Il profilo per gli articoli scritti a più voci, dai collaboratori del sito o da semplici amici e compagni che ci accompagnano lungo la nostra esperienza.
Di Marco Fantechi
Curdi, come le migliaia di vittime dei gas, lanciati su la città di Halabja (Kurdistan iracheno) dagli aerei di Saddam Hussein, il 16 marzo 1988.
Curdi, come Abdullah Öcalan, leader dei curdi di Turchia, arrestato a Roma, il 13 novembre 1998, espulso e consegnato ai servizi segreti turchi, all'ergastolo nel carcere militare di massima sicurezza turco nell'isola di Imrali.
Curdi, come i combattenti curdo-siriani che hanno respinto i tagliagole dell' ISIS dalla città assediata di Kobane.
Curdi, come le vittime dei bombardamenti "antiterrorismo" turchi degli ultimi mesi.
Curdi, fugacemente apparsi, ed osannati, sui media internazionali, ma, velocemente scomparsi davanti alle molte "Ragion di Stato" che gli si parano davanti.
Curdi, un problema...
Curdi di Siria, che, non solo, non si lasciano scannare delle milizie islamiche del Califfato, ma le respingono armi alla mano.
Curdi di Siria, che instaurano, nelle regioni abbandonate delle truppe governative di Bashar al Assad, un modello sociale che si può definire rivoluzionario.
... Un problema...
"Autonomia democratica" è il modello strutturato, di democrazia dal basso, che regola la vita delle aree sotto il controllo delle forze curde in Siria. Il Rojava. "Una testa un voto" è il principio che regola la vita pubblica del Rojava, sia politica che giuridica, come pure le attività economiche.
Base del percorso sono le Comuni, cellule di zona (50 case,2/3 strade) nelle città e nei villaggi dove si eleggono i rappresentanti. Loro portano le istanze alle Assemblee Rionali che le inoltrano alle Assemblee Regionali. Dai 5 ai 7 rappresentanti per Comune, mandato annuale/biennale, con potere del popolo di eleggere sostituti quando ritenuto necessario.
Rappresentanti uomo/donna per ogni vertice, compresa l'Assemblea del Kurdistan Occidentale(Mgrk) diretta da due personalità, con 33 componenti il Coordinamento Amministrativo.
La maggiore formazione politica presente è il Partito dell'Unione Democratica (PYD) di ispirazione marxista, fondato nel 2004, assieme al suo gruppo militare Forze di Autodifesa Curde (YPG) in alleanza con altri 16 partiti curdo-siriani, formano l' Assemblea Nazionale Curda della Siria (ENKS). Riconosciuta internazionalmente come Alto Consiglio di Unità Nazionale (sede ad Erbil, nel Kurdistan Iracheno semi-autonomo dal governo di Baghdad) partecipa alla Conferenza di Pace di Ginevra del 2013.
Dipendono dal Consiglio i Comitati della Diplomazia, dei Servizi Sociali e della Difesa. PYD è maggioritario nella Regione Popolare del Rojava, ma alcuni distretti sono amministrati da partiti di diversa impostazione ideologica o di altri gruppi etnici. Nelle assemblee, settimanali, delle Comuni, ci sono Commissioni su svariati temi e settori, compresi i Comitati Economici, che redistribuiscono i beni nella comunità e sostegno ai bisognosi e gli Organi di risoluzione dei conflitti, con modalità pacifiche della negoziazione. Nelle città, sono costituite Case delle Donne, Associazioni di assistenza alle famiglie, Centri culturali e artistici. Le attività economiche sono regolate come Cooperative, i cui utili garantiscono il sostentamento a numerose famiglie.
Il sistema anti-capitalista di base adottato, ha bloccato l'aumento di prezzo dei generi essenziali.
Questo sistema si è affermato nelle zone (Cantoni) di Cirze, area petrolifera, Efrin e Kobane, la città sull'Eufrate che ha resistito all'assedio delle milizie jahaidiste. Viene anche praticato nella regione di Aleppo, nelle aree sotto il controllo delle forze curde. Una rete di oltre cento municipalità garantisce i servizi di base, il controllo del territorio e la parità di genere, pratica che ha avuto visibilità internazionale con le foto delle combattenti donne che resistevano all'assedio di Kobane, come ci hanno mostrato (e subito dimenticato!) i media internazionali. Al fianco dei curdi sono anche gruppi di combattenti cristiani, assiri, arabi, yezidi che in questo progetto si riconoscono, contro l'ISIS e i suoi protettori.
