Lunedì, 12 Agosto 2013 00:00

No Muos: "Fermarlo è possibile. Fermarlo tocca a noi".

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Niscemi 09 agosto 2013 – Gli attivisti NO MUOS si sono dati appuntamento ore 16.30 all’ingresso della Sughereta di contrada Pisciotto (Niscemi- CL) e da lì è partita la manifestazione contro i lavori di costruzione del sistema satellitare MUOS, acronimo di Mobile User Objective System, che le forze armate americane progettano di istallare nel cuore della riserva naturale limitrofa alla città di Niscemi nella base militare americana di contrada Ulmo.

Si erano lasciati a marzo a seguito alla decisione del Presidente della Regione di revocare le concessioni accordate dai precedenti Governi regionali per la costruzione del sistema satellitare, ma una nuova presa di posizione del governatore siciliano concede il via libera della Regione siciliana al proseguimento dei lavori, percorrendo cosi la strada del suo predecessore Lombardo.

A sostegno dei manifestanti, è arrivato l’appello di venti intellettuali americani, tra cui il celebre linguista e filosofo statunitense Noam Chomsky, invitano il governo USA a fermare l’istallazione del sistema di comunicazione satellitare Muos a Niscemi. “Il progetto Muos e la militarizzazione della Sicilia non sono nell’interesse dei cittadini e delle cittadine americani. Condanniamo fermamente le violenze contro i manifestanti e chiediamo che il loro diritto di parola e di protesta venga rispettato. Esprimiamo la nostra piena solidarietà con la società civile siciliana in protesta contro il Muos”.

Da Niscemi alla Val di Susa, della nostra terra non si abusa”, continua ad essere questo lo slogan più gridato, segno inequivocabile che per gli attivisti la contrarietà alla realizzazione del più grande sistema di comunicazione satellitare non ha confini.

A distanza di trent’anni dalla grande stagione di lotta contro i missili a Comiso rinasce nella Trinacria un possente movimento per la pace e contro la militarizzazione dell'isola.

E cosi, sotto un sole cocente, circa 4000 manifestanti, preceduti da uno striscione che recita: ”FERMARLO E’ POSSIBILE – FERMARLO TOCCA A NOI” , attraversano il polveroso sentiero della Sughereta.
Un corteo caratterizzato dalla presenza dei militanti del Coordinamento regionale dei Comitati, esponenti di diversi partiti di sinistra, sindacati, associazioni e comitati (Arci, Rifondazione, CSP, Pdci, CobaS, Libera contro le mafie, associazione antimafie "Rita Atria",Legambiente), dalle agguerrite, mai arrese, mamme NO MUOS, tanti sindaci isolani e i relativi gonfaloni: ma soprattutto uomini e donne di ogni età fermamente convinti che la lotta contro il MUOStro di Niscemi è una battaglia per la difesa dell'ambiente, per la pace, per la libertà, per l'autodeterminazione di un popolo e per diritto alla sovranità.

Scanditi slogan contro gli Usa, la militarizzazione, l’inquinamento e le spese militari ed i cori non risparmiano il governatore dell’isola.
“E’ giunta l’ora di porre fine a un processo di militarizzazione che ha trasformato quest’isola in una piattaforma armata a guardia degli interessi degli USA nel Mediterraneo, distruggendo il territorio mettendo a rischio la nostra salute e la nostra sicurezza.” dice una giovane attivista. “L’Italia ripudia la guerra e non è disponibile a mantenere nel proprio territorio uno strumento, come il Muos” dice una signora anziana poco più in là, “Bisogna salvare la Sughereta, è una zona di altissimo valore ambientale.”

Intanto, dopo un corteo di circa 4 chilometri, i NO MUOS giungono all’ingresso della base americana ed hanno un solo obiettivo, introdursi nella base USA per “liberare” i 10 attivisti che con un blitz tra giovedì sera e venerdì mattina sono riusciti ad arrampicarsi su alcune antenne NRTF violando la zona militare. Fra gli attivisti saliti sulle antenne c’era anche Turi Vaccaro, il pacifista tornato in libertà su ordine del gip dopo l'arresto dello scorso 10 luglio per aver cercato bloccare la parata militare in occasione delle celebrazioni per il settantesimo anniversario dello sbarco alleato a Gela.

All’ingresso della base decine di poliziotti in assetto antisommossa, ma dopo qualche poco rilevante tafferuglio numerosi attivisti sono riusciti a demolire le recinzioni o a scavalcarle, penetrando così all’interno della base.

Il prato della base militare è stato invaso, per alcune ore, da donne e uomini, giovani e anziani, da famiglie con bambini; anime e corpi diversi strettamente legati dal preciso obiettivo di proteggere il loro territorio e dall’orgoglio di rivendicare insieme i loro diritti.

Un momento commovente ed un’emozione difficile da raccontare o far immaginare percorre tutti i manifestanti.
Il popolo della pace e del disarmo sfila all’interno della base militare, in modo allegro e colorato, pacifico e determinato come nelle ore precedenti.
I militanti dei No Muos, in marcia, si sono, successivamente, recati fin sotto alle antenne e gli attivisti che si erano arrampicati sono scesi per unirsi alla moltitudine, mentre la Polizia, in maniera molto responsabile ha esclusivamente svolto un’azione di controllo.

“E' stato bellissimo, la lotta non si ferma" hanno affermato gli attivisti approdai giù dopo quasi 24 ore.
A Niscemi il 9 agosto c’erano oltre 30 gradi, ma senza ombra di dubbio fischiava il vento del cambiamento; Contro la militarizzazione della Sicilia, contro le forme nuove di un colonialismo vecchissimo. Sembra Comiso e invece è Niscemi, sembrano trent'anni fa e invece accade oggi.

Fotografia di Ketty Bertuccelli

Ultima modifica il Domenica, 27 Ottobre 2013 22:16
Ketty Bertuccelli

Sono nata e vivo a Messina. Pensatrice sovversiva: antifascista, comunista, femminista, interista 

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