Nata in Sicilia, ha studiato a Roma e Pisa e vive a Cardiff, in Galles, dove lavora a un dottorato in Storia Antica e insegna latino. Autrice di prosa e teatro, è pubblicata in Italia da Einaudi Editore.
Il sarcofago nero di Alessandria e la maledizione del cattivo giornalismo
Quando si lavora in una disciplina come l'archeologia ci si abitua in fretta al fatto che soltanto le scoperte eccezionali o eclatanti raggiungeranno le prime pagine dei giornali, o, di questi tempi, la circolazione di massa su internet. Per questo motivo, è stata in un certo senso una sorpresa, sulle prime, che una scoperta singolare, ma certamente non rivoluzionaria, avvenuta di recente ad Alessandria in Egitto stesse facendo un certo scalpore tra il grande pubblico.
“Vive la France du métissage!”
Di finali di calcio, immigrati africani, e chi non li vuole
“Vive la France du métissage!” è lo status pubblicato da un mio conoscente di lavoro, francese di origini vietnamite (che per brevità chiameremo N.), subito dopo la vittoria della nazionale francese nei recenti mondiali di calcio.
Le nuove sinfonie dell'elettronica: una conversazione con BRUCH
Tra le vene artistiche contemporanee che si distanziano dal mainstream pur rimanendo accessibili a un pubblico vasto, la musica elettronica è in un certo senso tra le più fortunate. Con la sua congenita attenzione al suono in senso esteso è riuscita spesso ad aggirare l'ossessione maturata in ambito pop per la voce al di sopra di tutto, producendo risultati di notevole complessità e diventando per molti versi una testa di ponte dell'avanguardia musicale.
Di arte, politica e cantieri navali: alcune considerazioni a seguito di The Last Ship
La convergenza tra arte e politica è da sempre un tema allo stesso tempo importante e rischioso. In diversi momenti storici, l'introduzione di temi politici in opere d'arte – siano esse visive, performative, o letterarie – è stata vista come un valore aggiunto o perfino una nobile missione, ma anche come un elemento controverso e, talvolta, passibile di censura.
Ancora su sessismo e censura: di rappresentazioni e interpretazioni
Verrebbe sempre voglia di sperare, magari in maniera un po' ingenua, che dopo tutte le discussioni e tutti i dibattimenti che in questi ultimi anni ci sono stati intorno a quali contenuti siano o meno appropriati o accettabili nell'arte, si sia giunti alla conclusione che la censura, anche quando operata con le migliori delle intenzioni, sia in ambito artistico sempre una cattiva idea. L'arte, verrebbe voglia di sperare, deve essere – dovrebbe essere – libera da tutti i vincoli che può essere legittimo imporre in altri ambiti, come il dibattito politico o il giornalismo; non dovrebbe esserci comportamento o aspetto dell'animo umano, per quanto controverso o aberrante, che le sia impedito di esplorare.
Contro la fabbrica del pop: una conversazione con i False Heads
In un'epoca in cui la scena musicale appare sempre più dominata da talent show di vario genere e dai loro vincitori, che occupano le classifiche con carriere tanto esplosive quanto spesso brevi, è diventata quasi una rarità imbattersi in una band che si fa strada fino ai grandi festival partendo dai locali del proprio quartiere.
Quando il cabaret combatte contro il cancro: un'intervista con Rose Thorne
Tra tutte le forme d'arte, il cabaret è storicamente forse quella più strettamente legata al mondo dell'underground e della controcultura.
Agent of Change: la legge che protegge la musica dalla speculazione
'Gentrification' è una parola sinistramente familiare per chi si occupa dei problemi legati alla crescita delle grandi città, e in particolare delle tensioni di classe che le contraddistinguono.
Il cambiamento culturale parte dal basso: una conversazione con i Welcome Back Delta
In un certo senso, i Welcome Back Delta sono l'esempio perfetto di quello che viene in mente quando ti viene chiesto di immaginare un progetto musicale interessante e fuori dal mainstream, con l'abilità di dimostrare che non c'è bisogno di una grande label per attrarre un seguito, farsi strada attraverso una serie impressionante di concerti e festival, e ritrovarsi con una consistente produzione di buona musica come prova di tutto questo.
Club del libro su Twitter: tra cultura e nuove tecnologie
È uno stereotipo molto comune, specialmente associato a preoccupazioni sul comportamento e la cultura di gruppo delle generazioni più giovani, che internet, e i social media in particolare, rappresentino una forza particolarmente deleteria quando si tratta dello sviluppo di una formazione culturale. Tutti quanti abbiamo a un certo punto letto l'inevitabile articolo di costume in cui si opponeva, come fosse un bivio senza altra possibile uscita, il tempo trascorso su internet a quello trascorso a leggere, giungendo alla conclusione che le interazioni di gruppo sui social media, oltre a essere un pericoloso covo di bullismo e diseducazione, stiano gradualmente accentuando il distacco degli adolescenti e post-adolescenti dalle attività tradizionalmente culturali, prima fra tutte proprio la lettura.
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