Difficile raccontare in poco tempo e in poche righe ciò che sta accadendo in Grecia. Ma in questi pochi giorni in cui stiamo vivendo la capitale greca, non pochi sono gli spunti di riflessione e i momenti di confronto politico, sociale ed umano. Arriviamo di fronte al Parlamento, a piazza Syntagma (una delle piazze principali che caratterizzò la stagione di protesta ad Atene). Veniamo accolti dal comitato elettorale di Syriza, poco lontano da lì: giovani attivisti, uomini, donne, ed esponenti della sinistra greca, insieme, per le ultime ore dalla scadenza elettorale: oggi, 25 gennaio, è un giorno cruciale, il giorno in cui si vanno a decidere le sorti non solo della Grecia, ma probabilmente anche del futuro dell'Unione Europea e delle sue politiche di austerità. Syriza è in testa, i sondaggi parlano di un possibile 36 per cento, se non di più. E mentre fioccano le interviste ai vari esponenti del movimento, mentre i greci incontrano esponenti e attivisti della sinistra di tutta Europa, siamo andati a fare un giro fra le strade della città con l'ormai famosa “Brigata Kalimera”, che ci ha mostrato i luoghi in cui Syriza, e non solo, sta operando a livello sociale e politico. Incontriamo lavoratori in sciopero, uomini e donne che stanno tentando di resistere alle disastrose politiche di austerity che stanno piegando il paese

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L’esigenza di costruire in Italia una sinistra unitaria, opposta ai diktat di Bruxelles, alle politiche di austerità e ai programmi neoliberisti che stanno progressivamente aumentando le disuguaglianze e cancellando i diritti, appare oggi sempre più impellente, un'urgenza che riflette la totale estraneità dei valori della sinistra rispetto al programma del governo Renzi.

Le enormi divisioni che hanno caratterizzato le forze a sinistra del PD, hanno contribuito a determinare una serie di sconfitte elettorali sconcertanti, proprio in un periodo storico in cui si sente sempre più l’esigenza di una sinistra forte e coesa. L’altra Europa con Tsipras, pur fra le mille difficoltà, era riuscita a eleggere al parlamento Europeo 3 deputati, superando la soglia di sbarramento del 4%, in uno dei periodi di maggiore crisi della sinistra italiana. Il modesto risultato, lungi dall’essere una vittoria, aveva però fatto capire che c’era la possibilità di lavorare a un progetto comune che rimettesse al centro i valori della sinistra senza dover accantonare quello che poteva essere il contributo specifico di ogni movimento o partito che aveva aderito alla lista. 

Purtroppo non sono mancate nemmeno in questa occasione le polemiche e le divisioni (fra tutte le vicende, pesa soprattutto il pasticcio che è seguito alle scelte di Barbara Spinelli) che tutt’ora persistono.

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Le elezioni europee dello scorso 25 maggio hanno sicuramente avuto il pregio di consegnarci una chiara (nonostante la forte astensione) fotografia dello stato del Paese

Senza dilungarci, lasciando l'analisi del dato elettorale ad altri: il Partito Democratico  stravince con più del 40% dei consensi, aumenta i propri voti in assoluto e diviene primo partito tra quelli coalizzati attorno al PSE, riuscendo tra l'altro ad arginarne in gran parte l'arretramento; mentre la lista Tsipras di Spinelli e compagnia riesce a superare il quorum con uno scarso 4,03% (con cento-centocinquanta voti in più rispetto al risultato della Federazione della Sinistra nel 2009) quasi solamente grazie al calo dell'affluenza ed elegge tre europarlamentari, vale a dire Barbara Spinelli, Curzio Maltese ed Eleonora Forenza di Rifondazione Comunista. 

E proprio dal dato delle europee è comodo partire per farsi un idea dello stato di salute della sinistra italiana e porsi la fatidica domanda, “che fare?”.

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L'altra Europa con Tsipras ha preso il 4.03% dei voti alle europee ottenendo 3 parlamentari. Che bello, no anzi: che brutto... A vedere cosa è successo dal giorno dopo le elezioni e da cosa sta succedendo in questi giorni con il caso Spinelli viene da dire che brutto...
Dirò in modo semplice e chiaro come la penso per poi andare avanti. Penso che se la grande forza dei garanti e di chi ha messo in piedi il progetto della lista sia stato un accorto equilibrio tra lavorio dietro le quinte e dibattito pubblico (magistrale quel “SEL da sola sarebbe un forma di omicidio suicidio della sinistra” rivolto a Vendola), in questo caso l'errore sia stato quello di non far arrivare all'esterno le difficoltà e i problemi, nel non rendere pubblico un passaggio, ma di renderne note le conclusioni e di dover poi stare a spiegare l'accaduto. Se in base al risultato elettorale complessivo si riteneva che quell'impegno a non accettare il seggio dovesse essere da ripensare in base a considerazioni politiche (la Spinelli di certo non è una tronista) allora quel ripensamento doveva essere frutto, oltre che di una preventiva riflessione personale, di un dibattito pubblico, il ripensamento di un'intera comunità che avrebbe avuto in questo modo un ulteriore modo di crescere e formarsi come tale.

