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In Italia l'inchiesta più famosa sullo sfruttamento della manodopera migrante parte dal lavoro di Fabrizio Gatti, nell'ormai lontano 2006, quando il giornalista si infiltrò per una settimana nei luridi tuguri in cui venivano detenuti immigrati africani e dell'est europeo. Gatti descrisse lo sfruttamento e la violenza che quotidianamente si esercitavano nella progressista Regione Puglia di Nichi Vendola, avvolta in un clima da “Mississipi Burning”. Certamente Giuseppe Di Vittorio non sembrava essere mai passato per quelle terre.
La vittoria di Maduro nelle elezioni presidenziali venezuelane del 17 aprile è avvenuta d'un soffio e pone perciò una serie di questioni sulla prospettiva della rivoluzione socialista bolivariana. Non si tratta tanto della mobilitazione di piazza promossa dall'opposizione e della sua contestazione del risultato: non è il primo tentativo, né forse l'ultimo, di rovesciare il governo socialista da parte di una coalizione tanto eterogenea quanto nelle mani di una delle più fetenti oligarchie latino-americane, e non le sarà dato, ritengo, alcuna possibilità di farcela.
Provvedere alle necessità del paese e al buon funzionamento delle istituzioni non è poi tanto diverso dal provvedere alla manutenzione di un impianto idraulico; della prima funzione si occupa il politico, della seconda il trombaio, ovvero l’idraulico.
La ricerca di un buon artigiano: affidabile, puntuale e onesto, implica una valutazione puntuale delle qualità dei diversi operatori presenti sulla piazza, né più né meno attenta di quella necessaria alla scelta di qualcuno a cui affidare la cura degli affari pubblici.
La pretrattativa tra il leader dei curdi di Turchia Abdullah Öcalan e alcuni funzionari di alto grado del MİT (i servizi turchi di intelligence), nell'isola di İmralı, del cui carcere Öcalan è l'unico “ospite”, per quanto era nelle sue finalità è giunta in porto.
Interessanti strategie si ripetono con lo scorrere delle settimane, quasi dalle urne non fosse risultata evidente la marginalità della sinistra italiana rispetto all'elettorato del paese.
La seconda parte dell'assemblea prende avvio proprio da questa tematica, in una direzione più economica e che pone al centro anche l'Europa, tanto che il titolo di questa seconda “sessione” era proprio: “Priorità dell'agenda per uscire dalla crisi”. Molti sono stati gli interventi (di Guido Viale, Roberto Musacchio, Andrea Baranes, Monica Pasquino, Tiziano Rinaldini, Andrea Di Stefano, e molti altri ), che hanno continuato a porsi proprio su questo piano, tra chi mostra come dopo il trattato di Maastricht del 1992 siamo entrati in un vicolo cieco di politiche e di forme di austerità sempre più rigide – fiscal compact, controllo ferreo dei bilanci degli stati, spending review, la quale lungi dall'essere una revisione della spesa pubblica prevede solo tagli lineari e sanguigni ad essa - .
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