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Da il manifesto del 6 luglio 2017
Banche venete, il nodo manager e rimborso bond
Va avanti la discussione in commissione finanze a Montecitorio sul decreto legge che regala la parte buona delle due banche venete a Intesa San Paolo, compensata anche con 5 miliardi pubblici, mentre le perdite (fino a 12 miliardi) saranno anch’esse a carico dei contribuenti. Si annunciano comunque alcune lievi modifiche al decreto.
In memoria di Orhan Doğan - Libertà al popolo curdo
Il 29 giugno sono stati dieci anni dall’improvvisa scomparsa di Orhan Doğan: un compagno curdo che conoscemmo bene, mia moglie Silvana Barbieri e io, al processo a carico suo e di Leyla Zana, Hatip Dicle, Selim Sadak che si tenne ad Ankara dal marzo del 2003 all’aprile del 2004, quattordici udienze consecutive a un mese di distanza l’una dall’altra.
Il cineforum estivo torna nell'arena dentro le mura
A luglio il Gruppo Cineforum Arci S. Casciano torna in azione per la terza estate consecutiva. In attesa della prossima rassegna invernale del 2018 che ci proietterà nel decimo anniversario della nostra infaticabile e svitata attività ludico-cinefila, ecco 3 appuntamenti da segnare sul calendario con approfondimenti sul cinema italiano e internazionale d'autore. L'evento, posto all'interno del programma di "Effetto Notte 2017", è stato reso possibile dal prezioso supporto di Chianti Banca, del Circolo Arci, della Pro Loco di San Casciano con il patrocinio del Comune stesso.
La Gabbia dei Trattati
Il saggio di Matteo Bortolon sui trattati di libero scambio
«Uccidere o fare del male in modo aperto è potenzialmente inefficace, suscita ripulsa e senso di ingiustizia, ed è dispendioso; opprimere attraverso meccanismi più anonimi (come l'innalzamento dei prezzi dei generi alimentari o il taglio ai redditi medio-bassi) suscita meno opposizione e rende difficile individuare l'avversario. Un tratto di penna, sprofondando milioni di persone nella miseria, può fare più morti di una colonna armata».
Tanti “orizuru” (gru di carta) quante sono le nazioni che hanno boicottato il Gruppo di Lavoro per la stesura di un trattato ONU per il bando delle armi atomiche. E' questo il simbolo lasciato domenica scorsa dal sindaco di Hiroshima, Kazumi Matsui, sui banchi, rimasti vuoti, delle potenze atomiche durante una delle sedute tenutesi nel Palazzo di Vetro di New York. I negoziati, partiti il 15 giugno, continueranno fino al 7 luglio. “I Paesi possessori di tali armi dovrebbero giocare un ruolo di primo piano nella discussione” ha sostenuto Matsui, il quale si è però astenuto dal posare l'origami sul tavolo, anch'esso vuoto, della delegazione giapponese.
“Se il sindaco non ha messo l'orizuru sul tavolo del Giappone lo farò io” ha invece detto Toshiyuki Mimaki, uno dei sopravvissuti al bombardamento atomico del 1945. “Il Giappone dovrebbe prendere l'iniziativa per sradicare le armi atomiche in quanto è stato l'unico Paese ad esserne stato vittima durante una guerra” ha detto Mimaki.
Come che siano andate le cose, paiono comunque evidenti le reciproche intenzioni, una più pericolosa dell’altra. Quella del regime siriano è di evitare di trovarsi a gestire, come invece tende ad accadere, una ridotta porzione del territorio siriano, rappresentata dalla metà meridionale della sua metà occidentale, dalla striscia costiera e dal suo immediato retroterra (sotto stretto controllo russo), dal corridoio che a nord porta verso Aleppo nonché da questa città (quasi tutto il nord-ovest essendo invece in mano all’ELS, alla Turchia, ecc., e l’est sempre più all’FDS). Una tale prospettiva renderebbe inevitabile, al termine del conflitto o ancor prima, la fine del regime, l’esilio di Assad, ecc., probabilmente anche con il consenso di Russia e Iran. Mentre l’intenzione, quanto a Trump, pare ormai essere il controllo stabile, per il
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