Lunedì, 09 Febbraio 2015 00:00

Lunàdigas - Felici e senza figli

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Lunàdigas - Testimonianza, racconti e motivazioni di donne che hanno deciso di non avere figli.
Intervista alle autrici
Marilisa Piga e Nicoletta Nesler

Il “senso materno” è qualcosa di istintivo o eteroindotto? Se le donne, tutte le donne, non fossero fin dalla più tenera età sottoposte al bombardamento, sociale, mediatico e culturale, che fa della maternità un dovere sacro a cui tutte devono anelare per raggiungere la totale completezza, cosa accadrebbe? Attualmente non possiamo dare una risposta a questo quesito ma, possiamo finalmente sapere cosa pensano le donne che hanno scelto di non diventare madri.

“Gran parte delle donne occidentali scelgono di non avere figli. Lunàdigas è dedicato a loro, a noi” è questa la frase che apre il sito http://www.lunadigas.com.

Il progetto ha un nome forte “Lunàdigas“ (www.lunadigas.com), termine della lingua sarda per indicare le pecore che non vogliono figliare per via della “luna storta”, è stato pubblicato il 22 gennaio. Portato avanti da due registe, Nicoletta Nesler e Marilisa Piga, non è semplicemente un film, ma un webdoc, una raccolta di contenuti multimediali: testi, articoli, idee, interviste, per innescare un dibattito su una condizione che è ormai tutt'altro che minoritaria in Italia.
Obiettivo delle due autrici far riflettere e discutere senza pregiudizi su una scelta molto privata che nella morale comune non viene ancora accettata e viene, nella maggior parte dei casi, tacciata di egoismo.

Una scelta che descrive una condizione ricca di sfumature che narra della decisione consapevole di non procreare, con buona pace dei tutori della famiglia tradizionale che, nei giorni scorsi, si sono riuniti per mettere in scena il loro teatrino. “Quando incontrerai l’uomo giusto”, è solo perché l’orologio biologico con ha ancora cominciato a tichettare”, “sbrigati a sistemarti prima che sia troppo tardi” sono alcune delle frasi che le donne si sentono inevitabilmente ripetere nella loro nella loro vita. Se qualche decennio fa non avere figli per una donna voleva dire essere "segnata da dio" per sempre, attualmente, in Italia, vi è stata una leggera evoluzione, ma c’è ancora molto da fare.
“Lunadigas” mostra chiaramente che il non avere figli non sia causato da uomini sbagliati e che alcune donne ignorano deliberatamente, e con orgoglio, sempre che esista davvero, quel famoso ticchettio.

Le due registe hanno attraversato il Paese per incontrare e intervistare donne, giovani e meno giovani, voci famose ed ignote, ma anche uomini. Da Lidia Menapace a Melissa P. passando da Veronica Pivetti, Moni Ovadia, Lea Melandri, Margherita Hack e molti altre e altri che con pudore, naturalezza, orgoglio o imbarazzo hanno parlato della propria decisione, della propria vita, della propria esistenza “childfree”, termine coniato dagli anglosassoni proprio per evidenziare la scelta consapevole e determinata di una vita in cui non c'è spazio per i figli.


È ancora un tabù essere donna senza voler essere madre? In un mondo dove appare ancora indissolubile il legame tra identità femminile e ruolo materno, in un mondo che sembra continuare ad affermare che la realizzazione e la completezza di una donna si ha solamente con la maternità, senza che l’emancipazione femminile sia riuscita a scalfire lo stigma da sempre attribuito a questa scelta, la decisione di non volere figli appare ancora oggi come qualcosa di anomalo, scandaloso e/o addirittura “contro natura”. Un lavoro quello delle due registe di “Lunàdigas” che non può non aprire una riflessione profonda sul perché le donne scelgono sempre più spesso di non avere figli.
Chi e quante sono in Italia le donne che “si scoprono” sprovviste dell’istinto di maternità e restano senza figli per scelta volontaria? Per il documentario, Nicoletta Nesler e Marilisa Piga hanno anche commissionato una ricerca Eurisko, (consultabile qui) dalla quale emerge un profilo delle donne che tra i 18 e i 55 non hanno figli e hanno deciso di non averli. Sono donne con un livello d'istruzione più alto della media, redditi proporzionalmente più elevati e che in larga maggioranza lavorano, con molti progetti e prospettive per il futuro. Per il 56% vivono una relazione di coppia stabile, per il 40% sole.

