Guerra Civile e violenza nella storia contemporanea italiana

Il dizionario di politica della UTET (Bobbio, Matteucci, Pasquino) dedica sei pagine alla definizione del termine 'guerra', passando poi a definire il significato di 'guerra fredda' e 'guerriglia'. Manca la voce 'guerra civile'. Si può inoltre leggere come manchi "una definizione univoca del concetto di guerra". Ogni periodo storico ha il suo orizzonte di senso nel leggere la violenza organizzata ed è evidente come l'assenza nella sinistra del XXI secolo di una riflessione sul potere determini un'inadeguatezza degli strumenti con cui si legge il passato (esemplare forse è il dibattito sulla non violenza che ha attraversato Rifondazione Comunista, durante il suo V Congresso, nel 2002, attraversato dalle suggestioni del Movimento No Global e poi ridotto a una parodia delle sue argomentazioni nel sentire diffuso).

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Venerdì, 26 Maggio 2017 00:00

Incontrando l'America Latina

È stata una serata emozionante quella di lunedì scorso, 22 maggio. Al Circolo Arci “Il Progresso” il cuore della rivoluzione è tornato a battere grazie ai compagni e alle compagne dell’America Latina che ci hanno contagiato con il loro calore, il loro fuoco, la loro passione e con la forza del loro spirito hanno fatto sentire di nuovo viva e quasi tangibile la possibilità di un cambiamento.

L’iniziativa, “L’UE e l’offensiva imperialista” è stata organizzata dal GUE con l’intento di accendere i riflettori sugli attacchi interni ed esterni che l’America Latina sta subendo ma anche della resistenza orgogliosa dei militati e del popolo latino americano che stanno mettendo in atto un processo di profonda trasformazione e re-azione ai tentativi golpisti che tentano di soffocare, con l’appoggio delle “democrazie” occidentali (in particolare quella nordamericana) il processo rivoluzionario, le libertà politiche e sociali e l’autodeterminazione di un popolo che lotta per la sua autonomia politica ed economica contro le dinamiche imperialiste e il dominio selvaggio del neo-liberismo. Durante la serata sono saliti sul palco in un crescendo di emotivo coinvolgimento, ospiti e relatori della sinistra parlamentare europea e latino americana, tra cui l’europarlamentare Eleonora Forenza, Joao Pimenta Lopes, del Partito Comunista portoghese, Estefania Torres di Podemos, europarlamentari del GUE/NGL.

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Circoliamo: un progetto per diffondere la cultura della bicicletta

Una giornata in omaggio ai libri e alle biciclette. Ieri, 22 aprile presso il circolo Arci di Ponterotto il Comitato dell'Arci Empolese Valdelsa ha presentato il progetto "Circoliamo", un'iniziativa per diffondere cultura e mobilità sostenibile attraverso l'uso della bicicletta. Infatti in nove circoli Arci del circondario saranno disponibili libri concessi da una decina di case editrici - che li hanno messi a disposizione dei circoli gratuitamente o con prezzi molto popolari - che potranno girare tra gli stessi circoli in maniera libera e totalmente gratuita, senza che ci sia alcun bibliotecario. In altri tre circoli invece (Anselmo, Turbone e Pontorme) sono messe a disposizione sei biciclette (due per circolo) per potersi muovere liberamente e spostarsi tra i vari circoli anche per prendere i libri. Il tutto è stato reso possibile anche grazie al sostegno della Ciclofficina. In occasione del lancio del progetto, non poteva essere più indicata la presentazione del nuovo libro di Emiliano Gucci, "Sui pedali tra i filari. Da Prato al Chianti e ritorno".

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Pop Palestine: la resistenza di un popolo attraverso la sua cucina

Una serata all’insegna della Palestina, ieri 15 aprile al Circolo Arci di Brusciana. Una Palestina come non l’abbiamo mai conosciuta, per una volta rappresentata non solo nelle sue ombre e nei suoi drammi ma anche nei suoi colori, nei suoi sapori e nelle sue tradizioni. L’occasione per parlarne un bellissimo libro, “Pop Pelstine” , scritto da Silvia Chiarantini con le meravigliose fotografie di Alessandra Cinquemani, che grazie alla loro straordinaria potenza visiva e comunicativa e al loro stile unico nel loro genere basterebbero da sole a rendere questo libro un oggetto prezioso e di grande impatto, tanto da spopolare anche nel web. Le immagini sono infatti un tripudio, un trionfo di colori, talmente forti che sembra di poter odorare i profumi dei piatti e assaggiarne i sapori. Il libro e le sue bellissime foto sono un atto d’amore a questa terra violata e trafitta da tanta violenza e sofferenza, un invito ad andare in Palestina per coglierne anche le meraviglie, come hanno fatto mole food bogger che si sono innamorate di queste ricette.

