Alessandro Zabban

Alessandro Zabban

Nato nel 1988 a Firenze, laureato in sociologia. Interessi legati in particolare alla filosofia sociale, alla politica e all'arte in tutte le sue forme.

Thee Oh Sees: Il ritorno dei filologi del garage rock lisergico
Recensione dell’ultimo lavoro “Mutilator Defeated at Last”

Alla fine si ritorna sempre là. Alla seconda metà degli anni sessanta e a ciò che quegli anni hanno significato per la storia della musica. Si ritorna a un periodo in cui la controcultura aveva per un breve periodo trasformato il rock nella più credibile espressione del malcontento generazionale e del desiderio di trasformazione radicale.
Sappiamo tutti come andò a finire: la rivoluzione verrà ricondotta all’interno dei sicuri binari dell’establishment, la contestazione messa a tacere, la controcultura ridotta a una moda passeggera. Eppure si fa fatica a trovare ancora oggi un musicista che non sia stato direttamente o indirettamente influenzato da quanto è stato scritto e cantato durante quegli anni di fibrillazione e di eccitante creatività. C’è chi poi di quel periodo ne fa un vero e proprio culto.

Martedì, 09 Giugno 2015 00:00

Istruzione in Cile: tornano le proteste

L’interminabile conflitto sull’istruzione in Cile: il ritorno delle preteste

Uno dei nodi fondamentali per capire gli equilibri politici degli ultimi anni in Cile passa per la delicata questione del sistema educativo. L’insoddisfazione da parte di una larga fetta dell’opinione pubblica del paese sudamericano nei confronti di una istruzione ancora incentrata sul modello voluto da Pinochet, classista e ingiusto, largamente privatizzato e caratterizzato tanto dagli scarsi investimenti pubblici quanto dalle scarse opportunità per gli studenti poveri di poter aspirare a una educazione di qualità, ha portato a imponenti mobilitazioni popolari e proteste di massa che si protraggono fino ad oggi.

Alle manifestazioni dello scorso Maggio che hanno visto scendere in piazza centinai di migliaia di studenti per protestare contro i ritardi e la scarsa incisività del progetto di riforma della scuola del governo presieduto da Michelle Bachelet, ha fatto seguito l’ingente mobilitazione dei docenti convocata dal “Collegio Dei Professori” che dal primo giugno ha organizzato il blocco permanente della didattica per protestare contro la riforma della “Carriera Docente”. Che siano studenti, professori o (più spesso) entrambi, non passa giorno in Cile in cui non venga programmato un maestoso corteo per le strade di Santiago e delle altre grandi città del paese.

I nonluoghi venti anni dopo: Augè e la preistoria della società planetaria

Mai come oggi la questione dello spazio diventa un tema politico e sociale di fondamentale importanza. Più il luogo viene annullato dalle tecnologie della telecomunicazione e dei trasporti, più si sente il bisogno di riappropriarsene. È in gioco una continua battaglia per lo spazio che divide chi il territorio può abitarlo e costruirvi progetti di vita e chi dal territorio deve fuggire a causa di guerre, malattie, persecuzioni politiche, catastrofi naturali. Il conflitto moderno è per l’accesso al luogo dove si possa immaginare un futuro, un accesso però spesso negato, in nome di timori irrazionali o di slogan propagandistici che fanno leva sulla paura. Per gli ultimi del mondo, per gli sconfitti della globalizzazione, le frontiere diventano così barriere invalicabili che definiscono una geografia globale della marginalità la cui drammaticità emerge in tutta la sua irruenza emotiva di fronte al moltiplicarsi di desolanti campi profughi o alle sempre più frequenti tragedie che si consumano al largo delle coste di Lampedusa.

Cronache dal Sottosuolo: L’Italian Occult Psichedelia
Su “Nostra Signora delle Tenebre”, la neopsichedelia italiana omaggia il cinema del brivido e le sue colonne sonore

Si è sempre un po’ scettici di fronte a quei lavori volti a inquadrare un’intera scena o movimento musicale. Spesso questi progetti finiscono per dare una idea stereotipata, didascalica, semplicistica o eccessivamente (auto)celebrativa della ricchezza artistica che contraddistingue un particolare contesto musicale. Ma ci sono anche grandi eccezioni, come la storica “No New York” assemblata da Brian Eno, uno spaccato fondamentale della radicale e nichilista scena No Wave newyorkese o le ”Nuggets”, serie di album che raccoglievano il meglio dell’underground garage degli anni sessanta.

Nel suo piccolo, anche “Nostra Signora delle Tenebre” è un esempio di un lavoro che riesce nell’intento di fotografare in maniera precisa e puntuale un movimento intero, restituendone la forza espressiva e la sua ragion d’essere. Il genere in questione, la cosiddetta Italian Occult Psychedelia, è fra i più interessanti emersi dall’underground nostrano negli ultimi anni.
Il disco si presenta sotto le sembianze di un tributo al cinema horror e giallo e alla sue musiche. Non si tratta dunque di un assemblaggio di composizioni estratte dagli album di ciascuno degli artisti presenti in scaletta, ma piuttosto di una serie di rivisitazioni di alcuni pezzi di grandi compositori di colonne sonore quali Ennio Morricone, Nico Fidenco, Stelvio Cipriani Nino Rota, ed Egisto Macchi.
Ne emerge una costellazione di musicisti amanti dell’occulto e del claustrofobico come del trascendente e dell’onirico che stanno rivitalizzando la musica indipendente italiana e che in molti casi stanno avendo anche una discreta affermazione internazionale. Emergono, insomma, i tratti salienti di un movimento all’apice della sua forma e al culmine della sua creatività.

