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L'intervento successivo è quello di Vanessa Boretti, consigliere regionale ed ex consigliere comunale di Calenzano. La Boretti parla soprattutto della riforma elettorale che si sta discutendo in Toscana il cui intento è fornire maggior scelta ai cittadini, in modo che essi possano dare una preferenza più democratica e appropriata. Le questioni da affrontare sono quella della parità di genere (che, a detta del resoconto della commissione pari opportunità, non presenta cifre incoraggianti), la questione della rappresentanza territoriale, la tutela delle forze politiche più piccole e ovviamente la questione del voto agli stranieri. Una riforma elettorale deve tener conto di tutte queste variabili.
Domenica 19 maggio, nell'ambito delle iniziative dell'edizione di Terra Futura 2013 si è tenuta anche l'assemblea dal titolo “Cinque milioni di migranti senza diritto di voto. Un deficit di democrazia da sanare”, svoltasi nello stand della Provincia di Firenze. Il tema ovviamente è molto attuale ed è stato riportato in auge proprio in questi giorni grazie alla proposta di legge della neo ministra dell'integrazione Cecile Kienge Kashetu che vorrebbe innanzitutto tramutare lo ius sanguinis in ius soli per tutti i bambini “stranieri” che nascono in Italia. La ministra purtroppo ha dovuto subire attacchi feroci, provenienti soprattutto dalle forze leghiste e razziste che siedono (di nuovo purtroppo) in Parlamento e infatti durante tutti gli interventi si è voluto sottolineare la solidarietà e la vicinanza a Cécile e alla sua proposta così ingiustificatamente dibattuta e avversata, solidarietà che si esprime chiaramente nel “sottotitolo” della conferenza: “Anch'io sono Cécile Kyenge”.
Dmitrij Palagi, Diego La Sala, Enrico Pellegrini, Daniele Quatrano, Carlotta Sorrentino
a) Crediamo che il progetto del Partito della Rifondazione Comunista, nato nel 1991, abbia esaurito la sua spinta propulsiva, fallito il suo obiettivo di rigenerare e rilanciare una soggettività comunista all'altezza delle nuove sfide e si sia perso in una indefinita organizzazione incapace di fare sintesi dei percorsi che lo avevano lanciato.
Uno studioso dell'organizzazione, Karl Weick, definiva la scuola nei termini di un campo di calcio privo di regolarità formale. Un posto dove insistono vari modelli organizzativi e professionali indipendenti e deconnessi tutti tesi al soddisfacimento di un bisogno culturale - sia esso primario, formativo o specializzante.
Di ritorno da Libano e Siria
Mussalaha significa, in arabo, riconciliazione, fra parti che si contrappongono anche in armi. All’opposto, musallaha significa lotta armata e musallahin uomini armati. Un po’ come salàm significa pace e àlam dolore, e la guerra non è sinonimo di dolore?
In Siria esistono molti musallahin fra i quali circa 50mila combattenti stranieri provenienti da oltre venti paesi, attirati sulla via di Damasco chi dalla remunerazione (Qatar e Arabia Saudita principali datori di lavoro) chi dalla prospettiva del paradiso con fiori e ragazze, chi dal sogno di un emirato universale. Ma in Siria esistono anche molti “combattenti disarmati per la pace”, molti mussalahin! E in sostegno alla mission impossible di questi attori del dialogo – religiosi e laici – una delegazione di pacifisti ed esperti di soluzione dei conflitti si è recata in Siria, guidata dalla premio Nobel per la pace nord-irlandese Mairead Maguire.
Pisa: al via anche quest'anno la street parade antiproibizionista più longeva d'Italia
Sabato 18 maggio Pisa, come ogni anno a partire dal 2001, si riempirà di giovani e meno giovani in un corteo colorato e plurale, che vedrà al suo interno esponenti del mondo della cultura antiproibizionista, oltre a tutte quelle realtà associative e ai singoli condividono da anni quelle stesse battaglie.
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