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di Daniele Coltrinari e Luca Onesti
Diario di Una Volta 2016 - Un pomeriggio brasiliano, ma non troppo e un gregario diventato campione
Setúbal, 6 agosto 2016
Oggi siamo a Setúbal, a seguire la penultima tappa della Volta 2016. È inusuale, negli ultimi anni, che la Volta a Portugal (il più importante giro ciclistico a tappe portoghese) raggiunga queste latitudini a sud: la regione dell’Alentejo torna ad essere toccata dal giro ciclistico dopo 8 anni, mentre Setúbal, che quest’anno è anche Città Europea dello Sport 2016, ha dovuto aspettare 45 anni per rivedere un arrivo di tappa, era dal ’71 infatti che la Volta non arrivava qui.
Sono tristi, sono terribilmente tristi, le immagini che le televisioni ed il web fanno rimbalzare agli occhi ed alla mente in questi giorni. Tre paesi distrutti, un numero di morti incredibilmente alto e che continua a salire. Vite, storie, futuro, oggetti, fotografie, di tanti spezzate così... in un fiat.
E poi le polemiche che arrivano, in un epoca di comunicazione iperveloce, anche troppo presto. Qualche giornalista, che fa poco onore alla categoria, che cerca le lacrime o l'umiliazione di qualcuno con una coperta indosso, per il tg dell'una o delle venti.
Come aveva annunciato appena insediatosi, lo scorso 18 agosto il governatore della Prefettura di Kagoshima, l'anti-nuclearista Satoshi Mitazono, ha effettuato un'ispezione alla centrale di Satsumasendai. Il governatore ha auspicato lo spegnimento dell'impianto (alcuni spegnimenti per attività ordinarie di manutenzione e test di sicurezza avverranno da qui ad ottobre) e chiesto una revisione dei piani di evacuazione.
La centrale è stata la prima, e fino alla riattivazione di Takahama anche l'unica, centrale nucleare ad essere in funzione dopo lo stop precauzionale (ed i nuovi standard di sicurezza redatti dall'Agenzia Regolatrice) intervenuto a seguito della catastrofe del marzo del 2011.
di Daniele Coltrinari e Luca Onesti
Diario di una Volta 2016 - Covilhã e la tappa “rainha”
Covilhã, 2 agosto 2016
Anche nel 2016, come nel 2015, alloggiamo qualche giorno a Covilhã, poiché, oltre a essere una bellissima cittadina, è strategicamente comoda per raggiungere il traguardo della tappa “rainha”(regina) prevista domani con arrivo a Guarda (dista da Covilhã circa 50 chilometri) e con partenza da Belmonte. Una prova di circa 170 chilometri che passerà per ben due volte ad Alto da Torre, il punto più alto del Portogallo continentale (circa duemila metri di altitudine) situato in cima alla Serra da Estrela, il maggior gruppo montuoso lusitano. C'è stata un po' di contestazione da parte di alcuni tifosi e giornalisti, quest'anno, quando è stata presentata la Volta a Portugal 2016 e si è scoperto che la tappa “rainha” non sarebbe terminata ad Alto da Torre. Per molti di loro, questa novità renderà questa prova meno spettacolare. E non hanno tutti i torti, anzi, perché generalmente la tappa “reinha” termina proprio ad Alto da Torre, rendendola una tappa unica, dove i più forti corridori che lottano per la classifica generale si sfidano, scattando in salita, diversi chilometri prima dell'arrivo.
È stata presentata una denuncia, lo scorso 2 agosto, per il caso di spionaggio che ha interessato un edificio che ospita la sede del sindacato Rengo e che, durante l'ultima campagna elettorale, ha ospitato anche due comitati elettorali dell'opposizione (quello del democratico Adachi Shinya e quello di Yoshida Tadatomo, Presidente nazionale del Partito Socialdemocratico).