Regione Popolare del Rojava... Un bel problema! Contro di loro si è scatenata l'offensiva di chi questo progetto colpisce, la Turchia del neo sultano Erdogan in primis, assieme ai finanziatori/protettori del Califfato, le petromonarchie del Golfo.
Di Marco Fantechi
Si muovono i contrari
Non è ancora asciugato l'inchiostro delle firme sul testo dell'accordo tra Iran e Consiglio di Sicurezza dell'ONU, che introduce possibilità diplomatiche, all'interno di uno scacchiere mediorientale sconvolto da conflitti che durano da oltre mezzo secolo, che si stanno muovendo tutti i poteri contrari.
- Negli USA i parlamentari stanno vagliando l'accordo e i settori repubblicani, maggioranza nel Congresso, si muovono per respingerlo, sensibili alle pressioni delle lobby israeliane (già nel marzo 2015 hanno invitato a il premier reazionario israeliano Benjamin Netanyahu a parlare nel Parlamento, contro il parere di Obama) e a quelle degli stati del Golfo. L'area più oltranzista punta a farlo respingere, per costringere Obama a mettere il veto presidenziale sul voto parlamentare e loro incassare un dividendo elettorale nelle prossime elezioni presidenziali.
Di Marco Fantechi
La Repubblica Islamica iraniana ci guadagna politicamente, non è più lo "Stato canaglia", rientra nello scenario internazionale e diventa un possibile partner per contrastare Daesh (il Califfato Islamico) in espansione pericolosa in Iraq, potrebbe anche agevolare contatti diplomatici in Siria tra governo di Al Assad e occidente. Inoltre in Yemen lo stallo dei combattimenti potrebbe significare che la coalizione a guida saudita non riesce a sconfiggere le milizie sciite Houti e i loro alleati e con possibilità di aiuti dall'Iran, non più reietto internazionale, sarebbe costretta a aprire trattative.
Ci guadagna economicamente, con la ripresa dei commerci e degli investimenti internazionali, garantendosi fondi per l'ammodernamento strutturale e per attenuare l'emergenza occupazionale, con particolare riferimento al mondo giovanile, molto esteso e acculturato, che vede attualmente poche possibilità all'interno del paese e sceglie l'emigrazione, infine una maggiore apertura internazionale agevola l'emancipazione femminile, che ha visto durante l'ultimo decennio una forte attenuazione delle misure restrittive, lavorative, culturali e di costume.
Di Marco Fantechi
Il ruolo dell'Arabia Saudita
Un Iran reinserito nei circuiti politico-diplomatici internazionali, senza sanzioni economiche ed embargo militare, riduce il potere anche dell'altra potenza regionale, l'Arabia Saudita.
Il regno dei Saud, islamici sunniti Wahabiti, ha posizioni di forza storicamente consolidate, è il paese custode dei luoghi santi dell'Islam (La Mecca) che ne fa leader del Congresso Islamico Mondiale, della Lega Araba e, come produttore di petroli, dell'OPEC, il tutto sotto l'interessata protezione, prima della Gran Bretagna poi degli Stati Uniti e dell'intero blocco occidentale.
Di Marco Fantechi
Il ruolo di Israele
Israele sarà il principale antagonista dell'accordo, da decenni è potenza nucleare (tra 100 e 200 testate) nell'impianto di Dimona, deserto del Neged, produce armamento, come testimoniato dalle foto che il tecnico Mordecai Vanunu ha diffuso, e che gli sono valse la detenzione dal 1986.
Di Marco Fantechi
"Stato terrorista", "Paese dell'asse del male", "Stato canaglia". Questi sono gli aggettivi che i media occidentali riservano a numerosi paesi nel mondo, da Cuba alla Nord Corea, dall'Iran al Venezuela, Siria, Libia, Serbia, Iraq, Afghanistan.
Gli USA sono stretti tra una politica estera imperiale, volta a tagliare il più possibile fuori i paesi che non si sottomettono alle regole del libero mercato a gestione multinazionale in cui loro svolgono un ruolo guida e una consapevolezza, tra gli ambienti più ragionevoli, politici e militari, che i principali problemi di attacchi, militari e/o terroristici, vengono da ambienti interni alle loro alleanze. Attacco 11 settembre 2001 al World Trade Center e al Pentagono - tutti gli attentatori erano musulmani sunniti, quasi tutti cittadini sauditi, il mandante Osama Bin Laden è sunnita e di origine yemenita-saudita.
Di Marco Fantechi
Gli schieramenti nella trattativa internazionale per la regolamentazione dello sviluppo nucleare in Iran:
- USA, erano l'interfaccia principale dell'Iran. Resistendo al pressing di Israele, caldamente sostenuto dai Repubblicani, hanno puntato all'accordo.
