Quindi un gesto simbolico necessario che arriva a conclusione di un percorso di uguaglianza e rispetto. Non a caso, secondo i rilevamenti Ilga Europe, la Gran Bretagna è il Paese dove la popolazione LGBT è meno discriminata, con il 77% di atteggiamenti positivi. La maglia nera in questa classifica spetta, e ciò non ci stupisce, all’Italia con solamente il 19% di atteggiamenti non discriminanti, a pari merito, se così si può dire, con Bosnia, Bulgaria, Turchia, Lettonia e Lituania. Proprio per questa posizione la nostra Nazione è stata condannata a versare 120 milioni di Euro, la cifra più alta mai pagata da uno Stato dell’Unione Europea. Cifra che si somma alle numerose multe a cui l’Italia è sottoposta proprio per la non tutela dei diritti e dell’uguaglianza tra i propri cittadini.
E senza neanche volerlo si riapre il dibattito nel nostro Paese. La domanda che sentiamo più spesso è: “ma con tutti i problemi sociali ed economici che ci sono, dobbiamo occuparci di queste cose frivole?” Beh, al di là che proprio frivole non sono, ma vediamola per un momento solo dal punto di vista economico, tutte le sanzioni che paghiamo, con conseguente aumento del dubito pubblico non sono forse assurde? Basterebbero dei riconoscimenti per le coppie omosessuali per evitare un ulteriore addebitamento verso l’Unione Europea. Ma è così difficile?
La Gran Bretagna è l’ultimo esempio, ma in Europa vi sono altri Stati che hanno legiferato su questa materia. Il primo in assoluto sono stati i Paesi Bassi (2001) dove si prevede sia il matrimonio che sia l’unioni civili registrate. Nel 2003 è la volta del Belgio, nel 2005 della Spagna dove la legge ha creato numerose polemiche soprattutto dal Partito Popolare, che però ha perso il ricorso alla Corte Costituzionale che ha dichiarato legittimo il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Nel 2008 sono arrivate le leggi scandinave (Norvegia e Svezia) che hanno effetto anche sulla Chiesa luterana. Due anni dopo il parlamento portoghese ha approvato la proposta di legge per regolarizzare il matrimonio omosessuale, escludendo però la possibilità di adottare figli. Il presidente della repubblica Aníbal Cavaco Silva (membro del partito conservatore) inizialmente dichiarò che si sarebbe avvalso del diritto di veto, ma in seguito ha cambiato opinione e ha firmato la legge. Sempre nel 2010 è arrivata la legge anche in Islanda. In Danimarca e in Francia la norma è stata approvata nel 2012.
Quindi, non ci resta altro che aspettare il Parlamento Italiano, che è stato, nel 2010, anche legittimato a legiferare in tal senso dalla Corte Costituzionale, nella cui sentenza si legge:
«La sentenza della Corte Costituzionale n. 138 del 2010 ha negato fondamento costituzionale al diritto al matrimonio tra due persone dello stesso sesso, in riferimento sia agli artt. 3 e 29, sia all'art. 2 Cost. Dunque, il suo riconoscimento e la sua garanzia - cioè l'eventuale disciplina legislativa diretta a regolarne l'esercizio -, in quanto non costituzionalmente obbligati, sono rimessi alla libera scelta del Parlamento»