Sabato, 05 Maggio 2018 00:00

Xylella cinque anni dopo. Cronaca di un disseccamento annunciato

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Xylella cinque anni dopo. Cronaca di un disseccamento annunciato 

Tre anni fa erano cronaca nazionale le proteste contro la rimozione degli olivi salentini affetti da Complesso del Disseccamento Rapido, causato della proliferazione nei loro vasi linfatici del batterio Xylella fastidiosa pauca diffuso da alcune sputacchine, principalmente Philaenus spumarius; l’epidemia martoriava gli oliveti salentini però già da almeno due anni.

Del 2013 il parere scientifico d’urgenza dell’EFSA1 sui focolai di X. fastidiosa in Salento e le misure per contenerli; come siano sfumati due anni nella sostanziale inattività, tanto che le misure oggetto delle proteste del 2015 erano già emergenziali, è oggi difficile da comprendere. L’esplosione della polemica si tradusse quasi immediatamente in un muro contro muro tra posizioni inconciliabili e incomunicabili, sostanzialmente indisponibili al confronto e perciò preconcette nei loro risvolti sociali: da un lato l’irriducibile opposizione agli sradicamenti, alimentata da una complessa sfiducia nella scienza e nelle istituzioni e da occasionali complottismi; dall’altra la comunità scientifica e i suoi fan, più pronti ad additare l’ignoranza della controparte che a rendere accessibile a tutti la complessità della situazione materiale. Grande assente un vero dibattito politico che mettesse costruttivamente in comunicazione il dato scientifico e le preoccupazioni della popolazione.

Lo scontro si trasferì sul piano legale e, malgrado i vari ricorsi contro gli sradicamenti siano infine stati respinti dal TAR2, gli anni passavano in sospensive e tempi giuridici, mentre il mancato contenimento dell’infezione valeva all’Italia una procedura di infrazione da parte di un’allarmata Commissione Europea. La X. fastidiosa è ora endemica del Salento e l’area infetta ha raggiunto estensioni drammatiche. Pochi giorni fa il governatore della Puglia Emiliano ha invocato l’intervento del Governo per avviare le procedure di abbattimento senza aspettare i tempi di applicazione delle direttive europee ed in deroga alle normative vigenti (dopo cinque anni di attesa, comunque), anche in vista della temuta visita da parte del commissario Andriukaitis, possibile anticamera di un deferimento della procedura di infrazione alla Corte di Giustizia.

Nel 2015 mancava l’esito del test di patogenicità secondo il terzo e il quarto dei postulati di Koch, praticamente la pistola fumante: la verifica empirica che il presunto patogeno causi l’infezione analizzata, che in un albero adulto può richiedere anni. Non sono mancate voci che hanno malinteso (o strumentalizzato) l’attesa di questa verifica come sintomo di un presunto brancolare nel buio della comunità scientifica e quindi della presunta malafede delle istituzioni che propugnavano gli sradicamenti. Gli olivi salentini non avevano a disposizione anni per attendere; del resto, le prove del ruolo della X. fastidiosa nella loro malattia erano ben più che indiziarie: gli stessi sintomi erano già stati osservati altrove in altre piante; e dagli olivi pugliesi infetti era stato isolato il batterio responsabile dei casi di disseccamento già noti altrove (i primi due postulati di Koch erano verificati).

Non ha aiutato una certa tendenza nel giornalismo, locale come nazionale, ad inseguire le uscite ad effetto privilegiando la propria visibilità alla verifica e all’approfondimento della notizia – ancora poche settimane fa, nel giro di due giorni si è parlato prima di un numero di olivi infetti quadruplicato in due mesi, poi di tasso di olivi infetti in calo: sempre facendo riferimento agli stessi dati dell’Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia che in nessuno dei due casi erano esplicitamente citati né, parrebbe, consultati. L’Osservatorio riporta un totale di oltre 3000 alberi infetti all’ultimo monitoraggio, mentre erano poco meno che 900 l’anno precedente; nella sua avanzata verso nord, l’epidemia ha ampiamente sconfinato dall’area di contenimento nella zona cuscinetto (recentemente ampliata), dopo quella di Lecce inglobando quasi tutta la provincia di Brindisi, oltre a metà di quella di Taranto, ed assediando quella di Bari. Il dettaglio del campionamento mostra chiaramente la moltiplicazione dei campioni infetti nella zona cuscinetto negli ultimi anni. Nel frattempo, focolai dell’infezione sono stati trovati nella Spagna continentale, alle Baleari, nella Francia continentale e in Corsica.

Ad ogni modo, nel 2016 sono stati resi pubblici i risultati positivi del test di patogenicità della X. fastidiosa e la conferma dell’identità dei vettori del batterio nelle sputacchine, in uno studio pilota congiunto di CNR, Università di Bari e Centro di Ricerca Sperimentazione e Formazione in Agricoltura di Bari per conto dell’EFSA3; nello stesso anno la conferma che la causa del disseccamento degli olivi è un unico ceppo del batterio, denominato ST534.

