I film della settimana, le serie televisive e tutto ciò che riguarda l'arte dello schermo (piccolo o grande che sia), senza disdegnare le arti del videogioco.
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Lo stretto confine tra verità e menzogna
Settimana ricchissima di uscite. Ho scelto le due più significative anche per via del tema che hanno in comune: lo stretto confine tra verità e menzogna. Un gangster-movie d'altri tempi firmato Scott Cooper presentato (fuori concorso) a Venezia 72 e il racconto, firmato Stephen Frears, di uno dei più grossi bugiardi della storia recente (il ciclista Lance Armstrong).
Ecco il resoconto in dettaglio.
Il futuro appartiene ai forti, alle razze immortali.
In un'epoca vittoriana dove la morte è archetipo di bellezza, il paradigma della vita appare necessariamente collocarsi oltre la vita, o prima di essa.
Non sono solo la filosofia e la religione ad interrogarsi sull'essere. La letteratura gotica si inserisce in un livello di fascino popolare per l'oscurità mai svanito. I penny dreadful sono stati in qualche modo precursori di una significativa parte della pubblicistica a fumetti. Racconti brevi, fruibili dalle classi sociali non colte, di grande efficacia perché capaci di innestarsi in un immaginario diffuso, contribuendo alla sua evoluzione.
Salvate il soldato Ridley
Pochi giorni fa è stato annunciata la scoperta che su Marte scorre acqua salata perlomeno nei periodi caldi. Sembra incredibile, ma pochi giorni dopo è uscito nelle sale di tutto il mondo il nuovo film di Ridley Scott che è ambientato proprio sul pianeta rosso (anche se in realtà è girato nel deserto della Giordania). Visti gli esiti delle ultime opere del regista inglese (Exodus, Prometheus, The Conselour), si pensava a un altro flop.
Scott però è (non lo dimentichiamo) colui che ha dato impulsi notevoli al genere sci-fi con pellicole come "Alien" e "Blade Runner". È lecito attendersi qualcosa. Siamo ancora lontani da queste opere. Diciamolo subito forte e chiaro, ma in questo "The Martian" qualcosa si muove. Finalmente.
Due avventure ad alto rischio
Ci son grandi uscite questa settimana: da “La prima luce” con Riccardo Scamarcio a “Ritorno alla vita” di Wim Wenders, dal sequel “Magic Mike XXL” a “The Green Inferno”.
Ho scelto i due titoli più importanti, che hanno partecipato ai Festival di Cannes e Venezia: ovvero “Sicario” e “Everest”. Due avventure ad alto rischio: la prima sul confine tra Messico e Stati Uniti, la seconda sulla vetta più alta del mondo. Ecco il resoconto in dettaglio.
La vita è fatta di emozioni, anche se ce ne siamo scordati
“Cos'è il genio? E' fantasia, intuizione e velocità d'esecuzione” - diceva il celebre Rambaldo Melandri di “Amici Miei”. Questo motto andrebbe bene per il nuovo capolavoro Disney – Pixar che si chiama “Inside Out”.
Ricchissimo di fantasia, di intuizioni con facilità di esecuzione disarmante per tratteggiare un meccanismo piuttosto complesso come la mente umana. La velocità non è tutto, nonostante che nel mondo moderno non ci possiamo permettere di ricordare che le nostre esistenze sono grigie e malinconiche senza le emozioni. Non abbiamo il tempo, siamo sempre presi da altro finendo per trascurare la nostra essenza. Fortunatamente esiste il cinema. E ancora una volta, in nostro soccorso, arriva la Disney Pixar.
Dove eravamo rimasti con le trasformazioni di Maryl Streep?
Nel 1976 Dino De Laurentiis esclamò "Che brutta!" davanti a un'attrice ventenne americana. Tanto l'italiano chi vuoi che lo sappia, avrà pensato dentro di sè. E invece lei lo sapeva e gli rispose “Mi dispiace di non essere abbastanza bella”. In parole povere, fece una figura di merda. Poteva permetterselo, era il produttore. Stavano cercando un'attrice per il remake di "King Kong" e Jessica Lange ottenne poi la parte. In ogni caso lo scarto di lusso si chiamava Meryl Streep.
Oggi è l'attrice più brava e famosa che esista nel mondo. 19 candidature all'Oscar e 3 vittorie. Un mostro (nel senso buono del termine). Tanto che oggi sta battagliando per la parità di salario tra attori e attrici nella maschilista Hollywood. Una sfida non da poco. Se lo può permettere. Nessuna è come lei. I suoi personaggi rimangono (spesso) dentro agli spettatori e alle spettatrici.
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