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Mercoledì, 27 Maggio 2015 00:00

Ricordando Pietro Chiodi #2

Ad un tratto nel vuoto della finestra si profilò a mezza vita la figura di un ufficiale tedesco. Era piccolo e con un viso freddo pieno di ferocia. Dopo avermi osservato a lungo mi disse: - Come ti chiami? – Chiodi Pietro. – Che mestiere facevi? – Il professore. – Quanti anni hai? – Ventinove. –
da “Banditi” di Pietro Chiodi

L’altro intervento della giornata di studi in memoria di Pietro Chiodi su cui vorrei soffermarmi è stato quello di Andrea Mecacci, professore di Estetica presso l’Università degli Studi di Firenze, che ha concentrato il suo discorso su Banditi, il diario dell’esperienza partigiana vissuta da Chiodi. Il libro fa capire chi era quest’uomo, fa comprendere come senza l’esperienza raccontata in queste pagine probabilmente non sarebbe stato possibile neanche il suo magistero, che è innanzitutto un “magistero umano, nel più alto senso del termine”.

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Martedì, 26 Maggio 2015 00:00

Ricordando Pietro Chiodi #1

Fuori si sentono voci tranquille di passanti e grida di bambini. Un terribile pensiero mi prende. Perché mi sono impeganato in questa lotta? Perché sono qui quando tanti più sani e forti di me vivono tranquilli sfruttando la situazione in ogni modo? […] Mi ricordo con precisione: una strada piena di sangue e un carro con quattro cadaveri vicino al Mussotto. Il cantoniere che dice: <È meglio morire che sopportare questo >. Sì è allora che ho deciso di gettarmi allo sbaraglio. Avevo sempre odiato il fascismo ma da quel momento avevo sentito che non avrei più potuto vivere in un mondo che accettava qualcosa di simile, fra gente che non insorgeva pazza di furore, contro queste belve. Una strana pace mi invade l’animo a questo pensiero. Ripeto dentro di me: < Non potevo vivere accettando qualcosa di simile. Non sarei più stato degno di vivere
da “Banditi” di Pietro Chiodi

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Maledetta e sanguigna la terra Toscana, dove politica e animi infiammati possono mutarsi in qualche “vaffa” rivolto a sindaci e amministratori, specie se di mezzo c'è la Resistenza: e querele a seguire. Stavolta però, lungi dall'essere il grillino di turno, il protagonista della querelle che tiene banco da due giorni a San Miniato, in provincia di Pisa, è nientemeno che Renzo Ulivieri, ex tecnico di Sampdoria, Cagliari, Bologna e Napoli, ora presidente dell'Assoallenatori ed esponente di spicco di Sel nel paese dove è nato.

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Per una brevissima storia delle Fosse Ardeatine

Sono quasi le 4 del pomeriggio quando in via Rasella, il 23 marzo 1944, i Gruppi di Azione Patriottica romani fanno esplodere 4 bombe a mano contro l'11ª compagnia del III battaglione del Polizeiregiment "Bozen", appartenente alla Ordnungspolizei (la polizia d'ordinanza tedesca). Sono 35 le vittime dell’attentato: 33 soldati tedeschi e 2 civili italiani.
Quella di via Rasella è un’azione che segna una cesura mentale nel corpo militare e politico tedesco: è la prima volta che una Resistenza alle forze armate naziste in Italia si manifesta così chiaramente e alla luce del sole, per di più nel centro della capitale, a Roma. È un gesto grave, clamoroso, che non può certo passare senza conseguenze: gestire un secondo fronte nelle retrovie mentre gli alleati avanzano da sud sarebbe uno sforzo impensabile per le truppe del Fuhrer. Bisogna quindi rispondere subito, eliminare il problema prima che si possa espandere e rafforzare. E la soluzione, davanti a una popolazione messa in ginocchio dalla povertà e dalle difficoltà della guerra, è la paura: la rappresaglia.

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"L'ultimo attore vivente del Coniglio nazionale di Resistenza (CNR). Nato il 22 maggio 1915, è morto all'età di 99 anni. La sua dipartita è stata annunciata a qualche ora dall'anno dei suoi cento anni".

Robert Chambeiron ha svolto un ruolo centrale nella lotta contro «le due facce del fascismo [francese], quella dell'occupazione [nazista] e quella di Vichy».

A ventuno anni entra a far parte del gabinetto di Pierre Cot (guidato da Jean Moulin), tra i creatori della compagnia Air France e ministro del governo del Fronte popolare. Chamberlon vivrà quattro anni di clandestinità nella Parigi occupata dai nazisti, durante i quali «la Resistenza mangiava tutti i minuti della giornata». È tra gli organizzatori della prima riunione del CNR, il 27 maggio del 1943, di cui diventerà segretario generale. Raggiungerà poi Londra, per poi rientrare in Francia anche come delegato dell'Assemblea consultiva provvisoria del 1944-1945.

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Firenze per la Palestina

Per un 25 Aprile a fianco dell'Anpi e dei popoli resistenti

Quando celebriamo il 25 Aprile ricordiamo la lotta di liberazione dei partigiani, la resistenza, la liberazione dell’Italia, le vittime del Nazifascismo e i caduti della resistenza.

Purtroppo spesso vengono dimenticati, in questa data, i popoli che lottano tuttora per la loro liberazione come il popolo palestinese, derubato della sua terra dal 1948, occupata dal 1967:

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