriel Garcia Marquez scriveva anni orsono un romanzo destinato ad un grandissimo successo: “Amore ai tempi del colera”.

Premesso che la trama di questo best-seller per nulla si lega all’argomento ivi trattato, il titolo è un rimando quasi ad un epoca che fu, un’epoca che, per svariati motivi, nessuno (si spera) ricorderà con favore. Quante volte all’interno di saggi, articoli, convegni o banalissimi talk show è stata sottolineata l’importanza per lo sviluppo del nostro paese dei beni culturali? Quante volte sentendo discorsi “da bar” (con accezione assolutamente negativa ) sentiamo dire “Ma si sfruttiamo i nostri siti e i nostri musei e tiriamo su un bel gruzzoletto?”

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Martedì, 05 Maggio 2015 00:00

Elogio dell’acqua: Silvia Stucky.

Elogio dell'acqua: Silvia Stucky. L'acqua è senza io.

Il 22 aprile del 2015 si è inaugurata, presso lo Studio “Arte fuori centro” di Roma (via Ercole Bombelli, 22), la terza mostra della rassegna Acque, a cura di Laura Turco Liveri. Ad essere presentata è stata un’installazione di Silvia Stucky, dal titolo L’acqua è senza io, realizzata appositamente per gli spazi della galleria. Silvia Stucky è da sempre un’artista interessata alla legittima rivendicazione del soddisfacimento dei diritti umani, all’uguaglianza presupposto di giustizia, al rispetto della natura e alle problematiche multiculturali. In questa ottica, l’acqua è oggi – ed è stata in un passato anche recente – al centro, anche simbolico, delle lotte per il rispetto e la tutela dell’ambiente.

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Domenica, 29 Marzo 2015 00:00

Se ci privano del patrimonio artistico

Se ci privano del patrimonio artistico

Nei momenti di più cupo sconforto bisogna attaccarsi alle buone notizie e trarne l’energia per resistere e se possibile contrattaccare. Buone notizie sono oggi per me due nuovi libri che presentano fortissime consonanze. Parlo di Se Venezia muore di Salvatore Settis, di cui ho già recentemente scritto, e di Privati del patrimonio di Tomaso Montanari, due piccoli testi preziosi, editi entrambi da Einaudi nella stessa collana. Perché le considero due buone notizie? Perché in un tempo in cui la vulgata iperliberista sembra diventata un mantra indiscutibile, e la scarnificazione dello Stato democratico, la soppressione dei diritti, la banalizzazione della cultura si impongono come gli strumenti da scasso di un potere che in Italia ha assunto le sembianze poco rassicuranti di Matteo Renzi, il patrimonio di saggezza, competenza, amore per la nostra Costituzione e coraggio anticonformistico espresso dagli autori in queste due opere è come una una luce nel buio, una buona novella.

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Domenica, 25 Gennaio 2015 01:01

Se Venezia muore...

Sono solo 154 pagine ma raramente tanta saggezza fu racchiusa in uno spazio così limitato. Parlo di “Se Venezia muore” (Einaudi, Euro 11) di Salvatore Settis, che il 9 dicembre è stato presentato a Venezia in un Palazzo Franchetti incapace di contenere gli uditori convenuti numerosissimi. Tre sono le cose che mi hanno colpito di più in questa breve ma densissima opera.

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Domenica, 18 Gennaio 2015 00:00

Quella sedia vuota...

Quella sedia vuota…
Quando l’arte cessa di essere puro business e torna ad essere arte!

 Di Roberto Gramiccia e Simone Oggionni

Anything to say? “Niente da dire?” è il titolo del progetto dell’artista Davide Dormino e del giornalista Charles Glass. Un raro esempio di come l’arte, perseguendo le sue finalità in totale autonomia, possa mettersi a disposizione della politica e la politica dell’arte. Quello che si è inventato Dormino, non nuovo a questi scatti ideativi, è il progetto di un gruppo scultoreo il cui elemento centrale è rappresentato da quattro sedie. Su tre di queste sedie l’idea è quella di porre dei bronzi che rappresentino a figura intera tre personaggi: Julian Assange, Chelsea Manning e Edward Snowden che saranno raffigurati in posizione eretta, braccia lungo il corpo, con lo sguardo rivolto in avanti, a cercare quello di un immaginifico pubblico. La quarta sedia è vuota. Ci può salire chiunque. L’idea è semplice e fulminante. Restituire credito e riportare all’attenzione del pubblico internazionale i tre personaggi che hanno fatto tremare i governi più potenti del mondo – ricordate la vicenda di Wikileaks? – e per questo stanno pagando un prezzo personale salatissimo: isolamento, prigione, esilio.

