Martedì, 23 Aprile 2013 00:00

I democratici di Bersani, i Borgia e i Tudor

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In questi ultimi tempi la rete La7 ha programmato due serie televisive: I Borgia e I Tudors, la prima di produzione canadese la seconda statunitense.

Le due serie, pur con qualche libertà storica – soprattutto la prima –, raccontano le vicende di due storiche famiglie: I Borgia, ben conosciuti a noi italiani, che conquistarono il papato con Alessandro VI (al secolo Rodrigo Borgia) e i Tudor, che regnarono sull’Inghilterra – non ancora unita alla Scozia –  dal 1485 al 1603 e di cui i sovrani più conosciuti furono Enrico VIII, noto per aver promosso lo scisma della chiesa anglicana da quella cattolica e inventato il divorzio all’italiana, e Elisabetta I, che fondò la potenza britannica sui mari sconfiggendo la Spagna.

Le due serie sono ben costruite e ben recitate, dense di colpi di scena e di effetti forti: scene di sesso, assassinii efferati per mezzo di pugnale e di veleno, intrighi politici e dinastici, asservimento di ogni più nobile sentimento e di ogni valore etico al raggiungimento di scopi non sempre nobili e non sempre puliti.

C’è stata però una terza serie, andata in onda su tutte le reti, che ha superato nettamente in quanto ad intrighi, inganni e tradimenti le due precedenti. Il suo titolo? I Democratici!

Pur mancando in questa serie il sesso, che è appannaggio dell’opposto schieramento, il sangue, sia pure in forma simbolica, è corso in maniera abbondante ed il veleno è stato propinato sotto forma di velina, una forma capace di uccidere (politicamente) più di qualsiasi composto chimico.

La trama avvincente quanto squallida è presto riassunta come una sceneggiata napoletana.

In primo luogo i personaggi: isso (Pierluigi il vecchio), chisto (il partito) e o malo guaglione (Matteo il giovane), don Felice Sciosciammocca Azzecarbugli (Principe del foro partenopeo), il dottor Sottile (il palo della banda di via del Corso), il professor Balanzone (dell’ateneo bolognese), il Capitan Fracassa detto anche lo Stratega Infallibile (Minimo da Gallipoli), i tre e più porcellini (gli amici di o malo guaglione), il lupo degli abruzzi (mangiato dai porcellini), in più svariate centinaia di comprimari che pensano di recitare un ruolo fondamentale.

La trama: nel Regno di Piddilandia una sorda lotta viene intrapresa dal Giovane per sostituire come cancelliere il Vecchio, di fatto limitato nelle sue mosse dal Principe, mentre Capitan Fracassa tende trappole con l’uno contro l’altro e viceversa; la vicenda si svolge con intrecci, corsi e ricorsi, colpi di scena che l’esercizio della vostra più sfrenata fantasia è ben lontana dall’immaginare e su cui sarebbe troppo lungo soffermarsi.

La storia tiene poi bene insieme aspetti diversi e contraddittori: la tragedia più fosca con la farsa più sguaiata, si piange e si ride allo stesso tempo. Piangono soprattutto gli spettatori che per vedere tutto lo squallore di questi personaggi hanno pagato un biglietto d’ingresso salatissimo.

Alla fine chi vince? Perché in ogni storia che si rispetti qualcuno deve pur vincere. Nel nostro caso vince il sovrano assoluto, dissoluto e biforcuto di un regno confinante: il Reame di Bunga Bunga.

Immagine tratta da qn.quotidiano.net

Francesco Draghi

Francesco Draghi, nel Partito Comunista Italiano prima e dalla sua fondazione nel PRC, ha ricoperto in entrambi incarichi di direzione politica, è stato amministratore pubblico.

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