Guardando “Lunadigas”, ma anche semplicemente guardandoci intorno, possiamo, senza ombra di dubbio, affermare che la scelta childfree è chiaramente una decisione lucida che ha motivazioni personali, intime profonde e varissime, tanti pezzettini di un mosaico che narrano tutte dell’essere sempre individui complessi e articolati che scelgono di realizzare le loro vite in un modo diverso ma non per questo meno sereno.

“Mamma, sarai con me tu non sarai più sola..” diceva un vecchio pezzo musicale. Allo stato attuale possiamo affermare che le donne, ma più in generale tutti gli uomini, trovano in ciò che le fanno sentire vive e realizzate la sconfitta al senso di solitudine e per molte di queste il concepimento non ne fa parte.

Di questa scelta percorribile e raccontabile ne abbiamo parlato con le autrici.

1) Come’è nata l’idea di ”Lunàdigas?”

Nicoletta Nesler: L’idea di lavorare insieme con Marilisa nasce poco prima del 2000. Abbiamo vinto in passato un premio, assegnato da una giuria tutta al femminile, per un documentario - “Inventata da un Dio distratto” - sulla vita dell’artista sarda Maria Lai, un omaggio a una delle artiste più importanti del Novecento, scomparsa nell'aprile del 2013. Partendo proprio dall’esperienza di quel lavoro su Maria Lai abbiamo deciso di trattare un tema e di raccogliere voci giovani e meno giovani e di tesserle insieme per raccontare una scelta.

 

2) Per parlare di un tema così delicato e controverso avete usato un mezzo innovativo, quello del web documentario. Cosa consente in più rispetto al documentario tradizionale?

Marilisa Piga: L’idea del webdoc ci è venuta in mente da subito perché avevamo immaginato una struttura corale, e meno rigida, rispetto alla forma tradizionale, interattiva e facilmente usufruibile da parte di tutti coloro che sono capaci di usare la tecnologia. Abbiamo notato che le donne, ma anche gli uomini, ci regalavano testimonianze cosi intime e delicate che l’idea di tagliuzzare e ridurre ogni testimonianza - visto che l’idea era quella di raccoglierne un gran numero - a poco più o poco meno di un minuto ci sembrava frustrante e riduttiva. Gli spezzoni sono tutti lì, in forma integrale con le parole che ognuno ha trovato più adatte per raccontare e raccontarsi, alcuni durano 10 minuti, altri molto meno ma sono tutte testimonianze importanti.

3) Lunàdigas unisce insieme a numerose opinioni donne celebri o sconosciute, giovani e meno giovani, una sessione che trovo molto interessante, quella dei “monologhi impossibili” come nasce l’idea?

Marilisa Piga: Intanto crediamo sia importante dire che i testi dei monologhi impossibili sono stati scritti da un uomo. Nicoletta e io veniamo da un’esperienza di programmi radiofonici e cosi pensando alle interviste impossibili degli anni 70 c’è venuto in mente di far parlare, di dar voce, ai personaggi dei fumetti, passando per Barbie a Jane Austen fino a giungere figure storiche particolarmente rilevanti, ad esempio Rosa Luxemburg, per ribadire ulteriormente che se pur è vero che questa scelta sembra affermarsi negli ultimi anni di donne senza figli ne sono esistite in tutti i tempi.

4) In questo intreccio di dialoghi non mancano le voci maschili, perché questa decisione?

Nicoletta Nesler: Abbiamo sentito l’esigenza di ascoltare anche voci maschili, abbiamo avvertito chiaramente che anche in una coppia dove c’è una grande sintonia la scelta. Pur sapendo che la decisione appartiene alla donna, viene chiaramente condivisa altrimenti la coppia, l’unione, non reggerebbe davanti ad una scelta di tale portata. Bisogna però avere chiaro che, cosi come accade per le donne, esistono uomini, omosessuali e non, che hanno già deciso di non avere figli e di non diventare padri.

