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I film della settimana, le serie televisive e tutto ciò che riguarda l'arte dello schermo (piccolo o grande che sia), senza disdegnare le arti del videogioco.

Immagine liberamente tratta da pixabay.com

Lunedì, 16 Novembre 2015 00:00

A.A.A. Cercasi idee originali ad Hollywood

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A.A.A. Cercasi idee originali ad Hollywood

A Hollywood hanno perso le idee che invece erano di casa soprattutto a cavallo tra gli anni '60 e gli anni '80. Prequel, sequel, remake e reboot sono all'ordine del giorno. Questa è una settimana ricca (numericamente) di uscite in questo senso. Ho scelto i due film più significativi: uno è un remake (non ai livelli dell'originale) di uno dei film più importanti degli ultimi anni, l'altro è un prequel che racconta le origini dell'iconico personaggio che non cresce mai. Lo so c'è anche il ritorno dei Brangelina. Tuttavia evitate di andare a vedere “By the sea” della coppia Angelina Jolie e Brad Pitt. E' di una noia mortale. Se l'avesse fatto un altro, il progetto non avrebbe mai visto la luce. In Italia (oltre al già recensito “Gli ultimi saranno ultimi” che trovate qui) invece si parte già con il primo cinepanettone di Massimo Boldi che, orfano di De Sica, ritrova Biagio Izzo e inscena la solita vaccata all'italiana in “Matrimonio al sud”. Ma diciamolo sottovoce altrimenti il buon “Cipollino” si arrabbia (vedi polemiche con critico sui social network).
Ecco in dettaglio il resoconto:

 

Tra spie, poveri ed Afghanistan: è sempre una guerra

Questa settimana non potevo che dedicarla al grande ritorno di James Bond nel 24° film della saga. Spazio inoltre al ruolo della musica nella guerra in Afghanistan con “Rock The Kasbah” di Barry Levinson, già autore di “Rain Man” e “Good Morning Vietnam”. E per finire anteprima per tutti i lettori, il nuovo film di Massimiliano Bruno “Gli ultimi saranno ultimi” che uscirà il prossimo 12 novembre.
Ecco in dettaglio il resoconto:

Lunedì, 02 Novembre 2015 00:00

Dammi tre parole: lavoro, risate, amore

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Dammi tre parole: lavoro, risate, amore

Nell'estate 2001 c'era un (penoso) tormentone estivo che faceva "dammi tre parole sole,cuore e amore". Ecco per sintentizzare i miei ultimi consigli cinematografici, cambierei questo ritornello. Cosa sarebbero le nostre vite senza lavoro, risate e amore? Quasi sicuramente poca cosa. Ecco nel dettaglio i consigli della settimana.

Martedì, 27 Ottobre 2015 00:00

Trust No Bitch: recensione di Orange is the New Black

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Alessandro Zabban e Elena De Zan

Trust No Bitch: recensione di Orange is the New Black


Guardia: "detenuta, cosa è quel buco nel muro?"
Detenuta: "è un'opera d'arte che rappresenta la futilità del lavoro dei colletti blu nell'era tecnologica. E la vagina".

Orange is the new black (OITNB) è una delle serie tv più interessanti uscita in questi ultimi anni. Prodotta dalla Netflix, canale on demand americano che si è fatto valere con un palinsesto di qualità (basti pensare a Narcos o House of Cards), questa irriverente dark comedy, per spirito provocatorio, approccio critico ed attualità si spinge su territori di inesplorata originalità.

Meraviglia il continuo cambio di registro, ancora più frenetico ed imprevedibile di quello di Breaking Bad, la continua sovrapposizione di momenti di assoluta ilarità e di pungente ironia con altri in cui prevale l'elemento drammatico, la tragedia individuale sullo sfondo di una società decadente e ingiusta. Dettagli scabrosi e lirismo si mescolano e confondono, contribuendo a definire personaggi credibili e autentici. Al centro, tematiche che raramente trovano spazio all'interno di altri palinsesti e un'ambientazione, quella di un carcere femminile americano, ricostruita con profondità di investigazione, rimarcando dinamiche, relazioni e regole informali della vita quotidiana all'interno di una istituzione totale.

La trama è l'adattamento di una storia vera, riportata nel (quasi) omonimo romanzo di Piper Kerman, Orange Is the New Black: My Year in a Women's Prison. La protagonista è Piper Chapman, una giovane bionda dagli occhi azzurri che apparentemente incarna la "brava" ragazza medio-borghese: ha un'alimentazione sana, gestisce un'azienda di saponi biologici, ed è innamorata del suo promesso sposo; la sua tranquilla vita viene però sconvolta quando si trova a dover rispondere di fronte alla legge di una bravata giovanile, commessa una decina di anni prima: aver trasportato in aereo una grande quantità di denaro sporco per conto della sua ex amante, Alex Vause, una narcotrafficante.

