Dmitrij Palagi

Dmitrij Palagi

Nato nel 1988 in Unione Sovietica, subito prima della caduta del Muro. Iscritto a Rifondazione dal 2006, subito prima della sconfitta de "la Sinistra l'Arcobaleno". Laureato in filosofia, un dottorato in corso di Studi Storici, una collaborazione attiva con la storica rivista dei macchinisti "ancora IN MARCIA".

«Vivere in un mondo senza evasione possibile dove non restava che battersi per una evasione impossibile» (Victor Serge)

 

URL del sito web: http://www.orsopalagi.it
Martedì, 19 Agosto 2014 00:00

Lo Stato innovatore, Mazzucato oltre Keynes

«C’è un interessantissimo testo (“The Entrepreneurial State”: Lo Stato imprenditore, ma titolato in italiano per conformismo intellettuale Lo stato innovatore), sintesi di una ricerca seria, approfondita, portata avanti da Mariana Mazzucato».

A scriverlo è Stefano Fassina, nel suo libro estivo del 2014, Lavoro e libertà

Il libro rientra anche tra gli acquisti di agosto di Matteo Renzi da presidente del consiglio, con un’improbabile affermazione nell’articolo dell’Huffington Post che conferma l’osservazione riportata qui sopra: «tra i libri anche “Lo Stato innovatore” di Mariana Mazzucato, quasi uno slogan della politica renziana». Per chiunque legga il libro dell’economista italiana che lavora all’università del Sussex (ed è consulente del governo britannico) sarà chiaro che per ora il governo italiano non ha fatto molto altro nella sostanza oltre a proseguire le politiche che nel libro vengono contestate. In una puntata di Otto e Mezzo, dal titolo “Renzi: liberista o socialdemocratico”, in cui Giavazzi apprezza il governo Renzi, Mazzuccato afferma: da parte di Renzi “non ho ancora sentito parlare di un piano di investimento. [...] Il problema è come far venire il lavoro in Italia. [...] Bisogna parlare di una strategia di lungo termine e per ora non ho sentito parlare di questo”. Il giornalismo italiano però non ha tempo di approfondire, dovendo competere con il livello culturale del lettore medio, per provare a peggiorarlo.

Giovedì, 14 Agosto 2014 00:00

Lavoro e libertà: Fassina il greco

Laureato alla Bocconi, un'esperienza da economista per il Fondo Monetario Internazionale, emerso alle cronache politiche sotto il PD di Bersani, eletto per questa XVII legislatura, Viceministro dell’Economia e delle Finanze durante il governo Letta, si dimette, poco dopo l’infelice battuta di Renzi “Fassina chi?”, per divergenze sulla linea politica portata avanti dall'allora solo segretario del PD rottamatore.

Lavoro e libertà” è un libro-intervista realizzato da Roberto Bertoni, giovanissimo giornalista, classe 1990, e Andrea Costi, esperto di sviluppo sostenibile (a livello ambientale quanto di dignità dei lavoratori). Edito da Imprimatur nell’estate 2014 in seguito al successo del PD alle europee e distribuito nelle librerie a ridosso dei risultati sull’andamento del PIL italiano (deludente rispetto alle previsioni del governo e ritenuto la prima battuta di arresto di Renzi da alcuni commentatori).

Un romanzo ambizioso. Tenendo sullo sfondo la realtà della Cgil, fatta di quotidianità complesse, mettendo al centro il tema del lavoro, il collettivo Tom Joad (nome impegnativo) mette in scena un giallo che si apre con la morte da cui muoverà il resto della trama. In apparenza, in un primo momento, un tragico incidente, in un paese della provincia di Roma. Dopo poche pagine però si fa già chiaro che si tratta più facilmente di omicidio. Nessun motivo apparente.

Sarà la ricerca del principale personaggio, Marco Degli Esposti, sindacalista del luogo, amico della vittima, a portare in ogni capitolo il tema della rappresentanza dei lavoratori e di come sia mutato in Italia il sistema produttivo, oltre al quadro normativo in cui si muove la giungla dei contratti (che è già stata modificata, anche se solo nei dettagli e non nella sostanza, rispetto a quando è stato scritto il romanzo, edito nei primi mesi del 2014). 

Solo con lo scorrere delle pagine si mescolerà al delitto la realtà della corruzione italiana, imprenditoriale e istituzionale, con le nuove forme di sfruttamento e l'anelito di una ricerca tesa costantemente a una maggiore giustizia sociale.

Nocturna è una trilogia scritta da Guillermo Del Toro e Chuck Hogan. Pubblicata in Italia da Mondadori, la trovate sotto i titoli: La Progenie, La Caduta e Notte Eterna.

Per chi adora la visionarietà del regista di origini messicane, già autore di Cronos e Blade II nel campo delle storie di vampiri, si tratta di un’opera irrinunciabile. Principalmente per merito del primo volume. Una sceneggiatura (più che un romanzo) che con ritmo cinematografico descrive l’avanzare di una lunga ombra a partire dall’aeroporto di New York, dove un aereo atterra e si spenge improvvisamente, senza più dare segnali alla torre di controllo.