Su queste stesse pagine, è stato a più riprese affermato come la musica popolare sia in una (ennesima) fase di grande rivisitazione degli anni sessanta psichedelici, filtrati tramite nuove sensibilità e un’impostazione prevalentemente “indie”. L’Italia, pur col suo consueto ritardo, non è da meno in questo processo di riscoperta. Rispetto all’Inghilterra dove imperversa un pop psichedelico piacevole ma accessibile (Tame Impala, Temples), la peculiarità italiana sta nel l’oscurità e nello sperimentalismo che contraddistingue buona parte dei protagonisti del movimento. Movimento che, avanguardista e sotterraneo, sebbene abbia dato vita a molte collaborazioni, non presenta comunque quella omogeneità stilistica né quella vicinanza geografica da poter permettere di poter parlare di una vera e propria “scuola”.
Fra gli artisti presenti nella raccolta si possono infatti rintracciare approcci diversi alla materia psichedelica: c’è, chi fa maggior riferimento all’esperienza più vicina alla world music e al kraut rock che fu, con composizioni aperte e oniriche, eteree e allucinate, chi poi guarda con maggiore convinzione ai classici della psichedelica degli anni sessanta mentre altri ancora preferiscono esplorare piuttosto il lato claustrofobico e opprimente, viscerale e rumorista dell’acid rock.

Fra i più apprezzati internazionalmente, si distinguono i Lay Llamas che producono per la mitica Rocket Recordings (che ha in squadra pezzi da novanta come Oneida e Goat), uno delle case discografiche più importanti al mondo in ambito psichedelico. La loro rivisitazione di “Palude”, seconda composizione in scaletta, è una spasmodica danza collettiva, un adrenalinico ed effervescente rituale pagano in onore del dio sole. Altrettanto rinomati fuori dai confini nazionali, gli Heroin in Tahiti (il nome è tutto un programma) presentano una calda e avvolgente “Nuda per Satana” su riff di abbagliante sensualità e ipnotica visionarietà. Al fervore mistico quartomondista si abbandonano però anche i Mamuthones, progetto parallelo di Marco Fasolo (Jennifer Gentle), che crea variegati paesaggi lisergici in cui l’horror vacui si esprime in tutto il suo angosciante turbamento e l’enigmatico e talentuoso Gianni Giublena Rosacroce che presenta qua un “incubo sulla città contaminata”, maestoso trip lisergico che vive di un’impalpabile inquietudine senza fine. Compagni di etichetta di quest’ultimo (la Yerevan Tapes, una delle protagoniste assolute nel dare visibilità al movimento tutto) sono i Cannibal Movie, autori di impressionanti cavalcate allucinogene e di dirompenti fiumi sonori in area post e kraut rock. Sullo sfondo, i nomi tutelari di Ash Ra Tempel e Popul Vuh ma anche i contemporanei Sun Araw, Peaking lights e Goat sono influenze marcate per questi artisti.

Il versante più nichilista e cupo del movimento, esprime invece il suo spirito lisergico tramite un approccio più marcatamente rumoristico. I Mai mai mai sono il prototipo della psichedelia che invece che guardare in alto, verso il cielo, fissa lo sguardo a terra e prova a penetrare il sottosuolo. Anch’essi prodotti dalla Yerevan Records, si presentano qua con una spigolosissima interpretazione di “sette note in nero” sintomatica della loro esigenza comunicativa: perturbanti increspature industriali, oscuri battiti notturni per un opprimente suono dell’oltretomba. Non sono da meno i Father Murphy (“l’alba dei morti viventi”) in cui la mistica occulta si trasforma in un disagio ansiogeno quasi fisico, né gli OvO, impeccabili architetti sonori del vuoto e dell’abisso.

Forme meno estreme ma comunque alternative di neopsichedelia vengono poi da due dei protagonisti più celebri del movimento, Edible Woman (ottimi i loro intrecci di strumentazioni tradizionali e sintetiche) e Jennifer Gentle, in tour coi Verdena, qua nella veste taciturna e riflessiva della sensuale ninnananna Chanson de la nuit.
Second H Sam, Lamusa, Maria Celeste, Slumberwood e Beautiful Bunker arricchiscono un progetto ben riuscito e che immortala un movimento sotterraneo che merita di essere portato alla luce.

