Sabato, 06 Settembre 2014 00:00

Una risposta a Bertinotti

Scritto da
Vota questo articolo
(3 Voti)

Le ultime dichiarazioni di Bertinotti hanno lasciato l’amaro in bocca a molti compagni, che nel recente passato l’avevano sostenuto e votato.
Tuttavia, come direbbe lui, a mio (modestissimo) parere la questione appartiene più a quel (pessimo) costume politico degli italiani chiamato trasformismo che all’attualità dei problemi che affannano la vita delle persone.
La conversione di Bertinotti non è e non sarà certo l’ultima, la storia d’Italia vanta esempi ben più illustri, dal Crispi garibaldino e repubblicano al Crispi monarchico africanista, dal Mussolini socialista rivoluzionario al Mussolini duce del fascismo, senza contare gli infiniti esempi minori di cui quello del nostro personaggio è solo l’ultimo in ordine di tempo.

Tuttavia, come direbbe lui, a mio (modestissimo) parere la polemica, più che sulle giravolte dell’ex compagno, dovrebbero essere centrata sulla sostanza delle sue affermazioni, ovvero la superiorità totale del liberalismo su qualsiasi pensiero alternativo, per confutarle sul piano politico e culturale.
A questo fine può essere utile la lettura di un agile testo pubblicato recentemente da Laterza, nella collana Idòla, che non a caso si presenta come “Libri contro le false certezze”, dal titolo: “Senza proprietà non c’è libertà” FALSO!; l’autore è Ugo Mattei.
Due parole sull’autore. Ugo Mattei è insegnante di diritto civile all’Università di Torino e di diritto comparato all’Università della California e all’International University College (IUC) di Torino, ma a parte le rilevanti competenze in materia giuridica, l’autore ha patrocinato presso la Corte Costituzionale l’ammissibilità dei referendum sull’acqua pubblica ed è tuttora impegnato nella difesa dei beni comuni, anche nella sua qualità di presidente di ABC (Acuedotto Bene Comune) ripubblicizzata azienda del Comune di Napoli.

In meno di 90 pagine l’autore contesta alla radice il diritto di proprietà, con argomentazioni storico-giuridiche, non senza incursioni nel campo economico e dell’attualità politica, denunciando le ragioni unicamente ideologiche dei difensori di questo presunto “diritto” naturale, che l’autore accomuna sotto il nome di liberalismo, rifiutando la divisione ipocrita fra “liberali” e “liberisti”, che per Mattei è solo il frutto di una cattiva coscienza o di un voluto inganno.
Inoltre Mattei denuncia due elementi di non poco conto, anche ai fini del dibattito che necessariamente deve aprirsi sull’argomento:
a) il fatto che la proprietà privata sia circondata da mille tutele giuridiche e garanzie politiche, mentre non avviene altrettanto per la proprietà pubblica o comune che dir si voglia, che così può essere saccheggiata in totale impunità a favore di quella privata;
b) la condizione dei “piccoli proprietari”, o meglio dire coloro che hanno solo una sorta di “proprietà d’uso”, per i quali la “proprietà” è circondata da tutta una serie di obblighi che di fatto rendono costoro “schiavi” della loro proprietà, citando a questo proposito la sorte degli espropriati della Val di Susa.

In definitiva il testo di Mattei pone a noi, che ci definiamo ancora comunisti, una domanda di non poco conto, per definire noi stessi come alternativa all’attuale società: I mezzi di produzione e di scambio sono un bene comune?
Ecco la discussione da aprire, altro che le affermazioni di qualche politico passato.
Infine un’altra informazione, il libro è dedicato a Gianfranco Mattei partigiano, gappista, comunista ucciso alle Fosse Ardeatine, una ragione in più per leggerlo.

Immagine tratta da: www.huffingtonpost.it

Ultima modifica il Mercoledì, 10 Settembre 2014 12:52
Francesco Draghi

Francesco Draghi, nel Partito Comunista Italiano prima e dalla sua fondazione nel PRC, ha ricoperto in entrambi incarichi di direzione politica, è stato amministratore pubblico.

Devi effettuare il login per inviare commenti

Free Joomla! template by L.THEME

Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti.