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Da tempo ormai tiene banco la storia di Charlie Gard, bambino inglese con una grave patologia a cui i medici vogliono staccare la spina, nonostante l'opposizione dei genitori.
Il nostro paese è costellato da una galassia di luoghi abbandonati, figlia della speculazione assassina che ha coinvolto l’Italia nell’ultimo trentennio. Se ci volessimo divertire a giocare alla mappatura delle città che attraversiamo ogni giorno, scopriremmo senza neanche troppe lungaggini che il tanto decantato degrado e la sua nemesi, ovvero il decoro, sono elementi soggettivi delineanti e declinati sempre più da un ragionamento imposto dall’alto senza un reale coinvolgimento comune: risultato ultimo la cristallizzazione dei nostri centri storici, le retate e i provvedimenti antimovida (con risultati ben noti, come l’assalto poliziesco ai dehors in Santa Giulia a Torino) e dulcis in fundo il Decreto Minniti-Orlando, una legge che tra le altre cose dichiara guerra agli ultimi.
Il MIA – Meeting Internazionale Antirazzista è un importante momento di confronto e formazione, una festa politica che pone un focus sulle migrazioni, sui conflitti nel mondo, sul sistema dell’accoglienza italiano e molto altro. Organizzato da Arci Toscana e tenutosi al parco I Pini di Cecina, quest’anno ormai alla ventitreesima edizione, il meeting comprende 5 giornate tematiche che, come riporta il pieghevole informativo, sono “incentrate, di volta in volta, sugli aspetti più stringenti legati ai temi dell’integrazione e dei diritti, con alcuni focus specifici sulla Siria e sui Paesi in cui Arci Toscana opera con i suoi progetti di solidarietà internazionale”.
Dal monetarismo di destra neoliberale al neopopulismo europeo di destra: la metamorfosi in gestazione di Matteo Renzi. Alla quale va reagito in modo serio e adeguato
Non mi pare che si stia prestando attenzione adeguata ai passaggi in corso negli orientamenti e nei comportamenti di Matteo Renzi: pesantemente attardati come siamo dal tentativo di fare di Pisapia la figura che miracolosamente ci condurrà alle prossime elezioni a un risultato a due cifre, quindi attardati da uno sforzo teso a fargli emettere qualche sillaba di sinistra sulle questioni che interessano le classi popolari, e di conseguenza condizionati dalla necessità di una periodica elencazione di obiettivi socio-economici immediati a copertura di un ritardo sempre più grave in sede di creazione di un programma formale di partito.
Dura sconfitta per il Partito Liberal-Democratico ma progressisti ancora in affanno: è questo il dato che emerge dalle elezioni per il rinnovo dell'Assemblea Metropolitana di Tokyo tenutesi lo scorso 2 luglio. Conferma il proprio momento di grazia la Governatrice Yuriko Koike che ottiene 49 eletti con la propria lista Tomin “First” no Kai (traducibile in italiano con “Associazione edochiani prima”, con la parola “first” in inglese nel nome originale del raggruppamento) cui si sommano sei eletti ufficialmente indipendenti ma che entreranno nel medesimo gruppo consiliare.
Koike nella precedente assemblea - che è eletta, nel sistema ipermaggioritario nipponico, ad anni sfasati rispetto al Governatore - poteva contare su una manciata di consiglieri usciti dal PLD e sui 22 che erano espressione del Nuovo Komeito.
Di Leonardo Croatto e Diletta Gasparo
Sono 5444 le firme dei docenti e dei ricercatori universitari che hanno deciso di aderire allo sciopero indetto per la prossima sessione di esami autunnali, durante la quale si asterranno dal far sostenere agli studenti gli esami di profitto durante il primo appello della sessione in questione. La rivendicazione parte dal mancato riconoscimento, per il quinquennio 2011 – 2016, degli scatti stipendiali per docenti e ricercatori il cui rapporto di lavoro è normato dalla legge e non da un Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro.
Una modalità di protesta nuova, che tra piattaforme che lasciano alquanto a desiderare (almeno nell’opinione di chi scrive), isterismi degli studenti e sberleffi, sta seminando perplessità. Ma proviamo ad andare con ordine.
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