Mercoledì, 13 Maggio 2015 00:00

Il nostro perché

Il nostro perché

Come molti di voi sapranno, quando ho chiesto suggerimenti relativamente al contenuto di questo intervento, mi è stato detto di parlare “dell’uomo, del socialismo, del capitalismo”. Generiche e dispersive, queste tematiche solo in fase esplorativa richiederebbero ore e ore di discussione, ma sono in realtà anche un ottimo punto di partenza per una piccola riflessione del rapporto che lega la realtà sociale con Il Becco e il suo progetto.

Uomo, socialismo, Capitalismo. Indubbiamente l’unico di questi concetti a godere di una certa salute è il terzo: capitalismo. L’uomo è stato modernamente lacerato nella sua identità individuale, ormai in frantumi o liquefatta, le sue fondazioni metafisiche che lo consideravano soggetto ordinatore razionale del mondo, autocosciente, libero e autonomo sono state prima messe in crisi dai “filosofi del sospetto” e poi disintegrate dalle filosofie strutturaliste e post-strutturaliste; anche il socialismo, con la caduta del Muro di Berlino, quando non considerato un offesa o un insulto, è nel migliore dei casi interpretato come la fine della modernità ovvero come l’infrangersi del sogno di progresso ed emancipazione dell’occidente. A dominare un contesto in cui la storia non è finita ma non sta neanche troppo bene, resta solo il capitalismo.

Mercoledì, 06 Maggio 2015 00:00

Il motore della Storia - Intervista a Gallori

In vista dell'iniziativa di presentazione del progetto "Ritorno al passato", pubblichiamo quest'intervista a cura di Alessandro Zabban

Il motore della storia.
Intervista a Ezio Gallori


1) Hai attraversato anni di grande cambiamento per il Paese, che hanno riguardato anche il mondo del lavoro. Com'è mutata la figura del sindacalista?

Il sindacalista di prima era un personaggio che innanzitutto lavorava, oggi invece la sua figura si è professionalizzata. Per alcuni è diventato un modo per fare carriera: alcuni rappresentanti dei lavoratori sono diventati deputati o dirigenti di azienda (non parlo solo di Moretti, il caso più noto, che è passato dalla Filt-Cgil a dirigere le Ferrovie dello Stato, per poi passare recentemente a Finmeccanica). 

Giovedì, 30 Aprile 2015 11:29

Ricordando Lester Bangs

Ricordando Lester Bangs
33 anni esatti dalla scomparsa del grande critico musicale californiano

Non mi chiedete perché guardi a gruppi rock come possibili modelli per una società migliore. Penso che sia solo per il fatto di aver intravisto qualcosa di bello in un momento di illuminazione e probabilmente l’ho confuso per una profezia che ha da sempre cercato la sua realizzazione.

1973. Lester Bangs, reo di mostrarsi “irrispettoso nei confronti dei musicisti”, viene licenziato dalla rivista Rolling Stone, dopo una recensione particolarmente negativa nei confronti dei Canned Heat. Inizia un periodo particolarmente complesso per il giovane critico musicale californiano. Il suo giornalismo militante, volto a promuovere la musica come strumento di lotta e cambiamento del sistema entra in contrasto con la realtà sociale e artistica dell’epoca: la grande stagione psichedelica è al collasso, la cultura hippie in declino, i grandi gruppi venerati da Bangs come Velvet UndergroundVan MorrisonCaptain Beefheart sembrano aver già espresso il meglio di loro stessi mentre all’orizzonte una nuova generazione di musicisti si crogiola nella restaurazione fatta di fronzoli e barocchismi progressive.

Recensione dell’ottimo “Carrie & Lowell” del cantautore di Detroit

Pochi cantautori sono riusciti a coniugare in maniera così elegante complessità e leggerezza come il menestrello statunitense Sufjan Stevens.

Ascesa della Meritocrazia e declino della Giustizia Sociale nell’Italia renziana

In uno Stato in cui le sopravvivenze di stampo feudale sono diffuse e radicate, non stupisce che qualsiasi generico appello alla “meritocrazia” venga salutato come moderno e rivoluzionario. In effetti, ogni aspetto della società sembra essere sempre più colonizzato da una cultura civica povera che fa del nepotismo, della cooptazione e della raccomandazione gli strumenti e le credenziali più utili per le opportunità di carriera. La politica più populista e il sistema mediatico più sensazionalistico ci mettono poi del loro nel semplificare il quadro complessivo resuscitando in tutta la loro incompletezza termini come quelli fortunatissimi di “casta” o di “baronato”.

Ucraina, Donbass: i crimini di guerra della Giunta di Kiev
Recensione del libro di Enrico Vigna “Ucraina, Donbass” (Zambon Editore)

Ottobre 1941. Nel contesto dell’Operazione Barbarossa e dell’occupazione dell’Ucraina da parte delle forze dell’Asse, a Odessa decine di migliaia di ebrei e oppositori politici vengono brutalmente sterminati.
Maggio 2014. Dimostranti federalisti vengono attaccati e inseguiti dai neonazisti del “Prawy Sektor” fino alla Casa del Sindacato di Odessa, dove entrano per cercare rifugio. È un massacro: gli inermi cittadini vengono trucidati senza pietà uno alla volta e poi l’edificio è dato alla fiamme.

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