Per chi si fosse perso le puntate precedenti, siamo in un futuro prossimo distopico, dove i Nuovi Padri Fondatori (terza forza politica emersa tra Democratici e Repubblicani) hanno vinto le elezioni negli Stati Uniti. Ereditata “dai governi precedenti” (è una citazione…) una insostenibile situazione economica, frutto di "una crisi peggiore di quella del 2008”, il nuovo Governo sceglie un’esperimento sociale per risolvere le continue tensioni del Paese. Una notte all’anno in cui ogni comportamento diventa lecito, comprese le rapine e gli omicidi. In questo modo ci si sfoga in dodici ore, per poi tornare a una quotidianità di riconquistata tranquillità. La propaganda si fa forte dei risultati ottenuti.
Nel 2013 avevamo assistito a una storia dai tratti più marcatamente horror, ambientata in un quartiere ricco di Los Angeles del 2022: qualche sfumatura sociale in un racconto di sopravvivenza. L’anno dopo (2014 per noi spettatori, 2023 per i personaggi), complice il successo di incassi, le case di produzioni (specializzate in film dell’orrore a basso costo) finanziano un film diverso (più adatto a considerazioni “alte”). La notte di violenza è un ottimo modo per disfarsi di settori cittadini da cui il mercato non è più in grado di trarre profitto. Si tratta quasi di un conflitto di classe, ma senza metafore, in cui la discriminazione razziale si impone. Nel 2016 (2040) si assiste a uno scontro anche elettorale tra sostenitori del “giudizio” (The Purge) e chi vuole superarlo.
Nel 2018 si torna indietro, in attesa del telefilm che uscirà a settembre di questo stesso anno. Le origini, affrettatamente raccontate nel primo esperimento condotto dai Nuovi Padri Fondatori, nella sola isola di Staten Island.
Se vi fosse dato modo di sfogarvi, vi vendichereste per qualche sopruso? Sareste in grado di commettere atti di violenza? Il primo film della saga senza la regia di James DeMonaco (qui solo sceneggiatore) tenta qualche domanda di natura antropologica. Gerard McMurray inaugura la sua conduzione tenendo al centro il tema della segregazione, ma sapendo convincere solo nelle scene d’azione.
Le sparatorie sembrano più appropriate della tensione. Di horror ormai non è rimasto praticamente niente. Rimane il senso di un’operazione gretta, senza il fascino di registi fin troppo citati dalla critica (Carpenter, abbiamo capito). Che ci sia un’altezza da rispettare, per provare a dare un contesto impegnato all’intrattenimento, è principio discutibile, che porta qui a difendere anche questo poco significativo film.
Troverete poi un Dmitri di colore, a capo di una banda di spacciatori del quartiere, con un passato militare, pronta a rappresentare i veri valori della libertà. Perché il Governo è cattivo, manovra squadre di fascisti in divisa, quindi la criminalità organizzata resta comunque una forza radicata che dal “basso” può armare la difesa della cittadinanza... Siamo pur sempre negli Stati Uniti d’America. Patria di una illogica retorica, fin troppo egemonica anche nel vecchio continente.
Quasi un action movie dunque, con un buon montaggio e tecnicamente lontano dai bassi standard dei film estivi.
Se quando bevete una Coca Cola vi lamentate di quanto sia dolce o di quanto faccia male, potete evitare questo film. Altrimenti buona visione, per la prova meno convincente di The Purge, ma in cui potrete assistere all’improbabile nascita della resistenza…
In fondo Trump può essere anche combattuto associando il suo cappellino a una saga commerciale di successo.
La prima notte del giudizio
Titolo originale: The First Purge
Produzione: USA
Anno di produzione: 2018, distribuito in Italia nel 2018
Regia: Gerard McMurray
Sceneggiatura: James DeMonaco
Cast: Y'lal Noel, Lex Scott Davis, Joivan Wade, Luna Lauren Velez, Marisa Tomei, Melonie Diaz, Mo McRae
Distribuzione: Universal Pictures
Trailer: youtu.be/K33X6RNjBAU
Locandina liberamente ripresa da blog.screenweek.it, immagini nel testo riprese da www.facebook.com/lanottedelgiudizio, immagine di copertina liberamente ripresa da acdh.arlingtondrafthouse.com