Nata a Firenze nel 1988, sono una studentessa iscritta alla magistrale del corso di studi in scienze filosofiche. Mi sono sempre interessata ai temi della politica, ma inizialmente da semplice “spettatrice” (se escludiamo manifestazioni o partecipazioni a social forum), ma da quest’anno ho deciso, entrando a far parte dei GC, di dare un apporto più concreto a idee e battaglie che ritengo urgenti e importanti.
Scrivere di mafia non è mai facile. Chi lo fa rischia la sua stessa esistenza, molte delle volte. Però dobbiamo continuare a farlo, a scriverla, a dirla, a raccontarla, altrimenti rischia di venire fagocitata dentro il silenzio omertoso, dentro il mutismo di chi trema, di chi tace, dentro la cecità di chi si volta da un'altra parte fingendo che non esista, o dentro la complicità di chi copre posizioni di potere e che di sottobanco costruisce il suo regno stringendo rapporti con quei personaggi che inquinano il nostro paese e contaminano le nostre istituzioni politiche e governative. Forse la mafia non potrà essere mai sradicata ma sicuramente il primo passo per combatterla è darle voce, condannarla, scrivere e dire un no deciso contro di essa, chi la seppellisce, chi la sotterra o chi rimane indifferente a questo malsano fenomeno, o peggio ancora chi ci va a braccetto, usufruendo di privilegi o voti, chi ci stringe affari, le regala ancora più vittorie e e si rende suo complice diretto.
Tra le varie figure di prestigio che in questi giorni abbiamo avuto l'onore di ospitare nella nostra Firenze in occasione dell'evento organizzato da Repubblica – La Repubblica delle idee - è stato presente anche Ulrich Beck, noto sociologo tedesco, famoso soprattutto per il suo concetto di rischio globale e che ha analizzato la crisi dell'euro, non senza posizioni piuttosto critiche nei confronti del suo governo e delle decisioni della cancelliera Merkel.
Sotto il magnifico soffitto del Salone dei Cinquecento di Palazzo della Signoria, il sociologo, cadenzato dagli interventi, le domande e le riflessioni di Riccardo Stagliano, giornalista di Repubblica e Wlodek Goldkorn, di origine polacca e responsabile culturale de L'Espresso, ha provato a delineare e approfondire il lato socio - culturale del fenomeno della globalizzazione.
La globalizzazione nasce dal mare. No, non si tratta di dipingere una botticelliana immagine di una rediviva Afrodite che emerge in tutta la sua eterea bellezza dalle schiume dell'acqua, ma dell'insolita tesi di Peter Sloterdijk, filosofo e saggista tedesco nato nel 1947.
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L'intervento successivo è quello di Vanessa Boretti, consigliere regionale ed ex consigliere comunale di Calenzano. La Boretti parla soprattutto della riforma elettorale che si sta discutendo in Toscana il cui intento è fornire maggior scelta ai cittadini, in modo che essi possano dare una preferenza più democratica e appropriata. Le questioni da affrontare sono quella della parità di genere (che, a detta del resoconto della commissione pari opportunità, non presenta cifre incoraggianti), la questione della rappresentanza territoriale, la tutela delle forze politiche più piccole e ovviamente la questione del voto agli stranieri. Una riforma elettorale deve tener conto di tutte queste variabili.
Domenica 19 maggio, nell'ambito delle iniziative dell'edizione di Terra Futura 2013 si è tenuta anche l'assemblea dal titolo “Cinque milioni di migranti senza diritto di voto. Un deficit di democrazia da sanare”, svoltasi nello stand della Provincia di Firenze. Il tema ovviamente è molto attuale ed è stato riportato in auge proprio in questi giorni grazie alla proposta di legge della neo ministra dell'integrazione Cecile Kienge Kashetu che vorrebbe innanzitutto tramutare lo ius sanguinis in ius soli per tutti i bambini “stranieri” che nascono in Italia. La ministra purtroppo ha dovuto subire attacchi feroci, provenienti soprattutto dalle forze leghiste e razziste che siedono (di nuovo purtroppo) in Parlamento e infatti durante tutti gli interventi si è voluto sottolineare la solidarietà e la vicinanza a Cécile e alla sua proposta così ingiustificatamente dibattuta e avversata, solidarietà che si esprime chiaramente nel “sottotitolo” della conferenza: “Anch'io sono Cécile Kyenge”.
Anche il piccolo comune di Lastra a Signa ha voluto festeggiare la data del 25 aprile, e lo ha fatto nel modo più suggestivo ed intenso. La serata, organizzata dall’AMPI, si è svolta al circolo Arci “le due strade”, dove la compagnia teatrale “il vaso di Pandora” ha messo in scena , per la regia di Carla Calò il toccante spettacolo “… se vi assiste la memoria..” Mai titolo fu più adatto, perché , anche in questo presente vituperato, in cui si dice che il 25 aprile è morto, ucciso dalle nefandezze della politica, del mal governo, di un’insana democrazia messa a dura prova dagli intrighi del palazzo e dalle logiche dei poteri forti, la memoria resiste e deve resistere.
Un applauso scrosciante e quasi interminabile ha accolto Roberto Saviano, il 23 aprile, alla Feltrinelli, in occasione della presentazione del suo ultimo libro “Zero zero zero”. Anche se si è trattato ben di più che una semplice presentazione, e chi conosce l'autore e il suo modo di parlare, di raccontare, lo sa. Il potere di questo libro sta nel rendere la cocaina, (questo, come è noto è il tema) non qualcosa di lontano, avulso e astratto dalle nostre vite, ma visceralmente presente nella trama delle nostre esistenze quotidiane, nell'economia con cui ogni giorno, almeno a piccoli livelli, abbiamo a che fare.
“Un'idea di bellezza”. Questo è il titolo che è stato dato alla mostra di arte contemporanea inaugurata giovedì 28 marzo, alla strozzina di palazzo Strozzi e che raccoglie le opere di otto artisti contemporanei – Vanessa Beecroft, Chiara Camoni, Andreas Gefeller, Alicja Kwade, Jean Luc Mylayne, Isabel Rocamora, Anri Sala, Wilhelm Sansnal – che hanno cercato di dar colore o voce, o o forma a quella che può essere oggi l'esperienza della bellezza? Si può ancora parlare di bellezza? Che cos'è il bello?
La seconda parte dell'assemblea prende avvio proprio da questa tematica, in una direzione più economica e che pone al centro anche l'Europa, tanto che il titolo di questa seconda “sessione” era proprio: “Priorità dell'agenda per uscire dalla crisi”. Molti sono stati gli interventi (di Guido Viale, Roberto Musacchio, Andrea Baranes, Monica Pasquino, Tiziano Rinaldini, Andrea Di Stefano, e molti altri ), che hanno continuato a porsi proprio su questo piano, tra chi mostra come dopo il trattato di Maastricht del 1992 siamo entrati in un vicolo cieco di politiche e di forme di austerità sempre più rigide – fiscal compact, controllo ferreo dei bilanci degli stati, spending review, la quale lungi dall'essere una revisione della spesa pubblica prevede solo tagli lineari e sanguigni ad essa - .
Il 13 aprile, al Teatro Puccini di Firenze si è riaperta l'assemblea nazionale di Alba, ad un anno dalla precedente, svoltasi sempre a Firenze. Dopo un anno vediamo come le cose possano essere cambiate o come altre invece, si siano irrimediabilmente verificate o come certe speranze siano state bruciate, come certe aspettative siano state deluse o come certi tristi pronostici portati al loro estremo compimento.
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