Per questo motivo Piper viene arrestata e si trova ad affrontare le difficoltà della vita carceraria, fra divisioni razziali, desideri e speranze di riscatto, solitudini e rapporti spezzati, relazioni complesse col sistema normativo istituzionalizzato. Affianco alla sua storia, vengono narrate le vicende e gli intrecci di tutti i personaggi che ruotano attorno alla prigione, non solo delle detenute, ma anche delle guardie carcerarie e del personale politico e amministrativo. Si intrecciano così i diversi vissuti e puntata dopo puntata si scoprono i passati e i retroscena di tutti i protagonisti.

L'ambiente carcerario diventa l'escamotage ideale per affrontate diversi temi, molti dei quali legati a questioni femminili e femministe (come quando alcune detenute si rendono conto di non aver mai visto la loro vagina) e al mondo LGBTQI (oltre a Piper, che ha avuto storie sia con donne che con uomini, vi sono personaggi transessuali, butch, lesbiche lipstick, gay non dichiarati ecc.). Chi conosce Weeds, l'altra serie creata da Jenji Kohan, potrà riscontrare in OITNB lo stesso stile graffiante: i protagonisti sono degli "anti-eroi", tutt'altro che politically correct; inoltre, proprio come in Weeds, la sessualità nelle sue molteplici e non convenzionali sfaccettature viene raccontata in maniera esplicita e mai banale, tanto da diventare una delle tematiche principali della serie. Rispetto al precedente lavoro della Kohan però, OITNB ha il pregio di esaltare in maniera più realistica le differenze nel modo di vivere il proprio corpo e la propria sfera emotiva e sessuale. Nella serie sono presenti anche personaggi con corpi non normati, mostrati anche in scene di nudo, che fuoriescono dalla perfezione dei canoni di bellezza televisivi.

Non si parla però solo di corpi e sessualità: in OITNB il carcere è microcosmo di socialità e di rapporti sociali. Emergono così altri temi, come la cecità del sistema burocratico, l'arbitrarietà dell'apparato giudiziario, il conflitto fra religione istituzionalizzata e pratiche spirituali spontanee, oltre alle differenze etniche e di classe.
In particolare è interessante notare la maestria con cui OITNB mette in luce come i sistemi e le relazioni di potere esistenti sia all'interno del carcere che nei rapporti tra esterno ed interno della struttura penitenziaria siano fortemente corrotti. Vengono così narrati episodi di frodi e abusi di potere come i soprusi delle guardie (come i favori in cambio di prestazioni sessuali, l'utilizzo dell'isolamento per punire detenute indesiderate ecc.), la corruzione e cattiva gestione da parte dei "piani alti" del carcere, l'utilizzo di fondi destinati alla struttura penitenziaria per finanziare la carriere politiche.

In questo modo OITNB mette in discussione l'intera gestione sociale, economica e politica del carcere, finendo per criticare non solo il sistema a carcerario in sé ma anche la società attuale nella sua interezza. Ciò emerge in particolare nella terza serie, dove la critica al capitalismo diventa più esplicita, e la privatizzazione del carcere diviene lo sfondo entro cui si consuma la definitiva sconfitta dello stato sociale e del sindacato sulle logiche neoliberiste.

Con amaro sarcasmo si mostra il trionfo ideologico di un sistema talmente pervasivo da essere interiorizzato dalle stesse detenute (quando Piper organizza una "attività produttiva" illegale dentro la prigione,"licenzia" la detenuta che prova a chiedere un "aumento salariale"), spesso divise in bande etnico/sociali disposte a tutto pur di accaparrarsi i lavori carcerari meno logoranti o per il controllo delle risorse (miele, merendine, cioccolato, verdure fresche, cellulari entrati clandestinamente). Emerge allora un potere foucaultianamente diffuso di autodisciplinamento che convive con i tentativi delle detenute di mettere in atto quelle strategie di difesa delle propria identità, descritte dal sociologo Erwin Goffman in Asylum, in cui si attivano canali di comunicazione alternativi a quelli ufficiali, ci si adopera in pratiche nascoste e a forme organizzative originali tramite le quali si prova a resistere all'annullamento identitario che l'istituzione totale spesso provoca.

OITNB è questo e tanto altro ancora: arriva a parlarci delle contraddizioni della società contemporanea con intelligenza e profondità, ma senza vuoti intellettualismi e con la dovuta attenzione all'intrattenimento puro.
Non ci resta che vedere cosa vi sia in serbo per la prossima stagione, la cui uscita è prevista per questa estate.

Domenica, 25 Ottobre 2015 00:00

Siate folli ma nel modo giusto

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Siate folli ma nel modo giusto

Il messaggio è proprio quello del titolo. Tra i vari film visti questa settimana, la follia giusta è qualcosa di importante da avere nella vita. Settimana ricchissima di uscite, vi dicevo. C'è grande qualità e i generi sono piuttosto diversi. Il film della settimana è senza ombra di dubbio "The walk" del geniale Robert Zemeckis.
Ecco il resoconto nel dettaglio.

 

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