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“Il capitale più prezioso di cui disponiamo, il patrimonio più ricco e necessario di cui abbisogniamo per la nostra ricostruzione, è ancora e sempre l’uomo, il <<lavoratore>>.” Giuseppe Di Vittorio, 1944
Questa frase non è scelta a caso. Non è un banale copia/incolla che viene usato tanto per dare un tono all’articolo. La scelta di partire da qui è dettata dall’esigenza che abbiamo sentito di riporre al centro del dibattito alcune questioni di merito che, secondo noi, non possono e non devono più aspettare.
Leggiamo continuamente delle enormi difficoltà che incontrano i ragazzi nel trovare un impiego e dei tassi di disoccupazione giovanile da capogiro (ci aggiriamo attorno al 40%) che affliggono questo Paese. Ma i problemi dei miei coetanei che cominciano a relazionarsi al mondo del lavoro non finiscono qui: coloro che riescono a trovare un impiego sono spesso costretti ad avere a che fare con forme di avviamento al lavoro e di inserimento che, alla fine dei conti, altro non sono che un modo per pagare meno un lavoro che fatto da altri costerebbe di più.
Dopo che per mesi hanno tenuto banco le polemiche legate alle dichiarazioni del sindaco di Osaka Hashimoto il governo Abe riconosce ufficialmente l'esistenza di coercizione nella vicenda delle cosiddette “comfort women”. Il riconoscimento è avvenuto a seguito di una richiesta da parte del parlamentare comunista Akamine. È la prima volta che il governo Abe riconosce ufficialmente l'esistenza della coercizione, il precedente esecutivo guidato dal politico conservatore aveva negato il fenomeno nel 2007.
Era il capodanno del 1969. Davanti al locale “La Bussola” a Le Focette, in Versilia, si consumava una delle tante tragedie che hanno avvolto e continuano ad avvolgere il nostro Paese. E’ noto come quella notte i giovani esponenti di Potere Operaio pisano, assieme ad Adriano Sofri, si recarono di fronte al locale per contestare, con lanci di uova, i “padroni” delle aziende locali, i quali andavano a festeggiare proprio alla Bussola l’inizio del nuovo anno, “a brindare dopo un anno di sfruttamento” come ricordano le parole del cantautore Pino Masi, mentre ci racconta, nella sua famosa canzone, l’immagine di quella serata.
Il grido sorto nel cuore dell'occidente quando nel settembre 2011 a Wall Street i manifestanti si accingevano a lanciare il movimento di occupazione delle piazze è oggi confermato dal Sole 24 Ore stesso: il debito pubblico è un debito privato. Il 99% l'aveva detto all'1%: “il debito è vostro”.
Il 2010 è stato l'anno di svolta di questa crisi proprio perché lungi dall'innescarsi una ripresa dell'economia mondiale si è verificata la più tremenda offensiva di classe da oltre un secolo. I governi hanno travasato l'enorme debito privato nei conti pubblici, facendo diventare la crisi delle banche una
57.981 sono le firme raccolte e consegnate al parlamento tramite 22 parlamentari di diversi partiti da un gruppo di insegnanti e genitori di alunni disabili al fine di richiedere migliori condizioni per le scuole a loro dedicate. Nonostante il numero di alunni con disabilità sia cresciuto di oltre 33.000 unità negli ultimi dieci anni le classi hanno subito un drastico taglio (-4.633).
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