Giovedì, 01 Marzo 2018 00:00

Il voto tra inconscio e riflessione

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Il voto tra inconscio e riflessione

Ieri sera devo aver mangiato un po’ più pesante del solito, ho il ricordo di aver sognato molto sul significato del voto in previsione della prossima scadenza elettorale.

Come facciamo tutti, tendiamo ad addormentarci mentre riflettiamo su un aspetto, a volte sul significato del film che abbiamo appena visto in televisione, sulla discussione un po’ agitata che abbiamo avuto con un amico/a, oppure sul dibattito politico (per noi appassionati), non tanto sui dibattiti televisivi diventati insopportabili, ma magari seguiti per accenni su Facebook, oppure riflettendo su articoli o testi letti appena prima o ripensati. Ieri sera mi interrogavo sul voto (un ossimoro per me iscritto a Rifondazione).

In quella situazione mi è tornata in mente l’emozione del primo voto, il 19 Maggio del 1968, lo stesso giorno del mio 21° compleanno (allora il traguardo della maggiore età): salii anche all’onore delle cronache (locali) con un articoletto sull’odiata “la nazione”, come il più giovane votante della valdelsa insieme alla più anziana e, con il massimo del simbolismo, votai a Sulmona dove prestavo servizio militare nel 17° Reggimento fanteria “Acqui” erede della Martire Divisione trucidata dai tedeschi a Cefalonia (cosa di cui vado ancora orgoglioso); ma il massimo era che candidato in quella circoscrizione (L’Aquila) era nientemeno che Pietro Ingrao il cui nome ripassai più volte per essere sicuro che venisse letto.

Il pensiero quindi ruotava (e ruota) sulla differenza tra quella sicurezza e il disagio di oggi: ha la stessa importanza? Perché il contesto non mi è chiaro come lo era allora e mi crea sofferenza? Un punto fondamentale è che si, l’importanza ce l’ha! Vedi il voto di poco più di un anno fa al referendum sulle modifiche alla Costituzione. Il problema è la chiarezza che manca, certo nell'immediato si vedono razzisti, la destra, i poteri forti, chiaramente sono nemici, ma come combatterli? Con le proposte in campo che ci sono, come può il mio voto essere utile per rafforzare la battaglia contro questi pericoli? E poi, come comunista, quale voto per mettermi in sintonia con una prospettiva di cambiamento?

Su questo a un certo punto mi ritrovo in una stanzetta poco illuminata, con due ragazzi si direbbero nemmeno trentenni che parlano fitto intorno ad un tavolino con un lume di candela, fa un freddo cane (reminiscenza della frequentazione delle sedi del PCI e dei gruppi, 60/70), d’altra parte il periodo è tra Dicembre 47 e Gennaio 48 (del 1800), sono Karl e Friedrick che hanno avuto l’incarico di scrivere il “Manifesto del partito comunista” dal 2° Congresso della Lega dei comunisti, che si è svolto nei giorni precedenti di Novembre. «I comunisti lottano per raggiungere gli scopi e gli interessi immediati (...) ma nel movimento presente rappresentano in pari tempo l'avvenire del movimento stesso.»

Già, aggiungo io, e come si traduce? Loro sembrano sbeffeggiarmi: tu hai visto per chi diamo indicazione di voto noi su queste pagine? Secondo le diverse condizioni nei diversi contesti è interesse dei comunisti votare per far progredire le condizioni più avanzate possibili e, al contrario, sconfiggere i disegni più reazionari e conservatori; dovrete quindi ragionare sulle determinate condizioni nelle quali vi trovate. In Italia oggi, al netto di innumerevoli ragionamenti, mi sembra che quello che va sconfitto è il disegno di costruire la "grande coalizione", quella che, innescato il pilota automatico, svuota di ogni significato, anestetizzandoli, i conflitti e mette la parola fine, logicamente, alla partecipazione, rendendo la politica al più inutile, al peggio una consorteria mafiosa.

Certo, aggiungo, non si può consentire che questo avvenga lasciando però vincere autonomamente la destra! E loro, al limite della pazienza, certo che no! Dovete impegnarvi contro la destra ma, nel contempo, sconfiggere chi, con una parte della destra, pensa di costruirci la "grande coalizione" e, nel far questo, sostenere chi ha le maggiori possibilità di ridimensionare coloro che perseguano questo obiettivo. Il fatto che vi ritroverete compagni di strada che in passato vi hanno combattuto e sostenute posizioni che vi hanno condotto a questa situazione è solo la controprova che questa è la strada giusta, trovarsi in gruppi sempre più ristretti a darsi ragione non porta da nessuna parte. Hai visto cosa scriviamo? «In Germania il partito comunista lotta insieme colla borghesia, ogni qualvolta questa prende una posizione rivoluzionaria contro la monarchia assoluta, contro la proprietà fondiaria feudale e contro la piccola borghesia reazionaria.» Oggi ci sarà, in Italia, un nemico principale da combattere elettoralmente anche con chi non è comunista? Non è, come ci dici, chi persegue la "grande coalizione"?

Si, certo, abbozzo, ma in che rapporto sta con le nostre prospettive di cambiamento? Sembrano recuperare un po' di comprensione e spiegano: in questi 170 anni che sono passati, avrete combinato qualcosa di buono, quello che hai letto e auspicavamo: «...affinché gli operai (...) siano in grado di servirsi subito delle condizioni sociali e politiche che la borghesia deve introdurre insieme col suo dominio...» si sarà in qualche modo e nonostante tutto, consolidato. «In una parola, i comunisti appoggiano dappertutto ogni moto rivoluzionario contro le condizioni sociali e politiche esistenti. In tutti questi moti essi mettono avanti sempre la questione della proprietà, abbia essa raggiunto una forma più o meno sviluppata, come la questione fondamentale del movimento.»

Su questo mi sono svegliato, c'è un obiettivo tattico elettorale: far fallire l'operazione "grande coalizione" convogliando il voto in modo corrispondente. C'è un obiettivo strategico: capire l'enorme passo avanti fatto dalla questione sociale e politica, grazie al contrasto capitale/lavoro, e come la questione della proprietà abbia raggiunto una forma molto sviluppata fino a rendere possibile e indispensabile il superamento della sua forma "privata" in favore di quella che, Karl e Friedrick, qualche anno prima, ne L'ideologia tedesca, hanno definito «individuale». Chiudendo, come si esprime Marx nella prefazione a Per la critica dell'economia politica, «...dunque la preistoria della società umana.»


Le citazioni tra virgolette sono tutte tratte dal capitolo IV: Posizione dei comunisti rispetto ai diversi partiti di opposizione, del Manifesto del partito comunista, tranne la citazione de L'ideologia tedesca e quella della prefazione a Per la critica dell'economia politica.

Immagine ripresa liberamente da lintellettualedissidente.it

Ultima modifica il Mercoledì, 28 Febbraio 2018 22:02
Mauro Lenzi

Pensionato, una vita nella CGIL, di cui è stato anche nella segreteria regionale, consigliere provinciale per due mandati legislativi fino al 2004, successivamente nel Consiglio Comunale di Colle di Val d'Elsa, dove già era stato eletto nel 1980 è stato nominato Assessore nel corso di questo mandato.

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