- GB, defilata (non intende avere scontri con gli alleati arabi) allineata su posizioni USA.
- Russia è la realizzatrice degli impianti nucleari, ha sostenuto il ruolo di alleato/protettore dell'Iran e conta su consolidamento blocco sciita grazie al rientro del paese nei circuiti internazionali.
- Cina, pro Iran, rimasta defilata, abitualmente non assume posizioni nette nelle assisi internazionali, per non ostacolare i suoi flussi economici.
Di Marco Fantechi
19 luglio 2015: viene sottoscritto accordo internazionale su impianti produzione energia nucleare in Iran. Dopo 21 mesi di trattative tra Iran e membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell' O.N.U. : USA - G.B.- Francia - Russia - Cina e Germania (non permanente) con partecipazione di Unione Europea e Agenzia Internazionale Energia Atomica (AIEA) si è arrivati ad un accordo.
I punti principali sono:
- Rifiuto da parte dell'Iran di produzione armi nucleari
- Ispezioni AIEA in tutti gli impianti
- Riduzione scorte uranio a 300 Kg
- Riduzione centrifughe di 2/3
- Utilizzo centrifughe di prima generazione (ir-1)
- Arricchimento uranio solo fino a soglia 3,67 %
Di Francesca Gabbriellini e Andrea Incorvaia
Ignoranza presa a calci
Le immagine giunteci da Treviso e da Roma lasciano l’amaro in bocca, un misto di rabbia e incredulità. A nemmeno cent’anni dalla “notte dei cristalli” la serpe del fascismo, dell’odio e della violenza torna prepotente sulla scena. Pisa tre settimane fa ha ospitato per la decima edizione un torneo di calcio a 5 che va oltre il mero rotolare di un pallone. Il mundialito antirazzista, un classico ormai; il Mondiale Rebelde: evento importante organizzato al principio di ogni estate dal Progetto Rebeldia. Quest’edizione ha rappresentato un punto di arrivo ma allo stesso tempo un punto di partenza: dieci anni di esperienza, lotte al fianco di associazioni e comunità migranti condensati in un anno particolare, con l’emergenza umanitaria in pieno sviluppo e la necessità di dare risposte concrete che partano anche dallo sport. Il mundialito ha visto il solito splendido agonismo legato alla fantastica correttezza tenuta in campo dai partecipanti: un mix perfetto tra squadre “migranti” (Kurdistan, Senegal, Romania, Eritrea, Albania, Brasile, Marocco) e squadre composte da associazioni (Libera, Emergency, Arci ragazzi, Il nodo collettivo, Radio Roarr, Africa Insieme e così via). Per la cronaca da campo questa decima edizione ha visto il successo bissato della Romania, che in finale ha sconfitto il Kurdistan 8-6. Terza piazza per l’Arci ragazzi i quali hanno battuto nella finalina il Senegal e la simbolica “Coppa Terzo Tempo” che ha visto sfidarsi le squadre che meglio hanno interpretato lo spirito del Mondiale, dove a trionfare è stata la squadra di Africa Unita contro Contratto Sociale.
Di Clelia Incorvaia
Rosa Balistreri: un fiore siciliano in Toscana.
Si racconta di un fiore capace di sopravvivere all'arsura, di un fiore capace di rigenerarsi e fiorire al primo alito di vento. È la rosa del deserto. Non a caso, in gergo, si definisce "rosa del deserto" qualcosa di straordinario, di raro. Non è da tutti, infatti, imporsi nonostante le avversità; non è da tutti fiorire in un terreno generalmente arido. Rosa Balistreri l’ha fatto. Rosa non era una semplice cantante. Era molto di più. Era una stornellatrice in lotta con il mondo che ha fatto della disperazione il leitmotiv della sua produzione artistica. Era una cantastorie analfabeta, che nonostante non sapesse né leggere né scrivere, si è resa autrice di un capitolo culturale di altissimo pregio. È stata una donna, una mamma, una figlia, una siciliana profondamente ancorata a quella mentalità bigotta e codina che denunciava, invincibilmente legata a quel tessuto familiare e sociale violento che la costrinse a cercare il successo altrove, in Toscana, dove visse per dodici anni con il pittore Manfredi, dove incontrò artisti quali Mario De Micheli, Ignazio Buttitta, Dario Fo. Rosa, la ‘’picciriddra’’ che ha avuto il suo primo paio di scarpe a quindici anni, ne ha fatta di strada, nonostante tutto.
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