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Quale analisi per ripartire?
Il panorama della società italiana in cui i comunisti agiscono e che occorre analizzare vede: un partito-azienda e un partito-apparato governare assieme in un governo politico, dopo aver sostenuto un governo tecnico sceso in politica. Nulla di più catastrofico. L'unica opposizione parlamentare di rilievo è confinata ad un movimento con evidenti pulsioni personalistiche e di destra su temi nodali come la cittadinanza, e questo nonostante la sua “pancia” comprenda molti che fino a qualche tempo fa non avevano remore a definirsi “di sinistra”, ma che oggi cantano in coro la cantilena della “fine delle ideologie” (questo dovrebbe interrogarci sulla necessità di una politica ideologica nel post-ideologico trionfante).
Che accade in Turchia? Il governo di Erdoğan, capo carismatico del partito islamico-moderato AKP, forte di quasi la metà dei suffragi e della maggioranza assoluta nella Grande Assemblea Nazionale (il parlamento), vacilla, sotto l'urto di una rivolta giovanile che sta scuotendo le città della Turchia, i media dicono ben novanta, insomma tutte, e che appare motivato da molto di più del casus belli, l'improvvisa decisione dell'amministrazione di Istanbul, in mano essa pure all'AKP, di tirar giù gli alberi di piazza Taksim, la piazza centrale della parte europea (quindi storica) della città e luogo tradizionale di incontri, manifestazioni, pellegrinaggi turistici, a ridosso del grande bazar, per metterci un centro commerciale e una moschea (interessante connubio! La dice tutta sull'AKP, il cui moderatismo è in realtà sinonimo di liberismo).
Come contributo alla discussione un documento discusso e portato avanti dal territorio di Asti
Partito
Pensiamo che Rifondazione comunista e i comunisti siano gli elementi che la sinistra italiana ha per potersi rilanciare e arrestare il declino del paese. Valorizzare e non disperdere il patrimonio umano rappresentato dai militanti e dalle militanti del Prc è uno dei compiti che dobbiamo assumere senza alcuna remora.
Tra le categorie messe in crisi dalla politica di deprezzamento dello yen portata avanti dal governo Abe vi sono anche i produttori di latte i quali hanno subito un pesante aumento del prezzo dei mangimi che sono in buona parte frutto di importazioni. Parallelamente le negoziazioni tra i rappresentanti dei produttori e le grandi aziende che acquistano il latte crudo non hanno ancora determinato un aumento del prezzo di tale prodotto.
Insieme ad altri giovani compagni abbiamo provato a lanciare una discussione sull’attualità di dirsi comunisti nel 2013 in Italia, alla luce dei risultati elettorali nazionali degli ultimi anni. Lo abbiamo fatto ponendo domande e una questione di metodo, convinti che ripartire da zero implichi il non dare per scontato gli elementi fondamentali.
Alcuni parziali risposte a titolo personale forse possono aiutare il confronto.
C’è una parola che da mesi appare con frequenza costante nei servizi dei tg e sulle pagine dei giornali.
Una parola che sembra piacere parecchio ai media, quasi come se avessero scoperto all’improvviso che esiste la violenza sulle donne.
Il “femminicidio” non è certo un fenomeno nuovo, e i numeri lo dimostrano: sono già 36 le donne uccise in Italia per mano di uomini dall’inizio del 2013, 124 solo lo scorso anno, addirittura 129 nel 2011. Qualcuno potrebbe obiettare che si tratti tutto sommato di percentuali accettabili per un Paese di quasi 61 milioni di abitanti, ma c’è un altro dato più difficilmente confutabile: il rapporto sulla criminalità stilato nel 2010 dal Ministero dell’Interno ha registrato, a fronte di un calo degli omicidi del 57%, un incremento dei femminicidi del 98%. Ad aggravare la situazione va aggiunto il fatto che si tratta in gran parte di resoconti incompleti, perché a oggi non esiste ancora un osservatorio nazionale che si occupi in maniera sistematica di registrare i dati sulla violenza di genere.
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