Giovedì, 28 Marzo 2013 00:00

Il coming out in Italia - Arcigay

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Si è riunito a Bologna, nei giorni 23 e 24 marzo, il Consiglio Nazionale di Arcigay, in occasione del quale è stato eletto il nuovo organismo dirigente.

Il nuovo presidente è Alberto Baliello, al suo fianco i due vice presidenti Rosario Duca e Salvatore Simioli. Nella segreteria nazionale dell’Associazione entrano a far parte anche Bruno Moroni, delegato omofobia e coming out, e Ottavia Voza, delegata tematiche trans.

Durante questi due giorni, molto intensi, l’associazione ha discusso sui temi di interesse specifico delle comunità LGBT, incentrati sull’esigenza di coniugare le battaglie per i diritti e le libertà di omosessuali, lesbiche e trans. E’ stato, inoltre, approvato all’unanimità il bilancio preventivo per il 2013 e il bilancio consuntivo relativo all’anno 2012.

Intervistiamo con piacere Rosario Duca, uno dei due, vice presidenti nazionali di Arcigay.

1) Rosario, innanzitutto gli auguri da parte de “Il Becco” per la tua elezione come vice presidente del Consiglio Nazionale di Arcigay. Puoi spiegarci quanto è difficile fare “Coming Out” in un ambiente “provinciale” come quello italiano e siciliano in modo specifico? Cosa diresti ad un ragazzo/a che ha il timore di fare “Coming Out”?

Intanto grazie per gli auguri, ho ritenuto con la mia candidatura alla Presidenza del consiglio nazionale di arcigay, che poi nella mediazione ha portato alla vice presidenza, fosse giunto il momento che la città di Messina con tutti i comuni dell’ex provincia potesse avere un proprio rappresentante all’interno della dirigenza nazionale dell’associazione. In circa trent’anni di storia del comitato Messinese mai si era ottenuto nulla inteso come incarichi (anche minimi). Qualcuno farà riferimento ad uno dei primi Presidenti Nazionali (Sergio Lo Giudice) oggi Senatore, di origine Messinese ma da sempre a Bologna per il suo lavoro, per cui alla sua elezione a Presidente Nazionale non lo si vide come un Presidente Nazionale Messinese, come invece si disse con Patanè (Catanese). Per cui era il momento che anche il nostro territorio potesse essere in qualche modo valorizzato per la sua storia (con Siracusa siamo i comitati più antichi in Sicilia, mi riferisco anche alla continuità del comitato sul territorio). Concludendo ho chiesto che venisse valorizzato il lavoro che da anni i comitati messinesi e la comunità sta facendo non con poche difficoltà.

Coming Out? Farlo è una cultura territoriale accentuato più o meno dall’area geografica in cui ci troviamo. Nel nostro territorio è qualcosa che avviene in percentuali molto inferiori rispetto a città del nord in quanto rimane sempre il timore di ciò che può conseguirne. Credo che come associazione locale abbiamo le nostre colpe, il non aver creato nel passato momenti di discussioni franche sull’argomento, non dando così possibilità ai candidati al coming out di esprimere i propri dubbi e timori. Negli ultimi anni abbiamo cercato di colmare questa lacuna creando parallelamente un sistema di garanzia tutela contro eventuali ritorsioni omofobiche. Ai ragazzi che vogliono fare coming out dico quanto segue: non fatevelo imporre, maturatelo prima in voi stessi, parlatene con le associazioni di riferimento o discutetene all’interno di gruppi che di questo parlano. Dopodiché consiglio sempre di fare il coming Out partendo dalla famiglia (certo ci sono casi di famiglie dov’è complicato farlo) la famiglia è quella che ti ritrovi nel momento che potresti ritrovarti solo o per altri mille motivi che facile comprendere. Il coming out è un azione che rende liberi, una volta fatto non si dovrà più tergiversare in mille azioni per nascondere ciò che si è. Triste è dover usare una maschera per ogni occasione, bello è camminare a testa alta è lasciare che sia un problema per gli altri che vogliono crearselo il problema sulla sessualità, ma chi fa il coming out può andare fiero della normalità che vive. Insomma ragazzi fare coming out rende liberi e la libertà rende felici.

2) Il 17 maggio di ogni anno si celebra la Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia con numerose le iniziative in tutta l’Italia. Una ricerca Istat racconta un'Italia ben disposta ad accettare due persone dello stesso sesso che si amano, nonostante ciò sono numerosi gli episodi di omofobia, fra gli ultimi l’aggressione verbale ai due medici palermitani in una banca. Credi che, questa antinomia sia insormontabile oppure parafrasando G. Falcone siamo in grado di affermare che l'omofobia "è solo un fatto umano e come tutti i fatti umani ha avuto un inizio e avrà una sua fine"?

Si ed anche a Messina questa ricorrenza la sentiamo in maniera nostra. L’omolesbotransfobia spesso è causata da persone che non si accettano di base loro stessi (per mille motivi, non solo sessualmente) che però sono minoritari rispetto alla maggioranza che vede la normalità tra due uomini che camminano mano nella mano. Poi ci sono i gruppi violenti, questi sono omolesbotransfobi così quanto sono razzisti etc. Qui entra in campo la politica che ha dimostrato una lacuna pesante col non aver approvato una legge contro le discriminazioni sessuali, vedi esempio la bocciatura della proposta Concia più altri dell’ottobre 2010 dove una parte politica sollevò il problema d’incostituzionalità e affossò grazie anche alle assenze di molti della sinistra, quella proposta di legge. Proposta che non era il massimo, ma era già qualcosa. L’inasprimento della legge Mancino potrebbe essere un ottimo deterrente, ma la mancanza di laicità di questa politica porta a risultati discriminanti verso una gran parte della popolazione Italiana. Sposo in toto l’affermazione di G. Falcone, ma credo che per arrivare alla fine bisogna che si continui sui territori ciò che si è iniziato, ovvero il dialogo con tutti/e su argomenti che un tempo venivano considerati tabù.