1) Ragioneria di Stato, INPS e Confindustria lanciano l'allarme: non ci sono più i margini per tenere in piedi il sistema pensionistico, perché si va in pensione troppo presto rispetto alle aspettative di vita. Un discorso già sentito, anche se in forme diverse. Pare quasi che la pensione sia un privilegio e non salario "sottratto" dalla busta paga per essere recuperato in età non lavorativa. A leggere le pagine del Sole 24 Ore emerge quindi che i lavoratori di ieri e quelli di oggi hanno pagato e pagano troppo poco rispetto a quanto percepiscono o percepiranno di pensione: è così?

Direi che Ragioneria, INPS, Confindustria e Governo, non si comportano diversamente da come hanno fatto negli ultimi venticinque anni. Periodo nel quale hanno fatto peggiorare significativamente le condizioni materiali dei lavoratori e dei pensionati. L’allarme è la forma più efficace per chi vuole piegare i suoi avversari, specialmente se questi hanno le idee confuse sugli argomenti in questione. Il fatto che dopo la cosiddetta “riforma” Fornero si continui sulla vecchia strada è un bruttissimo indice. In questi decenni i conservatori hanno ottenuto tutto quello che chiedevano, ciononostante insistono nel dire che si dovrebbe fare di più.

1) In alcuni passaggi di Trame della cura (che abbiamo recensito qui) ci sono alcuni punti in cui descrivi la tendenza alla specializzazione del sapere, che è propria di quasi tutti gli ambiti, a partire dal livello accademico, con corsi di laurea sempre più specifici e poco in grado di collegarsi su un piano generale (anche all'interno del medesimo dipartimento).Una domanda altrimenti banale diventa quindi interessante: cos'è la medicina?

In ogni disciplina culturale oggi c'è il rischio del riduzionismo. Nell'ambito della medicina il pericolo è quello di riportare tutto sul piano biologico, riducendo l'evento della malattia ad una deviazione dalla norma rispetto ad alcuni parametri stabiliti.

C’è bisogno di un pensiero che sia in grado di ricollegare, non solo di distinguere: occorre approfondire al massimo la disponibilità dei dati oggettivi (tecnici, biologici), riconducendoli ad una più ampia prospettiva.

Sabato, 12 Luglio 2014 00:00

Sanità: uno specchio della società

Per Alfredo Zuppiroli, cardiologo affermato, si avvicinano i 40 anni dalla laurea in medicina. In questi decenni si sono susseguite una serie di conferme professionali importanti e il nome è noto non solo a Firenze. Da poco è stato pubblicato il suo primo libro, che risponde ad un’esigenza personale, una riflessione sulla medicina a partire dalla propria esperienza.

Lunedì, 07 Luglio 2014 00:00

I Metallica by request a Roma

Alle 15 iniziano ad entrare i primi di quei 30/40 mila che alzeranno la polvere dell’ippodromo delle Capannelle. Gli stand sono abbastanza numerosi e permettono di non precipitarsi sotto al sole, ma che senso avrebbe accamparsi davanti ai cancelli o comunque arrivare ore prima se non per conquistarsi uno spazio per scorgere qualcosa che non siano soli gli schermi e il video in diretta?

Due ore dopo, intorno alle 17, appare un uomo con testa di gufo. La voce dei Kvelertak prova da accendere gli animi, senza però entusiasmare eccessivamente. Tra il cantato in norvegese e una qualità audio non eccellente, si può solo apprezzare una mezz’ora di metal onesto ma sacrificato come carne da cannone.

Dimenticatevi il Dazieri che avete conosciuto e riscoprite le capacità di scrittura di uno dei migliori autori italiani contemporanei, declinate in forma di thriller.

Una discesa nell’incubo di Colomba e Dante, i due protagonisti di una lunga trama che si fa sempre più coinvolgente e riesce a declinarsi in un contesto non banale né limitato. Lei agente in aspettativa che cerca di capire se sarà ancora in grado di riprendere la propria vita dopo il Disastro. Lui, che sopravvive tenendo insieme la propria fragilità dopo essere cresciuto in completo isolamento (rapito), con le capacità deduttive dei migliori investigatori ma con altrettanti complessi.

L’orrore del passato che si mescola con quello presente, avvolto in una sana dose di mistero da districare: gli elementi classici del thriller tenendo lontano gli elementi del noir o del pulp.

«Penso che il ministero della cultura sia in Italia come quello del petrolio in un Paese arabo».

Dario Franceschini era stato chiaro sul Sole 24 Ore del 23 febbraio 2014. Nessun tabù rispetto al ruolo dei privati nella gestione del patrimonio culturale italiano. Il quotidiano di Confindustria da tempo insiste sul tema delle agevolazioni fiscali per i privati, tanto che il 20 giugno 2014 apre in prima pagina con l'invito «DIAMOCI DA FARE», rivendicando il proprio ruolo.

«Abbiamo buttato giù il muro (ideologico) che impediva al Paese della bellezza nel mondo di misurarsi con la gestione dei territorio e del suo (straordinario) capitale culturale attraverso la leva fiscale».

Il mecenatismo entusiasma anche esponenti del mondo della moda, come Carla Fendi, che riprende la metafora governativa: «Il nostro Paese è veramente un bagno di cultura talmente enorme che non esiste al mondo un altro Paese simile. È il nostro petrolio» (da Sole 24 Ore del 20 giugno).

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