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Da oltre un mese il fenomeno Blue whale, l’ormai celeberrimo gioco partorito dalla mente di Philipp Budeikin, che sembra abbia spinto molti adolescenti al suicidio, ha posto una nuova problematica sui potenziali rischi in cui ci si può imbattere nel web. La pericolosità del gioco e le sue conseguenze hanno scavalcato persino la delicata questione del cyber bullismo, sebbene anche quest’ultima resti una delle tematiche di discussione che più ha animato il dibattito pubblico relativo ai social network. Blue Whale ha portato alla luce il tema del suicidio – in particolare giovanile – ancora oggi considerato uno degli argomenti tabù della nostra società, tema che non va semplificato né minimizzato ma semmai affrontato nella sua complessità scandagliandone le cause di malessere più profonde.
Una guerra, in Medio Oriente, che non si chiude anzi si allarga
Considero per primi i passaggi subiti dai conflitti armati mediorientali in corso che precedono il cambiamento di presidenza negli Stati Uniti; poi ricapitolerò quelli successivi. Da quando ci ho provato l’ultima volta i cambiamenti di prospettiva di buona parte degli attori in campo sono stati enormi, sino a delineare un quadro generale molto diverso, quello precedente essendo determinato dalla centralità di Daesh – dal suo uso turco, dal contrasto portatogli da regime siriano, Russia, Stati Uniti e loro alleati, Iran e forze a esso legate – mentre Daesh ormai sta per essere sconfitto sia in Iraq che in Siria.
Ricapitolando fino a “prima” rispetto al quadro attuale
Esso era venuto assumendo la forma di un’instabile o ridotta, a seconda dei momenti, alleanza tra Russia e Stati Uniti, unita dall’obiettivo di far fuori Daesh. L’intervento russo aveva consentito di sbloccare un conflitto che durava da cinque anni e che stava portando al totale disfacimento della Siria, al consolidamento della forma semistatale assunta da Daesh, all’espansione parallela di al-Nusra (l’al-Qaeda siriana), a quella della coalizione Ahrar al-Sham nonché di una miriade di altri gruppi islamisti minori, a volte solo sigle di copertura delle due realtà maggiori, a volte loro alleati, a volte in conflitto con uno di essi o con tutt’e due, a volte su base etnica (soprattutto turcomanna), ecc. La Giordania, incaricata dall’ONU del censimento di queste forze, ne conterà 65.
Sono stati ritrovati morti, domenica scorsa, i sette marinai statunitensi del cacciatorpediniere USS Fitzgerald vittima di un incidente con una portacontainer filippina il 17 giugno scorso. I sette si trovavano ancora a bordo della nave. Nella dichiarazione ufficiale rilasciata dal viceammiraglio Aucoin della settima flotta di stanza nel porto giapponese di Yakosuka si è espressa gratitudine per il lavoro di ricerca ed assistenza prestato dalla Marina e dalla Guardia Costiera nipponica. Ancora da accertare le cause del grave incidente. Il 23 giugno le forze USA, dopo un iniziale rifiuto a collaborare, hanno fornito alle autorità nipponiche materiale utile ad individuare le responsabilità dell'incidente. “Dall'analisi dei dati dovremmo essere in grado di determinare le circostanze della collisione” ha dichiarato Katsunori Takahashi, portavoce del Tavolo per la Sicurezza nei Trasporti.
Da il manifesto del 15 giugno 2017
Nuove assoluzioni per l’amianto
Ancora un’assoluzione generale in un processo per le vittime dell’amianto. E ancora una volta il verdetto di non colpevolezza, dall’accusa di omicidio colposo, arriva dal Tribunale di Milano. Questa volta sono stati assolti otto ex manager della Breda Termomeccanica-Ansaldo, finiti sotto processo per la morte di una decina di operai causata, secondo la pubblica accusa, dall’esposizione all’amianto nello stabilimento milanese di viale Sarca tra gli anni ’70 e il 1985.
La necessità per Theresa May di costruire una coalizione parlamentare in grado di sostenere un governo di minoranza conservatore tra le fila dei dieci parlamentari unionisti, a seguito della dura “non vittoria” patita nelle elezioni dello scorso 8 giugno, ha sicuramente attirato l'attenzione verso la politica Nord irlandese, altrimenti di norma ignorata dai più.
I seggi in palio nelle piccole contee nordirlandesi sono appena diciotto, di cui attualmente – a seguito delle scorse elezioni – sette in mano allo Sinn Féin, storicamente si rifiuta di sedere a Westminster, mentre le restanti constituencies sono rappresentate da membri del Democratic Unionist Party (10) e da una indipendente unionista. Gli altri due partiti parlamentari “storici” delle comunità unionista e repubblicana, rispettivamente Ulster Unionist Party e Social Democratic and Labour Party, sono stati azzerati dal responso delle urne dopo un lungo declino. Alla polarizzazione storica tra comunità si è aggiunta la recente polarizzazione causata dalla Brexit, con il SF assolutamente pro-remain (e infatti ha vinto o si è consolidato nella maggior parte delle circoscrizioni adiacenti al confine terrestre con la Repubblica d'Irlanda) e il DUP schierato con il leave.
Giovedì 15 giugno è andato in scena presso il teatro del carcere di Sollicciano "La luna nel pozzo", uno spettacolo di teatro-danza realizzato dall'Associazione Pantagruel tramite il progetto finanziato dal Comune di Firenze "Laboratori al fresco: animazione culturale in favore della popolazione carceraria". L'Associazione Pantagruel da anni si occupa dei diritti dei detenuti, realizzando laboratori, corsi di formazione e creatività - come il laboratorio, avviato nel 2001, "la poesia delle bambole", un percorso pedagogico attraverso la creazione di bambole di stoffa - e continue battaglie per la dignità di chi è chiuso tra le sbarre. Lo spettacolo ha avuto come protagoniste 4 detenute del carcere coadiuvate da due operatrici/attrici dell'Associazione: Elena Cojocaro, Cristea Garofita (detta Erika), Maria Andrea Mistoc (detta Shakira), Maria Colangelo, Manuela Giugni ed Enrica Ignesti.
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