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Al Centre Pompidou di Parigi fino al 27 aprile 2015 una delle più grandi retrospettive su Jeff Koons ci consegna un regalo di Natale. Ma si tratta proprio di un regalo?

È questo che non si capisce leggendo i qualificati commenti degli addetti ai lavori più accreditati dell’arte contemporanea, di cui per sobrietà non facciamo i nomi. L’esposizione attraversa ben trentacinque anni di attività della stella assoluta (vivente) della Business art americana, scandita in serie distinte. Inflatables, Pre New, The New, Equilibrium, Luxury and Degradation, Statuary, Banality, Made in Heaven, Celebration, Easy Fun, Easy Fun Etheral, Popeye, Hulk Elvis, Antiquity, Gazin Ball. 

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Giovedì, 04 Dicembre 2014 00:00

Mario Sironi. Luci ed ombre.

A Roma un’importante retrospettiva sull’opera del pittore, un’occasione importante per una disamina dei rapporti fra arte e potere.

Non c’è dubbio che il suo essere fascista e amico di Mussolini abbia nuociuto alla fama di Mario Sironi. È una cosa che entro certi limiti trovo pure giusta. È un po’ come guardare con sospetto chi si è macchiato di una colpa grave. Perché di una colpa si è trattato e non ci sono storie, anzi la diluizione progressiva (fino alla negazione) del valore costitutivo dell’antifascismo, come struttura ideale portante di qualsiasi sinistra (culturale e politica), degna di questo nome, ha prodotto, secondo me, danni devastanti alla sinistra stessa. E pur tuttavia Sironi è stato un grande artista. E una concezione che si ispiri a una visione non settaria della storia e della storia dell’arte, in particolare, non può non riconoscerlo.

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Nella travagliatissima fase politico-istituzionale che sta attraversando il MIBACT, sempre più ministero senza risorse e idee per così dire “accattivanti”, nel dramma giornaliero di un patrimonio complessivo in rovina senza le dovute tutele (salvo pochissimi casi) e senza la dovuta valorizzazione, la notizia o il “cinguettio” apparso sul modernissimo social-network, ha aperto sicuramente un dibattito complesso.

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Domenica, 02 Febbraio 2014 00:00

Opus Ballet porta in scena Shakespeare: Otello

Nel panorama culturale fiorentino, tra le varie associazioni e fondazioni sparse sul territorio c’è n’è una in particolare che indubbiamente rappresenta un vanto per la città di Firenze, si tratta dell’associazione culturale Opus Ballet, centro internazionale di danza e spettacolo diretto da Rosanna Brocanello e Daniel Tinazzi.

A questo proposito ho avuto il piacere di incontrare proprio Rosanna Brocanello, per una breve intervista, per parlare di quella che è la storia di Opus Ballet, della compagnia e della scuola, dei progetti passati e di quelli imminenti, uno su tutti, portare in scena una versione completamente rivisitata dell’Otello di Shakespeare.

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Mercoledì, 04 Dicembre 2013 00:00

Chiese in gabbia e crolli a Pisa

Da qualche anno a questa parte Pisa è soggetta a riqualificazioni del suo spazio: gran parte del centro è stato ripavimentato, sono state restaurate le mura, risistemate le aiuole del centro, il Palazzo Blu ha iniziato a fare delle mostre annuali con pittori conosciuti dal grande pubblico.

Ma queste sono solo opere di facciata: difatti i vari restauri comprendono solo quella zona della città più frequentata dai pisani e dai turisti. Ciò è dovuto ad una visione del patrimonio storico-culturale incentrato esclusivamente sul Duomo e la torre, che attira un turismo di massa estremamente deleterio e non così proficuo dal punto di vista economico, perché la maggioranza dei turisti non si ferma neanche a dormire, ma parte subito per Firenze dopo aver visitato la piazza dei miracoli.

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