Il fatto è avvenuto a Beppu, località della Prefettura di Oita. Ad installare, senza le necessarie autorizzazioni, due telecamere, le quali filmavano ingressi ed uscite dallo stabile, è stato il locale commissariato di polizia. Un portavoce delle forze dell'ordine, sentito dalla stampa locale, ha negato che l'investigazione avesse carattere politico non specificando, però, la natura dell'indagine condotta. Le telecamere sono state posizionate nel prato davanti l'edificio lo scorso 18 giugno e rimosse il 24 dello stesso mese.
di Daniele Coltrinari e Luca Onesti
Diario di una Volta 2016 – prima e dopo Nossa Srª da Graça, c'è un duello portoghese-gallego. E ora si aspetta la tappa “rainha”
Se nella prima e precedente puntata del Diario di una Volta 2016, la trovate qui: vi abbiamo parlato della bellezza e della particolarità della tappa con l'arrivo nei pressi del Santuário de Nossa Senhora da Graça. È bene adesso raccontare un po' della cronaca sportiva e per farlo, è necessario fare un passo indietro. Sabato 30 luglio, si è disputata la terza prova della Volta a Portugal (la più importante competizione ciclistica a tappe portoghese che seguiamo quest'anno per la quarta volta consecutiva) di circa 160 chilometri che vedeva la partenza da Montalegre e l'arrivo a Macedo de Cavaleiros. Alla fine della prova si è aggiudicato la vittoria, dopo una lunga fuga, l’australiano William Clarke della squadra ciclistica Drapac, che ha battuto in volata l'italiano Marco Frapporti dell'Androni Giocattoli - Sidermec. I due corridori hanno tagliato il traguardo con un vantaggio intornio ai 50 secondi su un gruppetto di inseguitori, dove c'era anche il portoghese Rui Vinhas, della formazione W 52 - FC Porto, un gregario, uno di quei ciclisti che deve aiutare Gustavo Veloso, ciclista gallego e suo compagno di squadra nella W 52 - FC Porto e già vincitore della Volta a Portugal nel 2014 e nel 2015, a vincere anche quest'anno.
Gustavo Veloso, favoritissimo per la vittoria finale (in C'era una Volta in Portogallo, abbiamo scritto anche su di lui) ha tagliato il traguardo insieme al gruppo generale con quasi cinque minuti di distacco dal vincitore della tappe e con oltre tre minuti di ritardo sul suo compagno di squadra e gregario, Rui Vinhas. Morale della favola: Rui Vinhas si è ritrovato in Camisola Amarela (la maglia galla che indossa il leader della classifica generale) e Gustavo Veloso in nona posizione con un ritardo di 3 minuti e 45 secondi circa, dal suo compagno-gregario. E ora?
Domenica 31 luglio, quarta tappa della Volta a Portugal 2016, Bragança – Mondim de Basto con arrivo a Nossa Srª da Graça
È la tappa che ogni anno aspettano tutti gli appassionati di ciclismo in Portogallo, è una festa, una giornata dalle emozioni uniche e che abbiamo raccontato in maniera approfondita nel nostro libro C'era una Volta in Portogallo. Generalmente capita la prima domenica d'agosto, stavolta a fine luglio e si parte da Bragança, per raggiungere, dopo circa 190 chilometri Nossa Srª da Graça a quasi 1000 metri di altezza, dopo esser passati qualche chilometro prima, durante il percorso, nella cittadina di Mondim de Basto e aver scalato la salita del monte Farinha.
È Gustavo Veloso a vincere la tappa, il gallego è il grande favorito per la vittoria finale, come già scritto in precedenza e che oggi si aggiudica una tappa seguitissima alla televisione e per strada dai tifosi. Veloso batte in volta Jóni Brandão della Efapel e Daniel Silva della Rádio Popular-Boavista e recupera anche dei secondi di distacco dal suo compagno di squadra Rui Vinhas che rimane comunque in Camisola Amarela, mentre Veloso è ora secondo nella classifica generale con un distacco di due minuti 48 secondi.
E ora? Ora si aspetta la tappa “rainha”. Cos'è? Ve la spieghiamo nella prossima puntata del Diario di una Volta 2016
Daniele Coltrinari e Luca Onesti hanno pubblicato C'era una Volta in Portogallo edito da Tuga Edizioni con la prefazione di Marco Pastonesi, giornalista e scrittore, già editorialista della Gazzetta dello Sport.
Il libro è un racconto sportivo e non solo, del giro ciclistico portoghese: storie, protagonisti, cronache, tradizioni, feste popolari, luoghi, gastronomia, costumi, avventure e curiosità di una competizione unica.
Trovate maggiori informazioni su www.ceraunavoltainportogallo.wordpress.com
Foto di Luca Onesti
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