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Narrativa, fumetti e tutto ciò che leggiamo su supporto cartaceo (o digitale).

Immagine liberamente ripresa da pixnio.com

Giovedì, 27 Agosto 2015 00:00

Il commissario Habib. Due gialli in Africa

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Moussa Konaté "Il commissario Habib. Due gialli in Africa", Del Vecchio Editore, 2015, €9,90

Lo scrittore Moussa Konaté è stato definito da molti il “Simenon africano”. Benché sia piuttosto scettico verso questo tipo di paragoni e accostamenti, è evidente la somiglianza tra il famigerato Maigret e il suo collega maliano nato dalla penna di Konaté. Il commissario Habib si muove infatti goffo e meditabondo come la creatura di Simenon, procede per intuizioni e ragionamenti che seguono spesso strade oblique e impreviste, osserva con sguardo penetrante le passioni che muovono gli uomini e le donne che lo circondano, siano essi suoi subordinati, superiori, amici o criminali. E mescola così la ricerca del colpevole con la narrazione dei mondi sociali che hanno partorito il delitto.

In questo volume edito da Del Vecchio, vengono raccolti e riproposti due romanzi, “L’assassino di Banconi” e “L’onore dei Kéita”, già pubblicati dallo stesso editore. Nel primo, Habib indaga su una serie di omicidi avvenuti a Banconi, il quartiere più povero di Bamako: il lettore accompagna il commissario tra i banchi colorati del Grand Marché e nella penombra di baracche pericolanti, facendosi strada tra la folla di venditori ambulanti, bambini, ciclisti, animali e taxi-brousse. Un universo di poveri cristi che lottano per sopravvivere, potenti marabutti e alti papaveri dell’apparato statale ubriachi di impunità e violenza: qui la verità si apre la via senza spettacolari colpi di scena ma attraverso una lenta opera di deciframento dei comportamenti, dei tormenti e delle relazioni di potere che animano le strade assolate e brulicanti della capitale maliana.

Nel secondo romanzo, il ritrovamento del cadavere di un presunto stregone porta il commissario e il suo collaboratore Sosso lungo le rive del Niger, in un piccolo paese dove ancestrali e suggestive tradizioni tribali resistono violentemente alla modernizzazione e ai mutamenti sociali. Nel villaggio di Nagadij, l’onore della nobile famiglia Kéita è una divinità per cui molti sono pronti a immolarsi e contro la quale la ribellione conosce un prezzo molto, troppo alto. Anche in questo caso, passato, presente, realtà e magia si mescolano per portare l’indagine ben aldilà dei confini del romanzo poliziesco classico, nel cuore di quei codici e simboli delle culture dell’Africa che costituiscono, secondo l’autore, il vero mistero da svelare.

Certo, lo scenario in cui si dipanano le due storie è poco e male conosciuto. E i dialoghi non seguono il ritmo incalzante della tradizione hard boiled statunitense, ma sono fedeli alle forme e alla modalità comunicative di un mondo distante dai sobborghi californiani o dai locali notturni di New York. Ma la prosa di Konaté ci consente di esplorare un territorio meticcio, dove il piacere della lettura e la scoperta di nuovi significati si incontrano e si mescolano.

Mercoledì, 15 Aprile 2015 00:00

Milano Pastis

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1964: Bobby Solo scala le classifiche con Una lacrima sul viso, Michele Ferrero lancia la Nutella, Aldo Moro è da qualche mese Presidente del Consiglio, Togliatti muore a Yalta.

Mercoledì, 25 Marzo 2015 00:00

La banda degli amanti

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Dopo qualche anno di silenzio, Carlotto torna a raccontarci le imprese di Marco Buratti, detto l’Alligatore, figura anomala del noir italiano con un passato da detenuto politico (suo malgrado) e bluesman, e un presente da investigatore senza licenza e viaggiatore nei mondi illegittimi della società italiana a cavallo tra il XX  e il XXI secolo.

"Credimi, il sole è dove uno sogna che sia. Se poi è quello dell’avvenire, illumina dappertutto."

Ad un anno di distanza dal primo volume esce il secondo capitolo de Il Sole dell’Avvenire, trilogia di Valerio Evangelisti dedicata alla storia italiana tra la fine del 1800 e il sorgere del “secolo breve”. La prospettiva è sempre quella emiliano-romagnola, seguendo numerosi legami familiari che permettono un affresco di largo respiro sui mutamenti sociali tra il 1900 e il 1920

Se in Vivere lavorando o morire combattendo prevaleva un sentimento di coinvolgimento entusiasta per il profilarsi dell’orizzonte di una nuova società, con l’asino Carl Max e la nascita delle prime forme associative socialiste, in Chi ha del ferro ha del pane tocca alla rabbia affermarsi su qualsiasi altra sensazione.

LuccaComicsandGames 2014

Un universo intero chiuso tra le mura è duro da ammaestrare.

Forza, dobbiamo dircelo. Un bel respiro... È finito il Lucca Comics & Games.

Riponete il fumetto che avete comprato. No, non lo aprite che vi vedo. Mettetelo sullo scaffale. Togliete dallo zaino gli artbook, i videogiochi, i dvd e i libri. Riponete lo spadone ed il costume. Tranquilli, avrete tempo per rammendare quello strappo o per lavare via le macchie. Ma oggi si riparte. A lavoro o a scuola, si dovrà convivere con il blues che ogni anno ci coglie al momento di tornare alla "vita reale" dopo il Luccacomics, o semplicemente dopo Lucca. Perché si, ormai per tanti di noi la città esiste solo in questi giorni di Novembre.

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