Martedì, 05 Agosto 2014 00:00

Scuola: rimandata la pensione per 4000 lavoratori

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Un gran parlare di riforma della Pubblica Amministrazione. Il governo di Renzi, mandando avanti il Ministro Madia, ha fatto proprio il luogo comune per il quale il settore pubblico altro non sarebbe che “il male” assoluto di questo Paese. E quindi a pagare i costi della crisi (e della cattiva amministrazione che stiamo vivendo) sono anche gli stessi lavoratori pubblici, per quanto dovrebbero invece godere di condizioni di lavoro ottimali in quanto dipendenti statali. Per quanto il Ministro Fornero abbia rappresentato un personaggio scomodo, che con la sua riforma delle pensioni ha mandato in subbuglio i piani di vita di centinaia di migliaia di lavoratori e nonostante la “patata bollente” degli esodati lasciata in eredità, questo governo non pare avere intenzioni di discostarsi dalla strada indicata dall'ex ministro.

Anche con il cambio dell'esecutivo si continua a parlare di prepensionamenti, di tagli del personale e di risparmio della spesa pubblica. Se non che oggi si è scoperto un intoppo. Il Ministro con la delega alla Pubblica Amministrazione Madia ha presentato 4 emendamenti al disegno di legge di riforma che in un certo senso cambiano, almeno in parte, il panorama: saltano infatti i 4000 prepensionamenti nella scuola previsti dal disegno di legge. I docenti classificati come quota 96 (ovvero 61 anni e 35 di contributi o 60 anni e 36 di contributi) non potranno andare in pensione perché non ci sono le coperture finanziarie. In 4000 tra insegnanti di scuola che avrebbero dovuto andare in pensione e professori universitari che avrebbero dovuto godere di un prepensionamento si ritrovano così a non poter godere ancora del diritto alla pensione.

E ancora una volta ci si ritrova a gestire la cosa pubblica mettendo delle pezze, cercando di rimediare ad errori di calcolo molto approssimativi. Come successe nel caso degli esodati (che ancora non hanno trovato soluzione al loro dramma), anche in questo caso il governo si ritrova a fare le corse per evitare la tragedia: ed è così che 4000 persone che dopo una vita di lavoro avevano diritto alla pensione si ritrovano costretti a continuare a lavorare perché pare che per la loro pensione, nonostante gli anni di contributi pagati, non ci sono i fondi.

E altrettanto allucinante è come questo incidente pare non aver suscitato riflessioni sullo stato in cui viene lasciata l'amministrazione pubblica. Servizi fondamentali come la scuola e l'università sono coperti da sempre meno professionisti e sempre più vecchi: persone che vengono private del loro diritto alla pensione e che si ritrovano a svolgere il loro lavoro in condizioni sempre peggiori, dovendo fare in 2 il lavoro che prima veniva fatto in 3. Il blocco del turn over voluto con le riforme dei ministri Gelmini e Tremonti fa sentire sempre più la sua stretta, che piano piano sta soffocando questo Paese. E la morsa è particolarmente feroce nell'ambito scolastico ed universitario, dove la carenza di ricambi e nuovo personale sta andando a compromettere in maniere presto irreversibile l'offerta formativa. Un governo che non si pone questi problemi riguardo al futuro del proprio Paese è tutto tranne un buon governo.

Ultima modifica il Lunedì, 04 Agosto 2014 16:00
Diletta Gasparo

"E ci spezziamo ancora le ossa per amore
un amore disperato per tutta questa farsa
insieme nel paese che sembra una scarpa"

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