Attaccata tanto “dal basso” da chi la tacciava di malafede, quanto dall’alto dal sistematico sottofinanziamento ormai caratteristico della ricerca pubblica italiana, la ricerca pugliese continua a dare contributi d’avanguardia allo studio del Co.Di.R.O.: studi del 2017 hanno approfondito i meccanismi di infezione e la diversa suscettibilità di differenti cultivar di olivo5; la varietà Leccino si è dimostrata sorprendentemente più resistente di Cellina e Ogliarola6. Si è allungata a 70 specie la lista delle piante infettabili dalla X. fastidiosa; e recentemente sono stati identificati altri vettori nelle sputacchine Philaenus italosignus e Neophilaenus campestris. È stato completato il sequenziamento del genoma del ceppo incriminato del batterio7. Questi ed altri risultati sono stati presentati alla Conferenza europea su X. fastidiosa a Palma di Maiorca dello scorso novembre, e successivamente pubblicati anche in forma divulgativa. Prosegue ovviamente anche la ricerca di rimedi, ma il contenimento del contagio continua ad essere l’unica strategia certamente efficace (le misure aggiornate sono state emanate dal MiPAAF con decreto del 13 febbraio 2018).

Di chi è allora la colpa della drammatica situazione attuale? Di tutti, perché quando manca la comunicazione e si preferisce lo scontro alla soluzione, sono colpevoli tutte le parti incomunicabili. Ma di tutti non deve significare di nessuno, non deve ammettere l’indefinito scarico di responsabilità su avversari troppo ignoranti o troppo elitisti. Significa che la parte che aveva la “ragione” scientifica, con la conseguente parte di vantaggio in termini di rapporti di forza, deve interrogarsi sul perché ha fallito nel rendere quella “ragione” condivisa; e significa che la parte che a diritto denunciava il proprio svantaggio informativo deve interrogarsi sul perché ha preferito il complottismo, con le sue narrazioni audacemente non verificabili, alla potenziale democraticità dell’accesso alle conoscenze scientifiche.

Per quanto sia difficile non attribuire le responsabilità più dirette a chi si è opposto a misure di contenimento già urgenti come gli abbattimenti, l’interesse deve essere ora rivedere tutti gli atteggiamenti dannosi e dare finalmente la priorità a salvare gli oliveti salvabili. Ogni volta che ci accontentiamo di una spiegazione semplice o dell’autocompiacimento della tifoseria, al posto dell’estenuante quanto necessaria battaglia per avvicinare tutti alla scienza e la scienza a tutti, un olivo muore.

 


1 European Food Safety Authority, 2013. Statement of EFSA on host plants, entry and spread pathways and risk reduction options for Xylella fastidiosa Wells et al. EFSA Journal 2013;11(11):3468

2 L’ultima sentenza: https://www.giustizia-amministrativa.it/cdsintra/cdsintra/AmministrazionePortale/DocumentViewer/index.html?ddocname=I7CV2OE6BZ7UV6CRSMCFY7E6KM&q=xylella

3 Saponari M, Boscia D, Altamura G, D'Attoma G, Cavalieri V, Loconsole G, Zicca S, Dongiovanni C, Palmisano F, Susca L, Morelli M, Potere O, Saponari A, Fumarola G, Di Carolo M, Tavano D, Savino V, Martelli GP, 2016. Pilot project on Xylella fastidiosa to reduce risk assessment uncertainties. EFSA supporting publication 2016:EN-1013

4 Loconsole, G., Saponari, M., Boscia, D. et al. Eur J Plant Pathol (2016) 146: 85

5 Saponari M et al., 2017. Isolation and pathogenicity of Xylella fastidiosa associated to the olive quick decline syndrome in southern Italy. Nature Scientific Reports 7

6 Xylella fastidiosa subsp. pauca (CoDiRO strain) infection in four olive (Olea europaea L.) cultivars: profile of phenolic compounds in leaves and progression of leaf scorch symptoms - MA. Luvisi, A. Aprile, E. Sabella, M. Vergine, F. Nicolì, E. Nutricati, A. Miceli, C. Negro and L. De Bellis; Phytopathologia Mediterranea (2017)

7 Complete Genome Sequence of the Olive-Infecting Strain Xylella fastidiosa subsp. pauca De Donno - A. Giampetruzzi, M. Saponari, R. P. P. Almeida, S. Essakhi, D. Boscia, G. Loconsole, P. Saldarelli; Genome Announcements (May/July 2017) Volume 5

Immagine ripresa liberamente da commons.wikimedia.org

Ultima modifica il Sabato, 05 Maggio 2018 00:31
Silvia D'Amato Avanzi

Studia scienze naturali all'Università di Pisa, dove ha militato nel sindacato studentesco e nel Partito della Rifondazione Comunista. Oltre che con la politica, sottrae tempo allo studio leggendo, scribacchiando, scarabocchiando, pasticciando, fotografando insetti, mangiando e bevendo.

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