Anche con il cambio dell'esecutivo si continua a parlare di prepensionamenti, di tagli del personale e di risparmio della spesa pubblica. Se non che oggi si è scoperto un intoppo. Il Ministro con la delega alla Pubblica Amministrazione Madia ha presentato 4 emendamenti al disegno di legge di riforma che in un certo senso cambiano, almeno in parte, il panorama: saltano infatti i 4000 prepensionamenti nella scuola previsti dal disegno di legge. I docenti classificati come quota 96 (ovvero 61 anni e 35 di contributi o 60 anni e 36 di contributi) non potranno andare in pensione perché non ci sono le coperture finanziarie. In 4000 tra insegnanti di scuola che avrebbero dovuto andare in pensione e professori universitari che avrebbero dovuto godere di un prepensionamento si ritrovano così a non poter godere ancora del diritto alla pensione.
E ancora una volta ci si ritrova a gestire la cosa pubblica mettendo delle pezze, cercando di rimediare ad errori di calcolo molto approssimativi. Come successe nel caso degli esodati (che ancora non hanno trovato soluzione al loro dramma), anche in questo caso il governo si ritrova a fare le corse per evitare la tragedia: ed è così che 4000 persone che dopo una vita di lavoro avevano diritto alla pensione si ritrovano costretti a continuare a lavorare perché pare che per la loro pensione, nonostante gli anni di contributi pagati, non ci sono i fondi.
E altrettanto allucinante è come questo incidente pare non aver suscitato riflessioni sullo stato in cui viene lasciata l'amministrazione pubblica. Servizi fondamentali come la scuola e l'università sono coperti da sempre meno professionisti e sempre più vecchi: persone che vengono private del loro diritto alla pensione e che si ritrovano a svolgere il loro lavoro in condizioni sempre peggiori, dovendo fare in 2 il lavoro che prima veniva fatto in 3. Il blocco del turn over voluto con le riforme dei ministri Gelmini e Tremonti fa sentire sempre più la sua stretta, che piano piano sta soffocando questo Paese. E la morsa è particolarmente feroce nell'ambito scolastico ed universitario, dove la carenza di ricambi e nuovo personale sta andando a compromettere in maniere presto irreversibile l'offerta formativa. Un governo che non si pone questi problemi riguardo al futuro del proprio Paese è tutto tranne un buon governo.