Nato a Locri (RC), il 28 Febbraio 1988, attualmente vivo per studio a Pisa. Sono un allievo specializzando presso la scuola di specializzazione in beni archeologici dell’Università di Pisa, dopo essermi laureato in Archeologia nel 2012. I miei interessi spaziano dall’ambito culturale (beni storico-archeologici soprattutto), alla tutela e alla salvaguardia del paesaggio. Svolgo attività politica nella città che mi ospita e faccio parte di un sindacato studentesco universitario.
Capo Colonna: quando la storia nuota nel cemento.
Nella martoriata Calabria, terra di bellezze storico-paesaggistiche inestimabile, s’inserisce una nuova storia, forse tra le più brutte degli ultimi anni. Questa terra, abbandonata alla n’drangheta e a poteri esclusivamente lobbystici, subisce una nuova ferita inferta proprio in uno dei suoi luoghi simbolo; Capo Colonna nei pressi di Crotone. Il nuovo scempio vedrà la realizzazione di un grande parcheggio in prossimità dell’importantissima area archeologica di Capo Colonna. No non siamo in un film di Antonio albanese con protagonista il suo rinomato e avvezzo alla delinquenza personaggio, Cetto La Qualunque. Siamo nella Calabria del 2015, terra che evidentemente ha smesso di credere che la spinta per la rinascita provenga da ciò che la natura e la storia hanno lasciato in eredità.
Sicilia araba: quando l’integrazione era un fattore sociale.
Il gran parlare di questi tristi giorni, disegnati dal sangue sparso di vittime innocenti sull’altare dell’odio e dell’intolleranza rimanda l’attenzione di tutti e di tutte su questioni che non possono passare in secondo piano se pensiamo e vogliamo anzi pretendiamo una società migliore.
Da Platone ai campi Geloi: 39 testimonianze dal passato per ripartire (forse)
Per Platone era il misterioso metallo di Atlantide, per gli archeologi è, si fa per dire, una “banale” lega di rame e zinco; l’oricalco.
La scoperta avvenuta nei mari di Gela lo scorso 29 Dicembre getta, se mai ce ne fosse stato bisogno ancora una volta, le attenzioni storico e archeologiche sul canale di Sicilia.
In direzione ostinata e ostinata.
Palazzo Boyl sgomberato torna “regno del degrado”.
L’atmosfera natalizia, quel brio di festa che circola solitamente nell’aria dicembrina, ha regalato nella mattinata odierna alla città di Pisa; ai suoi cittadini e alle sue cittadine l’ennesimo doloroso sgombero di un luogo simbolo di incuria degrado e mala gestione civica. Palazzo Boyl, liberato dal Municipio dei Beni Comuni, lo scorso 22 Novembre torna ad essere il “regno dei piccioni” o degli acari, fate voi.
Di trivelle, di archeologia e di storia.
L’importanza delle ricerca archeologica nel canale di Sicilia.
Un grande successo di pubblico, locale e non, ha accompagnato l’inaugurazione della II mostra archeologica subacquea a Licata (Ag), degna cornice rappresentante un intero territorio, all’interno di un quadro geografico tutto, che vede il “protagonismo” di ENI su queste terre. L’azienda ha manifestato la nuova volontà di stabilire nuovi pozzi di ricerca di idrocarburi nella costa prospiciente Licata e in generale nell’arco meridionale della Sicilia. L’archeologia, l’importanza della storia in questo senso hanno un ruolo fondamentale perché possono costituire, anzi allargare, il fronte di un no forte verso questa invasiva soluzione. Le ricerche archeologiche nel settore costiero licatese sono cresciute molto da un anno a questa parte, grazie soprattutto all'apporto sia del locale gruppo archeologico (Gruppo Archeologico Finziade coordinato dal Direttore Fabio Amato) e al contributo necessario della soprintendenza del mare, guidata dal Prof. Sebastiano Tusa.
Lo scorso 12 Dicembre ha visto nella città di Pisa, oltre al partecipato corteo della CGIL-UIL (con una partecipazione di circa 10 mila persone, secondo gli organizzatori), un’importante iniziativa tenutasi nella bella e artistica sede di Palazzo Boyl incorniciato tra i suggestivi lungarni pisani.
La ribalta mediatica di questi giorni ha visto tra i protagonisti un grande e “ingombrante” documento della società civile del passato. Durante i celebri scavi per la realizzazione della terza tratta metropolitana della capitale, gli archeologi e gli esperti hanno individuato un grande e imponente bacino per la raccolta delle acque d’età imperiale. Dai primi dati emersi esso dovrebbe essere il più grande esempio di bacino per la raccolta idrica del mondo romano. La notizia può stupire, fino ad un certo punto.
Esiste un mondo ancorato alla realtà, a volte fredda a volte cruda, un mondo in cui i nostri ipotetici sogni o i nostri spazi di vita quotidiana vengono “oppressi” da ritmi spesso infernali. In questo mondo, universo che ormai non ragiona come insieme come pensiero collettivo, fatto solo di singoli e di individui “soli”, c’è chi ha ancora la forza di sognare e portare avanti in maniera convinta e quasi irrazionale le proprie idee. Turi Vaccaro appartiene a questa particolarissima tipologia di essere umano; una vita spesa per la lotta e il benessere collettivo, senza troppi fronzoli in maniera radicale e costruttiva, Turi oggi ha molto da insegnare alla sua terra; la Sicilia.
“…e nenti ci duni pi falli turnari”, cantava così la cantautrice siciliana conosciuta ampiamente sulla scena nazionale; Rosa Balisteri. Melodie vicine, estremamente, ai sentori del popolo e ai suoi dolori. Terra d’emigrazione la Sicilia, è ben noto, dato che torna ad essere allarmante oggi all’interno di un quadro nazionale che vede la disoccupazione giovanile e non, a livelli altissimi. Oggi sembra quasi che il tempo si sia fermato agli anni in cui i diritti erano un miraggio davanti all’evidente realtà di stenti di molte classi sociali. Rosa interpretava in pieno il sentore di una terra, di un popolo e in ultima analisi di una città; sperduta nell’estrema provincia d’Agrigento: Licata. Ella era originaria di questa cittadina affacciata sullo splendido mare africano, ricca di storia e cultura.
Nella travagliatissima fase politico-istituzionale che sta attraversando il MIBACT, sempre più ministero senza risorse e idee per così dire “accattivanti”, nel dramma giornaliero di un patrimonio complessivo in rovina senza le dovute tutele (salvo pochissimi casi) e senza la dovuta valorizzazione, la notizia o il “cinguettio” apparso sul modernissimo social-network, ha aperto sicuramente un dibattito complesso.
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