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Il risultato ottenuto dalla Lista Tsipras il 25 maggio sembrava ai più poco probabile: eppure è successo. Un risultato importante quel 4,03%, un puntello ad una casa che aveva ancora poche pietre sollevate.
Un risultato ottenuto nonostante tutto: in primis i pochi soldi a disposizione per la campagna elettorale, i pochi nomi noti in lista, ma anche la scarsa attenzione dei media (anche se più che di volontà censoria bisognerebbe realizzare che se conti poco, ti fanno vedere poco). Rimane oggi sul tappeto il cosa fare adesso.

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Mercoledì, 30 Aprile 2014 00:00

Lista Tsipras: alcune cose che dobbiamo dirci

Dalle pagine di questa rivista in diversi – ed io tra loro – abbiamo commentato positivamente la nascita di una lista unitaria a sinistra del PD per le prossime elezioni europee. Il risultato, tutt'altro che scontato, è di grandissima importanza e può (io direi deve) rappresentare un gradino per la ricostruzione della scalcagnata sinistra nostrana.

Vi sono però degli elementi critici che sarebbe intellettualmente disonesto non rilevare: anche a campagna elettorale in corso.

In primo luogo la scelta del simbolo (con tanto di referendum octroyée su quattro opzioni grafiche identiche) appare quanto mai penalizzante: un riquadro rosso, il riferimento ad un nome importante ma sconosciuto ai più, nessun elemento che richiami le forze politiche partecipanti – ed ossatura nei fatti – alla lista. Quasi una sfida lanciata all'elettore: «ci siamo nascosti. Trovaci!».

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Lunedì, 17 Marzo 2014 00:00

Dal lato della lista Tsipras

Abbiamo da tempo iniziato un riflessione su cosa è l'Europa oggi e come dovrebbe cambiare; approfittando delle elezioni europee abbiamo dato spazio alle varie posizioni della sinistra italiana (alcune pubblicate sul cartaceo che verrà messo in rete a giorni). Questa è una delle opinioni raccolte.

Il merito della lista, in vista delle elezioni europee, L'altra Europa con Tsipras, è indubbiamente di avere rotto l'incomunicabilità tra le differenti voci e strutture della sinistra e di averle impegnate unitariamente. È qui la possibilità (purtroppo, non la certezza) di un'inversione di tendenza rispetto ad anni e anni di scissioni, sino alla sostanziale inesistenza di quasi tutti i gruppi politici, con la sola eccezione di Sinistra Ecologia e Libertà, tuttavia anch'essa, alla fin fine, giunta a condizioni di pre-estinzione, o all'obbligo, che significa lo stesso, di subordinarsi, cappello in mano, al PD di Renzi, cioè a un partito ormai

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Venerdì, 28 Febbraio 2014 00:00

Europa: cambiare partendo da sinistra

Il video dell'iniziativa qui

Mettiamo una sera a Firenze un filosofo francese, un giornalista greco ed un'amministratrice italiana. Sembrerebbe quasi l'inizio di una bella storia ma altro non è stata che l'iniziativa organizzata dalla federazione fiorentina di Sel mercoledì 26 febbraio all'Sms di Rifredi: “Democratica e solidale. L'Europa giusta”. Un bell'incontro con relatori che non capita di incontrare tutti i giorni: il filosofo francese Yves Charles Zarka, il giornalista greco Argiris Panagopoulos e Cecilia D'Elia, membro del coordinamento nazionale di Sel.

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Venerdì, 14 Febbraio 2014 00:00

Il Corriere della Sera contro Tsipras

Che si parli di me, nel bene o nel male, purché se ne parli” frase famosa, fatta pronunciare a Dorian Gray da Oscar Wilde, che ha assunto in politica un valore enorme. L’importante non è il giudizio che di te (o del tuo partito) viene dato, ma il fatto che di te (o del tuo partito) se ne parli. In definitiva meglio l’attacco, la critica spietata, al limite la contumelia, che non l’indifferenza e il silenzio.

Pubblicato in Società
Mercoledì, 05 Febbraio 2014 00:00

La scelta di SEL: un (primo) passo importante

Chi ha a cuore le vicende della sinistra italiana non può non aver seguito con un pizzico di apprensione il congresso di Sinistra Ecologia e Libertà per poi essere soddisfatto del suo esito.

La decisione del partito di Vendola di appoggiare Alexis Tsipras, scelta per nulla scontata come dimostra il dibattito sviluppatosi da quella candidatura in SEL, potrebbe generare importanti scenari per la sinistra: per le europee e per dopo le europee.

Il convergere infatti, insieme ad altre forze, sul leader di Syriza apre – sia pure in maniera flebile – la prospettiva di una aggregazione che – qualora le europee consegnino un buon risultato – potrebbe sopravvivere anche dopo il voto.

Il risultato elettorale non sarà una variabile indipendente, un risultato negativo sarebbe stimolo fortissimo a separazioni dei propri destini verso lidi sempre più lontani: producendo su alcuni ulteriori torsioni minoritarie e settarie, su altri la consegna sic et simpliciter al ruolo di ancella.

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