Europa tradita: il controverso rapporto con l'europeismo della sinistra in Italia

C’è grande confusione sotto il cielo. Nonostante per il grande Mao ciò coincise con una grande opportunità politica per la sua rivoluzione,  la grande confusione di questi giorni e queste ultime settimane non fa che acutizzare la crisi di una sinistra italiana sempre più sbandata. Senza parlare del Partito Democratico, che l’autore di questo articolo si ostina a collocare nell’orbita (sinceramente più lontana) della sinistra.

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Da un grande Partito derivano grandi responsabilità. Renzi e la dirigenza del PD le hanno tradite tutte.

C’era una volta un amichevole PD di quartiere. Presente nei circoli, attento ai problemi principali degli abitanti e in buoni rapporti con i suoi vicini, che su molte cose la pensavano diversamente ma dialogavano sui temi e proposte in comune. La situazione di oggi nei quartieri è completamente diversa: oggi abbiamo, come a Firenze nel Quartiere 1, alcuni servili eletti che parlano come i cattivi che il PD, una volta, combatteva.

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Mercoledì, 18 Aprile 2018 00:00

Alcuni spunti per una discussione a sinistra

Alcuni spunti per una discussione a sinistra

Dopo tante analisi, dopo tante discussioni, dopo tante accuse alla ricerca di colpevoli senza alcuna autocritica, ci ritroviamo di nuovo a commentare una sconfitta elettorale che sconvolge l'assetto del paese: la sinistra in Italia non esiste nelle testa e nel cuore degli italiani. Se anni fa il problema riguardava la cosiddetta sinistra radicale, oggi coinvolge anche il Partito Democratico.

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Popolocrazia (Diamanti, Lazar): il populismo ha già vinto?

Ne Gli ultimi Jedi (l’episodio di Guerre Stellari del 2017) il personaggio di Benicio Del Toro tenta di disilludere i “buoni” sulla natura della contesa tra lato oscuro e repubblica. Non conta chi ha ragione, per l’economia è importante il proseguimento del conflitto. I signori della guerra vendono indistintamente alla parte imperiale e a quella della ribellione...

La fabbrica del populismo produce armi per entrambe le parti della contesa politica apparentemente egemone nel blocco occidentale del globo terrestre. Chi ricopre incarichi nelle istituzioni disegnate nel secondo dopoguerra solitamente si appella alla difesa dai "barbari", sventolando il pericolo di nuovi totalitarismi. I portavoce del cambiamento invocano i panni dell'uomo comune, fregiandosi della medaglia vittimistica che li rende esenti da ogni responsabilità rispetto alla situazione presente.

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Verso la conclusione della campagna elettorale: considerazioni sulla situazione

Si chiude la stagione dei sondaggi, mentre la campagna elettorale entra nelle ultime settimane. Se si vuole credere alle rilevazioni e all'opinione di commentatori e politici in vena di sincerità ci si avvia – complice la crisi che sembra stia vivendo il Partito Democratico e l'ingombrante presenza del M5S – verso una situazione di stallo, con nessuno dei tre poli principali in grado di conquistare una maggioranza di seggi nei due rami del Parlamento, e quindi o verso grandi coalizioni, che però potrebbero scontrarsi contro i numeri, o verso inevitabili nuove elezioni.

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Come tutti sanno la legislatura appena dichiarata conclusa era viziata alla base da poca cosa, solamente un vizio di incostituzionalità determinato da una legge elettorale (il Porcellum e l’Italicum, sua rettifica piddina). Che volete che sia? La legge elettorale infondo è solamente quello strumento di importanza vitale per la democrazia che fa discendere i parlamentari dai voti affidati dagli elettori. È altresì quello strumento che collega rappresentanti e rappresentati, paese legale e paese reale. Una quisquilia da poco se si pensa al mantra della “governabilità” imposto dai mercati. Siamo quindi immersi nel refrain de “l’importante è avere governi stabili”, perché l’instabilità attira le iene dello spread. Insomma, poco importa che coloro che occuperanno il parlamento per cinque lunghi anni siano o meno rappresentanti fedeli del cittadino che diligentemente si è recato a votare, ciò che importa è che riescano a trovare un accordo per formare un governo dalla durata in carica più lunga possibile.

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Mercoledì, 17 Gennaio 2018 00:00

A proposito di crisi della sinistra

Il 14 ottobre 1980 è una data fatidica e tragica per la storia della sinistra in Italia. Una di quelle che sono destinate, quasi per caso, a cambiare profondamente e quesi del tutto gli avvenimenti in un dato periodo storico. Vivendo in un paese con pochissima memoria, penso che molti compagni non abbiano ancora capito a cosa mi stia riferendo. Troppo presi a polemizzare tra piccoli partiti, correre a presso al nuovo miracolo che ci salverà tutti.

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Martedì, 21 Novembre 2017 00:00

Italia: sinistre che non si incontrano

Italia: sinistre che non si incontrano

Nell’ultima settimana Pisapia e il suo Campo Progressista hanno di fatto trovato un accordo con il Pd, con l’autorevole benedizione di Prodi. In un’altra area, il duo Falcone-Montanari ha disdetto l’assemblea del Brancaccio in polemica con il patto a tre fra A1-Mdp, Si e Possibile, giudicato verticistico, esclusivo di altre realtà “scomode” (Rifondazione, L’Altra Europa), privo di radicamento popolare e sostanzialmente non davvero alternativo al Pd.

Come sempre dal 2008, quindi, la sinistra si presenterà ancora divisa (stavolta in tre blocchi?) e, in diversi casi, verosimilmente con poche prospettive di proseguimento post-elettorale – si ricordano la Sinistra-l’Arcobaleno, la Federazione della Sinistra, Rivoluzione Civile.

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Autunno della sinistra in Europa, secondo Valerio Castronovo (ma quale sinistra?)

Prendete una carta geografica da colorare, di quelle in cui si vedono le due sponde dell’Atlantico. Usate ovviamente un pennarello rosso (sbiadito, possibilmente): colorate Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Olanda, Brasile e Stati Uniti. Avrete un quadro (nemmeno esaustivo) di quanto contasse “il riformismo del ventunesimo secolo”, per utilizzare il titolo di un convegno organizzato a Firenze nel 1999.

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Lunedì, 23 Ottobre 2017 00:00

Essere di sinistra in sicurezza

Essere di sinistra in sicurezza

Ogni volta la stessa storia: appena nell'aria inizia a sentirsi odore di elezioni, i partiti di destra fanno a gara a chi la spara più grossa per garantire, almeno a parole, la sicurezza del cittadino. Sui giornali si susseguono fatti di cronaca che raccontano nefandezze di ogni tipo, spesso perpetrate dallo straniero ai danni del povero indifeso cittadino. La ricetta di salvezza? Presto detto: votare a destra!

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