E incontriamo, così, uno dei tanti esempi di come la società greca si stia riorganizzando dal basso, di come sia risorto un vero e proprio sistema di “mutuo soccorso” entro i vari settori sociali che hanno visto progressivamente, dal 2011 ad oggi, lo smantellamento del welfare e dei servizi più fondamentali, come quello del servizio sanitario di base. Un esempio emblematico l'abbiamo visto durante il secondo giorno della nostra permanenza. Siamo in uno dei quartieri più famosi della città, quartiere di certo non “popolare”, Platia, nel quale è nato uno dei tanti distretti sanitari auto-organizzati della capitale. A parlarci sono alcuni volontari del distretto. Già dal 2011, infatti, sono sorte organizzazioni di medici, volontari, semplici cittadini che continuano a voler far fronte comune davanti alla tragedia che sta provocando lo smantellamento complessivo della sanità pubblica. Come? Semplicemente utilizzando distretti sanitari rimasti progressivamente inutilizzati(a causa dei tagli alla spesa pubblica), portandovi medicinali, strumenti e materiale medico. Mezzi che si riescono a recuperare attraverso raccolte gratuite e collaborazioni con centri medici specializzati Ad oggi sono circa 3 milioni i cittadini greci ad essere rimasti esclusi dalla assistenza sanitaria di base, come ci ricorda una volontaria del distretto sanitario autogestito; la causa principale di questa mancanza di copertura e di assistenza resta sempre la medesima: l'attacco progressivo e strutturale al sistema sanitario pubblico, al quale disoccupati, lavoratori con un reddito basso e soggetti sociali che vivono nella marginalità non possono più accedere. Forme di mutualismo dal basso di questo tipo si sono ricreate in tutto il paese: sono 40 i distretti sparsi per il territorio nazionale che continuano a operare sul territorio, vicino a cittadini senza fare distinzioni di sorta (politica, religiosa, sociale ecc...). L'obiettivo resta quello di difendere le fasce sociali più deboli: si sviluppano così accordi con ospedali, medici specialisti che intendono, in ogni caso, continuare a garantire un'assistenza sanitaria decente e “universale”. La cittadinanza esclusa dall'assistenza sanitaria cresce progressivamente: non a caso in molti distretti e ospedali si prevede l'istituzione di commissioni che decidano sulla possibilità di garantire i servizi anche a parti sociali teoricamente impossibilitate ad accedervi. Ma tali commissioni non ancora hanno iniziato ad operare in modo effettivo. Le difficoltà restano tante. Grazie al lavoro di 30 medici e di 30 volontari, però, il distretto sanitario continua ad andare avanti. Reti di cittadini si organizzano per raccogliere medicinali e stipulare convenzioni con le farmacie. Tutto questo senza pubblicizzare, a scopi politici, l'organizzazione che sta portando avanti una vera e propria resistenza ad una situazione sociale disastrosa. Molte le donne che arrivano nei distretti auto-organizzati, come molti gli uomini; tanti affetti da disturbi psichici: un fenomeno che non fa che testimoniare la natura assurda di una crisi che sta piegando un paese. Ma si vuole reagire, evidentemente. Anche con la consapevolezza di voler contrastare una politica neoliberista, attraverso programmi reali e radicali. Un punto sul quale i volontari insistono, costantemente, è che non intendono in maniera più assoluta sostituirsi al ruolo pubblico dello stato: si vive una situazione di emergenza, una fase storica drammatica, che tuttavia segnerà profondamente la società greca, il suo sistema di welfare, il suo modo di concepire l'importanza dei diritti. E' questa l'impressione che ci hanno lasciato i volontari del distretto.
Impressione non molto differente da quella suscitata da altri volontari ancora: quelli di una mensa popolare poco distante da lì. L'associazione di volontari nasce sempre intorno al 2011. La sua attività principale si sviluppava entro scuole e asili nido, fino a quando con l'avanzare della crisi i volontari in questione si accorgono che molti bambini di età non superiore ai dieci anni soffrivano sempre più di malnutrizione: da qui, l'idea di dedicarsi all'allestimento di mense popolari in città. Ancora un esempio di come si stiano sviluppano reti solidali di cooperazione: oltre alle raccolte di cibo e di mezzi di sostentamento nei mercati popolari e non, è la cittadinanza stessa a difendere i volontari di questi centri, spesso vittime di repressione da parte delle forze dell'ordine (specialmente di fronte ai mercati in cui vi sono le raccolte di viveri). Le mense popolari, è da ricordarlo, sono nate per principale iniziativa di Syriza, che costantemente cerca di essere al fianco delle fasce sociali più deboli.
Il nostro giro per la capitale greca prosegue. E mentre ci aggiorniamo sulle ultime proiezioni elettorali, attendiamo i risultati finali. Un'ultima immagine ci ricorda l'importanza di questa data elettorale: il cancello piegato, sfondato del Politecnico ateniese, riposto accanto a un monumento commemorativo accanto all'entrata della Scuola. Immagine che rievoca momenti bui della storia europea, che sembrano essere costantemente dimenticati. Momenti della memoria che sembra si voglia intenzionalmente recidere e far scomparire. Esempi di resistenza come quelli che stiamo vedendo per le strade, però, possono solo ricordarci da quali luoghi reali e concreti la memoria collettiva, la coscienza sociale e la politica possano risorgere.