Per il resto, l’appoggio popolare era privo di organizzazione, quello della miriade di piccoli partiti, gruppi, ecc. era privo di coordinamento, mentre il grande sindacato del settore petrolifero era ostile. Era quindi da inventare, usando la rendita petrolifera, come affrontare i problemi, spesso drammatici, della quotidianità di vita di un popolo fatto di povera gente, frequentemente senza lavoro, a servizio nelle dimore dei ricchi, impegnata nell’economia informale, non raramente dedita ad attività illegali, all’accattonaggio, alla prostituzione; era da inventare come portarla a vivere una vita civile, dotarla di lavori decenti, case, acqua potabile, elettricità, fognature, asili, scuole, presidi sanitari, pensioni per i vecchi, ecc. Inoltre da subito la presidenza Chávez dovette provvedere allo smantellamento delle postazioni statali del potere oligarchico, coralmente orientate al boicottaggio, al sabotaggio e partecipi del progetto di un golpe da parte della polizia e della destra degli alti gradi delle forze armate. Non era uno scherzo riuscirci.
C’era da strappare parte del popolo all’adesione clientelare ai partiti socialdemocratico e democristiano. C’era da rendere totale l’appoggio dell’esercito al nuovo potere. C’era da rompere il monopolio della grande informazione, tutta in mano alla destra golpista. C’era, nonostante ogni difficoltà, da avviare subito le misure chieste dal popolo, pena il suo scoraggiamento. C’era, quindi, da strappare i lavoratori dell’industria del petrolio dal controllo di un sindacato venduto all’oligarchia, da impedire che esso e la parte corrotta dei lavoratori sabotasse la produzione, provocando il crollo dell’economia e aprendo la strada al golpe. C’era, dunque, da ricostruire la forma della rappresentanza, costruendola sulla partecipazione popolare e sul controllo popolare dei rappresentanti. C’era da far funzionare il governo, farne applicare le disposizioni. C’era da inventarsi un modo perché stessero assieme le forze popolari che si stavano attivando, i vari partiti e gruppi della sinistra, e da lavorare a un partito unificato della rivoluzione socialista.
In altre parole, c’era da avviare a costruzione, congelando gran parte del vecchio stato, le istituzioni operative di un nuovo stato a democrazia socialista-partecipata e della sua società civile organizzata. Quali le prime risposte, decisive, a queste necessità. Esse vennero dalle forze armate: a larga maggioranza storicamente legate al popolo, inoltre l’unica forza organizzata e disciplinata di grandi dimensioni. Da Cuba: che mandò qualcosa come 40 mila tra medici e insegnanti. Con la creazione delle misiones: collettivi di ragazzi, ragazze e militari che andavano nei barrios e nei paesi a costruirvi asili, scuole, ambulatori, luoghi per senza casa e malati psichici, a censire la parte mai censita della popolazione povera, a darle i documenti di identità e i certificati per votare. Poco più avanti arriveranno i Circoli Bolivariani: il primo momento della democrazia partecipata.
Lo sforzo controrivoluzionario fu anch’esso gigantesco. Accanto a boicottaggi, sabotaggi e disinformazione massmediatica ci furono lo sciopero a oltranza (durò due mesi, dicembre 2001 e gennaio 2002) del settore petrolifero e poco dopo (aprile 2002) il golpe, che arrestò Chávez, pose alla presidenza il capo della Confindustria, usò come fondamentale strumento non solo di propaganda ma anche di organizzazione sul territorio le televisioni private, e naturalmente fu immediatamente benedetto da USA, Spagna, Vaticano e Occidente in generale, suoi mass-media, tra i quali i sudici el País e la Repubblica, ecc. Sciopero e sabotaggio del settore petrolifero furono superati al prezzo di una lunga lotta, portata da una minoranza di operai e di tecnici, da una parte dei loro ex colleghi in pensione, e grazie all’invio di migliaia di operai specializzati e di tecnici da Brasile, Algeria, altri paesi. Da questa vittoria partirà la rifondazione su basi di classe del movimento sindacale. Il golpe invece, pericolosissimo per l’incolumità di Chávez ma anche da operetta, fu rapidamente sconfitto da un’imponente mobilitazione popolare e dalla reazione della maggioranza delle forze armate.