3) Si dice sempre che i giovani sono di mentalità più aperta. Ciò nonostante non è raro che l’omofobia assuma tinte forti e drammatiche proprio fra i giovani italiani: in che modo lo interpreti?

Le Tinte forti di omolesbotransfobia tra i giovani Italiani, fai caso che spesso chi commette questo reato appartiene a gruppi politici o altro che la violenza la predicano e che oggi attaccano il gay, la lesbica, il trans ma che subito dopo rivolgono la loro violenza contro immigrati o portatori di handicap. Sono violenti e basta, e qui si mostra la grande contraddizione della nostra politica e del nostro sistema giudiziario che non prevede punizioni esemplari o se prevede pene, sono irrisorie. Il 17 Maggio a cui stiamo lavorando quest’anno a Messina cercheremo di dare un impronta diversa, cercando di toccare punti nevralgici del problema Omolesbotransfobia.

4) Esiste oltre a una discriminazione sessuale condivisa, anche una ulteriore discriminazione “di classe” per gli omosessuali?

La discriminazione di classe per gli omosessuali c’è anche se poco evidente in quanto nascosta nell’omolesbotransfobia generalizzata, per cui non facilmente individuabile.

Diritti civili e governo: dovere di reciproca assistenza, diritto ad ereditare e ad avere la pensione ma senza possibilità di avere figli o adottarli, questi sono in breve i punti della proposta di legge del Partito Democratico sulle unioni civili qual è il tuo parere a riguardo?

I diritti civili o meglio il matrimonio egualitario è la battaglia che portiamo avanti da sempre. Il non aver ottenuto ancora nulla di concreto (con leggi nazionali) è dovuto alla mancanza di laicità della politica. Non amo fare differenzazioni tra questo o quel diritto, in quanto nel termine “DIRITTO” leggo la completezza di tutto ciò ch’è paritario a prescindere dall’orientamento sessuale. Così come la nostra Costituzione recita.

5) L'elezione del nuovo Papa, ha riacceso nella comunità LTBG la discussione sulle posizioni della chiesa sul tema delle unioni civili. Ritieni sia la Chiesa che effettivamente frena il processo di apertura sul tema o sono piuttosto i partiti che se ne fanno scudo per scaricare la responsabilità politica della propria inadeguatezza?

Da Agnostico non credo che l’elezione del nuovo presidente dello stato vaticano possa cambiare qualcosa, anzi non avrebbe mai dovuto essere così. Non credo che lo stato vaticano abbia ingerito di forza in questi argomenti, ma sono stati i politici che si sono susseguiti nei parlamenti Italiani che anziché sottostare al mandato elettorale laico dato dal popolo sovrano,hanno offeso questi e si sono assoggettati (anche per credo religioso o per convenienza di voti) al vaticanista di turno. L’anomalia Italiana è grande su questi temi, al popolo italiano si chiedono parità di doveri, ma si negano parità di diritti. L’Italia continua a pagare multe e rinnega quanto viene dalla comunità Europea in merito ai diritti civili, rigettando pure, quanto la corte costituzionale ha in diversi modi e tempi sentenziato. Oggi si è in cammino verso un cambiamento di rotta, certo il cambiamento non lo leggo nella proposta beffa dl PD con il sistema Tedesco. Questo sistema proposto non è altro che un semplice registro unioni civili comunale un po’ allargato. Io sono per il diritto egualitario nel significato intrinseco del termine, senza diminuzioni di sorta.

6) Quest’anno il Pride Nazionale Arcigay si terrà a Palermo, per la prima volta nella storia, il 22 giugno, puoi spiegarci il motivo di questa scelta?

Sono contento che non usi il termine gay pride. Il Pride non è solo gay ma anche lesbico, transessuale e trattandosi di una rivendicazione di diritti è un momento per tutti/e di manifestare.

Importante che quest’anno si faccia il Pride Nazionale a Palermo perché mai la Sicilia che ha una forte comunità LGBT ed è la regione con il più grande numero di comitati (ex provinciali) ha avuto un evento d’importanza nazionale, però ha la necessità di sentire la vicinanza della comunità nazionale e perché no, sentire maggiormente riconosciuto il lavoro fatto, inoltre con le istanze in Iter alla Regione sui diritti civili ed altro è un sostegno forte alle istanze di tutti/e. La scelta su Palermo è naturale, è il capoluogo, è la sede della Regione Siciliana, è facilmente raggiungibile con treni e aerei, c’è un comitato Pride che ha dimostrato (negli ultimi anni) di saper affrontare un impegno (gravoso) come quello dell’organizzazione dei Pride, che non è facile, allora benvenuti in Sicilia e buona rivendicazione di diritti al Pride nazionale di Palermo.

Grazie a Rosario Duca per la sua disponibilità.

Foto tratta da static.gaywave.it

Ultima modifica il Domenica, 27 Ottobre 2013 22:13
Ketty Bertuccelli

Sono nata e vivo a Messina. Pensatrice sovversiva: antifascista, comunista, femminista, interista 

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