5) Molte delle donne che avete incontrato individuano come uno degli elementi determinanti della loro scelta la critica alla famiglia tradizionale e verso la maternità com’è concepita nella nostra società. Qual è la vostra idea al riguardo sul modello di famiglia attualmente dominante?

Marilisa Piga: L’opinione nostra non compare nel video e non è un caso, noi abbiamo voluto escludere il nostro ruolo di giudizio, ci siamo proposte come semplici croniste e abbiamo registrato le testimonianze sospendendo il giudizio. Il modello di famiglia tradizionale, oggi un po’ sfumato ma era rigidissimo negli anni '50 e moltissime delle donne, proprio quelle nate fra gli anni '50 e '60 hanno proprio preso questa scelta per rompere con questo cliché della donna brava madre di famiglia.

6) Perché vi è ancora così tanta difficoltà a rispettare e capire che anche senza figli una donna possa sentirsi realizzata? Quanto è ancora stigmatizzata oggi la scelta di non avere figli?

Marilisa Piga: Succede che quando le persone arrivano a capire che una donna ha fatto questa scelta, non come una cosa che è accaduta quindi una donna da compatire, ma come una cosa che è stata volutamente cercata, cala il gelo e questa viene spesso tacciata di egoismo. Ribaltando la questione, noi potremmo dire che allo stesso modo può essere considerata egoista la scelta di chi decide di avere figli per non restare solo, o sola, una volta vecchi. Noi crediamo invece che questa sia una scelta responsabile e guardando il webdoc questo è palese. L’atteggiamento negativo e di condanna chiaramente c’è ancora. Con l’uscita di Lunàdigas abbiamo ricevuto lettere di molte donne, delle diverse parti del Paese che, oltre ad essere felici del fatto che si parli di un tema che fin’ora poco dibattuto da questo punto di vista, ci raccontano di sentirsi meno sole nel sapere che questa è una scelta che sembra molto condivisa.

7) Non ne sentono il bisogno o è il futuro incerto e la crisi dilagante a metterle in questa condizione? Le donne sono childfree per scelta o per costrizione?

Marilisa Piga: Il nostro campione di donne è limitato, quindi è chiaramente difficile dare una risposta precisa a questa domanda, possiamo però affermare che quasi nessuna delle intervistate ha parlato del problema economico come causa determinante della sua scelta di non avere bambini, hanno tutte narrato di motivazioni più personali.

8) È possibile sfatare il mito della donna non sposata, senza figli, magari un po’ avanti con gli anni triste e sola?

Nicoletta Nesler: Le persone che hanno fatto questa scelta non si sono ritrovate un giorno alla soglia dei cinquanta o dei sessant'anni nella più totale solitudine. Quasi tutte le donne che parlano nel video affermano che hanno scelto in giovane età di non avere bambini e, nella maggior parte dei casi, sono sicuramente donne tutt’altro che sole, anzi sono palesemente donne impegnate - che sicuramente non sono pentite - con una vita che non abbiamo timore definire completa.

9) L’astrofisica Margherita Hack che, nel video di cui è protagonista, oltre a raccontare che né lei né il suo compagno hanno mai sentito il desiderio di aver figli afferma: “la mia eredità? L’ho lasciata agli allievi, ne ho avuti tanti. Una persona dovrebbe mettere al mondo una creatura solo se sente veramente questo desiderio”. Questo web-documentario visto che anche voi avete scelto di non avere figli può essere considerato come la vostra eredità?

Marilisa Piga: Il webdoc è in un eterno working progress quindi si, può essere considerato un’eredità. Può essere continuato infinitamente, e continuato costantemente. Diventerà presto un film e lì inseriremo - oltre che alcuni estratti e spezzoni delle testimonianze che si possono vedere, ascoltare e leggere adesso nel nostro sito - anche contenuti nuovi fra cui le nostre testimonianze.

Ultima modifica il Mercoledì, 11 Febbraio 2015 20:00
Ketty Bertuccelli

Sono nata e vivo a Messina. Pensatrice sovversiva: antifascista, comunista, femminista, interista 

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