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Nel Giappone per Costituzione “pacifista” le Forze di Autodifesa hanno prodotto gas tossici (tra essi il sarin) in assoluto segreto ed in aree densamente popolate (la produzione di questi gas è avvenuta presso una struttura sita in un quartiere residenziale di Saitama), a segnalarlo il periodico comunista Akahata dopo che il caso era scoppiato già in maggio a seguito dell'intervista rilasciata dall'ex direttore della struttura al settimanale Shukan Kinyobi.
Un gran parlare di Firenze ultimamente. Sarebbe sciocco negare che la nostra bella città abbia scalato le vette delle cronache nazionali da quando il sindaco rottamatore si è insediato a Palazzo Vecchio, ma è anche vero che di cose ne stanno succedendo.
Il dibattito che vede impegnati molti esponenti della sinistra cittadina, fiorentini o persone che qui lavorano verte attorno ad un punto: quale è la Firenze che vogliamo per il futuro? Cinque anni di amministrazione Renzi ci hanno regalato una città più vuota, triste e freneticamente turistica. Per quanto ci possano essere differenze di vedute, una cosa è certa: le prossime amministrative, previste per maggio 2014, costituiranno un punto di svolta per Firenze.
Occorrerà modificare rapidamente la struttura dell'economia italiana, al fine di renderla coerente con gli orientamenti delle forze politiche dominanti. Piantagioni di banane dal Brennero a Pantelleria, per intanto. Anzi occorrerà anche una riforma costituzionale. Ben quattro fatti, in rapido ordine di tempo, suggeriscono che la si definisca “Repubblica bananiera italiana”:
Nella nostra Costituzione i servizi pubblici assumono un valore di promozione sociale. Si tratta di una funzione progressiva che, nello spirito dei costituenti, andava a creare un percorso di partecipazione e coinvolgimento popolare che avrebbe dovuto coinvolgere pure l'impresa privata, immaginata con uno status di utilità sociale.
Nella maggior parte dei casi quando si parla di “lavoratori precari”, l’immagine che viene subito alla mente è quella dei tanti ragazzi e ragazze impiegati nei call-center per conto delle grandi aziende, costretti a turni estenuanti e ad un lavoro monotono e frustante. In verità quella appena descritta è solo una delle realtà che costituisce l’universo dei cosiddetti lavori precari che, seppur rilevante, non esaurisce di certo la fin troppo vasta tipologia di impieghi di questo genere, con cui sono costretti a scontrarsi i ragazzi che si affacciano sul mondo del lavoro.
Dai recenti dati diffusi del rapporto Eures-ANSA sull’omicidio volontario in Italia, che descrivono il fenomeno del femminicidio possiamo notare che nei primi sei mesi del 2013 sono state uccise in Italia 81 donne, di cui il 75% nel contesto familiare o affettivo.
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