Diletta Gasparo

Diletta Gasparo

"E ci spezziamo ancora le ossa per amore
un amore disperato per tutta questa farsa
insieme nel paese che sembra una scarpa"

Cit.

La domanda con la quale Mercedes Frias ha aperto l'incontro con Bill Fletcher organizzato dall'associazione Prendiamo la parola lo scorso 21 settembre al Circolo Le Torri a Firenze non poteva fornire un migliore spunto: è possibile pensare, nell'Italia di oggi, ad un'alleanza a sinistra che riesca a costituire il filo conduttore per la creazione di un fronte trasversale in difesa (ed organizzazione, aggiungo) tra gli esclusi?

Venerdì, 20 Settembre 2013 00:00

Ma è stata davvero presa Porta Pia?

C'è stato un tempo, anni ed anni fa, in cui il 20 settembre in Italia era considerato festa nazionale. Un tempo in cui quello della fine dello Stato Pontificio e dell'annessione dei suoi territori al Regno d'Italia era un giorno da ricordare e festeggiare. Un tempo conclusosi con la firma dei Patti Lateranensi. Oggi gran parte degli italiani il 20 settembre non è neppure consapevole della ricorrenza del giorno e coloro che lo sono sono spesso considerati alla stregue di simpatici romanticoni che ricordano un mondo che fu e non sarà più.

Mercoledì, 11 Settembre 2013 00:00

Quaranta anni senza Allende

"Lavoratori della mia Patria, ho fede nel Cile e nel suo destino. Altri uomini supereranno questo momento grigio e amaro in cui il tradimento pretende di imporsi. Sappiate che, più prima che poi, si apriranno di nuovo i grandi viali per i quali passerà l'uomo libero, per costruire una società migliore. Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori! Queste sono le mie ultime parole e ho la certezza che il mio sacrificio non sarà vano. Ho la certezza che, per lo meno, ci sarà una lezione morale che castigherà la vigliaccheria, la codardia e il tradimento".
Sono state queste le ultime parole pronunciate da Salvador Allende esattamente quaranta anni fa, prima di morire. Sono state le parole di un uomo che ha dato tutto per il suo paese e che per quel paese ha scelto di morire, non tirandosi indietro davanti a chi con la forza ha distrutto il lavoro del suo governo trascinando il Cile in una delle peggiori dittature della storia.

Ore 8.16 di un martedì 3 settembre apparentemente come un altro. D'improvviso nel cielo che sovrasta quella grande culla che ci fa da casa che è il Mediterraneo, si vedono passare due oggetti in volo verso Est. Ufo? Aerei in mano a piloti assonnati? Stormi di uccelli che imitano le Frecce Tricolore? No. Missili Ankor Kahal. Il rilevamento è stato fatto dalla base di Armavir, in Russia. Quando le autorità della base hanno avvisato il Ministro della Difesa Sergei Choigou e questo ha diffuso la notizia, le autorità israeliane hanno messo le mani avanti negando qualunque implicazione dello stato. Sono bastate poche ore a far chiarezza. Come detto, i due oggetti avvistati dai radar di Armavir erano due missili lanciati durante un'esercitazione da una località nel centro di Israele verso le coste orientali del Mediterraneo. Il fatto è stato giustificato come una semplice esercitazione: peccato che la situazione della regione non sia proprio l'emblema della tranquillità.

Questo caldo agosto vede gli occhi di tutti gli italiani puntati verso un luogo dove il clima è ancora più rovente. Noi, da tempo pubblicamente disabituati a trattare di politica estera, ci stiamo appassionando alle sorti dei vicini egiziani, ad un tiro di schioppo oltre il mare Mediterraneo. Premettendo che la situazione in Egitto è molto più complicata, per tutta una serie di motivi storici e sociali, di quello che si possa credere, proviamo a dare un po' di ordine alla questione.

Domenica, 11 Agosto 2013 00:00

Firenze che si è liberata da sola

Se c'è una cosa che mi rende davvero fiera di essere fiorentina è la storia della liberazione della mia città. Non solo il riconoscimento al valore, con tanto di medaglia d'oro, ad una città che si presentata agli Alleati già ripulita da fascisti e tedeschi ma anche la mirabolante storia di quei giorni. Sono in pochi i fiorentini che non la conoscono, questa storia.

Giovedì, 01 Agosto 2013 00:00

Renzi e il marchio di Firenze

Con brand (o marca) si intende “un nome, simbolo, disegno, o una combinazione di tali elementi, con cui si identificano prodotti o servizi di uno o più venditori al fine di differenziarli da altri offerti dalla concorrenza”.

Mai come in questo caso è utile partire dalle definizioni per capire cosa sta accadendo a Firenze. Di ieri è infatti la notizia della nuova idea del sindaco rottamatore: si rivolge direttamente ai disegner dei cinque continenti, dal ragazzino con la passione per la grafica al designer di professione (il tutto alla faccia della valorizzazione delle professionalità), per trovare il nuovo marchio che identifichi la città agli occhi di tutto il mondo. Renzi ha affidato l'organizzazione del concorso ad un'azienda star up dell'ambiente:

Un gran parlare di Firenze ultimamente. Sarebbe sciocco negare che la nostra bella città abbia scalato le vette delle cronache nazionali da quando il sindaco rottamatore si è insediato a Palazzo Vecchio, ma è anche vero che di cose ne stanno succedendo.

Il dibattito che vede impegnati molti esponenti della sinistra cittadina, fiorentini o persone che qui lavorano verte attorno ad un punto: quale è la Firenze che vogliamo per il futuro? Cinque anni di amministrazione Renzi ci hanno regalato una città più vuota, triste e freneticamente turistica. Per quanto ci possano essere differenze di vedute, una cosa è certa: le prossime amministrative, previste per maggio 2014, costituiranno un punto di svolta per Firenze.

Martedì, 16 Luglio 2013 00:20

Lavoro e impresa: innovazione e diritti

In Italia sono quasi 4 milioni le persone che possono essere classificate come lavoratori autonomi senza dipendenti. In media, su 1000 euro che vedono entrare, a loro ne restano 545 mentre il resto se ne va in tasse (ad un lavoratore dipendente, su 1000 euro, ne restano in media 811). Sono stati proprio questi lavoratori i protagonisti dell'iniziativa organizzata oggi in Camera del Lavoro a Firenze, “Lavoro e impresa: innovazione e diritti”. Uno dei grandi problemi di questo Paese risiede proprio nella sua difficoltà di prendere atto dei cambiamenti che hanno stravolto il mercato del lavoro.

Martedì, 09 Luglio 2013 12:37

Di sindacato e giovani lavoratori

Leggiamo continuamente delle enormi difficoltà che incontrano i ragazzi nel trovare un impiego e dei tassi di disoccupazione giovanile da capogiro (ci aggiriamo attorno al 40%) che affliggono questo Paese. Ma i problemi dei miei coetanei che cominciano a relazionarsi al mondo del lavoro non finiscono qui: coloro che riescono a trovare un impiego sono spesso costretti ad avere a che fare con forme di avviamento al lavoro e di inserimento che, alla fine dei conti, altro non sono che un modo per pagare meno un lavoro che fatto da altri costerebbe di più.

Free Joomla! template by L.THEME

Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti.