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Da quando con l'estate gli sbarchi sulle coste italiane si sono fatti più frequenti la battaglia di dichiarazioni tra Italia e Austria sulla gestione dei confini e dei flussi migratori si è fatta particolarmente violenta. Paradossalmente, a questo profluvio verbale corrisponde una realtà sostanzialmente normalizzata: sono ormai pochissimi i migranti che tentano il viaggio verso le città austriache o verso Monaco di Baviera via Brennero, in quanto i mezzi di trasporto pubblici per la cittadina di confine sono da mesi pesantemente controllati da polizia italiana e personale FS e raggiungere il confine in altri modi è o molto disagevole o impossibile. I roboanti ultimatum di alcuni ministri austriaci – e le altrettanto precipitose smentite di altri membri dello stesso Governo uscente – riflettono quindi più che altro la situazione di campagna elettorale in cui si trova il Paese, come è stato giustamente notato da molti. Ma, nonostante tutto, la situazione politico-elettorale di oltreconfine è poco conosciuta al di qua del Brennero. Vale la pena provare a diradare un po' di foschia.
Rese note da TEPCO le immagini dal cuore di quanto resta del terzo reattore dopo che, la scorsa settimana, un robot era riuscito ad arrivare fino al nocciolo per carpire le preziose immagini. Il video, della durata di circa quattro minuti, mostra detriti di combustibile nucleare dispersi in un'area di circa 5 metri di diametro posta sotto il terzo reattore ed è il risultato di 16 ore di riprese effettuate il 19, 20 e 21 luglio.
Su un altro fronte la compagnia elettrica sta tentando di mediare a Niigata circa la riattivazione della centrale di Kashiwazaki-Kariwa che vede contrarie la Prefettura (guidata dall'ottobre del 2016 dall'esponente dell'opposizione Ryuichi Yoneyama) ed il sindaco di Kashiwazaki, Masahiro Sakurai, incontrato dal neopresidente di TEPCO, Tomoaki Kobayakawa, lo scorso 25 luglio. I reattori 6 e 7 dell'impianto sono attualmente sottoposti alle operazioni di verifica sulla sicurezza condotte dall'Agenzia Regolatrice per il Nucleare. Favorevole all'impianto Hiroo Shinada, sindaco di Kariwa.
È in avvio, basta dare una scorsa ai massimi quotidiani o ascoltare la RAI, una campagna orientata in più sensi: a fare di Pisapia il martire unitario di una sinistra settaria e tutta orientata a fare fuori il povero Renzi; a fare quindi della rottura operata da Pisapia nei confronti di questa sinistra un atto di legittima difesa; a espungere le posizioni politiche e gli obiettivi politici che hanno portato Pisapia alla rottura; a espungere il fatto che Pisapia ha tentato per tre mesi l’appropriazione di Articolo 1, il pensionamento politico delle sue figure fondamentali, la costruzione di un organismo centrale alle sue strette dipendenze, l’esclusione (altro che “insieme”) dal riaccorpamento a sinistra di referendari, Sinistra Italiana, Possibile. Passerà.
La ripresa del dialogo militare intercoreano al fine di evitare ulteriori tensioni: questa la mano tesa offerta da Seul ai cugini del Nord lo scorso lunedì. A rendere nota la proposta è stato il Ministero della Difesa augurandosi una ripresa di quei colloqui tra le due forze armate interrotti nel 2014 (l'ultima riunione avvenne nel villaggio di Panmunjom il 15 ottobre di quell'anno).
La notizia è stata salutata positivamente da Pechino che, con il Portavoce degli Esteri Lu Kang, ha dato il benvenuto ad una proposta che “non soltanto risponde agli interessi fondamentali delle due parti raffreddando la tensione nella Penisola ma favorisce anche la pace, la stabilità e la sicurezza regionale”.
Il filo sottile tessuto dal Presidente Moon, in un misto di arretramenti ed aperture, potrebbe però spezzarsi a causa di possibili mosse statunitensi o nipponiche. Un rapporto, impossibile da verificare, citato dalla stampa sudcoreana e da quella nipponica, mostrerebbe l'intenzione di Kim Jong Un (il quale avrebbe dato specifiche istruzioni a funzionari degli Esteri) di instaurare un dialogo direttamente con gli Stati Uniti.
Ce la farà il neopopulista Renzi?
Recentemente Renzi ha indicato il contenuto politico di una sua precedente dichiarazione, l’intenzione di andare alle elezioni politiche senza alleati. Ho definito tale contenuto come parte di un passaggio sostanzialmente populista. In assonanza netta al complesso delle destre europee, Renzi infatti ha anche dichiarato questi due obiettivi: primo, di non fare del fiscal compact lo strumento regolatore delle future politiche di bilancio dell’Italia; secondo, di portare per cinque anni di fila il deficit (il passivo annuo di bilancio) al 2,9% del PIL (attualmente è al 2,4%): ciò che, egli afferma, significherebbe (evidentemente al netto di riduzioni del prelievo fiscale) 30 miliardi a disposizione dello stato per attivare investimenti e crescita dell’occupazione, insomma una ripresa più significativa dell’attuale microripresa dell’economia italiana, tutta trainata da una ripresa europea non eccelsa ma neanche da disprezzare.
Significativa comunanza di vedute per il Giappone e gli altri Paesi del G20, Stati Uniti esclusi, sul commercio. “Il commercio internazionale e gli investimenti sono importanti motori di crescita, produttività, innovazione, creazione di posti di lavoro e sviluppo. Vogliamo tenere aperti i mercati sottolineando l'importanza di un quadro fondato sulla reciprocità ed il mutuo vantaggio […] continuando a combattere il protezionismo e le pratiche commerciali sleali riconoscendo il ruolo dei legittimi strumenti di difesa commerciale” si legge nella Dichiarazione Finale del vertice tra i capi di Stato e di governo con una parziale, ed insoddisfacente per Trump, apertura anche alle istanze nordamericane.
Il secondo giorno del vertice è stata anche l'occasione per un colloquio tra il premier nipponico ed il Presidente cinese Xi che ha avuto, come era naturale, la questione nordcoreana al centro.
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