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Infuria l’attenzione mediatica, con scarne eccezioni, mi pare solo dal lato del Manifesto, sul tratto naïf dell’abbigliamento del ministro greco Varoufakis alle riunioni europee per il “salvataggio” della Grecia: in quanto prova provata, se ce n’era bisogno, del suo “comportamento dilettantesco” in queste riunioni. Da una parte la totalità dei ministri economici degli altri paesi, giacca, cravatta e toni di grigio ministeriale, a segnalare sobrietà, scientificità, conti precisi, desiderio di venire incontro ai greci ma su basi serie; dall’altro un simpatico ma ormai noioso comiziante che insensatamente insiste a difendere la popolazione greca dall’ennesimo assalto alla baionetta euro-germanico orientato, per il bene di essa, ovviamente, a farla definitivamente fuori.
Riescono a capirsi, mi sono chiesto in tutto il periodo che ci separa dalla vittoria elettorale di Syriza, Varoufakis e gli altri ministri economici europei? Perché la questione è molto semplice, ma al tempo stesso si tratta di un confronto tra posizioni e linguaggi inconciliabili, dove magari alcune parole sono le stesse, ma significano cose completamente diverse. Come, per esempio, le parole “ripresa dell’economia”. Significa anche ripresa dell’occupazione e del benessere sociale, oppure, concretamente, il contrario?
Importante crescita ottenuta dai comunisti giapponesi nel primo turno delle elezioni amministrative svoltesi lo scorso 12 aprile. In 41 assemblee delle Prefetture il numero di consiglieri comunisti è cresciuto da 80 a 111. L'incremento del PCG è avvenuto anche nei consigli municipali delle maggiori città (da 107 consiglieri a 136). Soddisfazione per il risultato delle elezioni amministrative è stato espresso anche dal Segretario del Partito Democratico Edano.
In tema di servitù militari, esponenti politici e del mondo degli affari hanno lanciato, lo scorso 9 aprile, un fondo a sostegno delle iniziative di lotta volte a far interrompere i lavori di costruzione della nuova base militare statunitense ad Henoko.
Tra gli obiettivi del fondo l'acquisto di spazi pubblicitari su quotidiani statunitensi e nipponici. Sempre nel settore militare polemiche ha suscitato l'intenzione del governo di fornire sostegno finanziario volto a facilitare l'acquisto di armi giapponesi da parte di governi stranieri.
Lo scorso 7 aprile, in sede di Commissione Affari Esteri e Difesa della Camera alta, il senatore comunista Inoue ha chiesto che il governo desista da tale intenzione. Il 9 aprile la Camera dei Consiglieri ha approvato il bilancio di previsione per l'anno finanziario 2015: il bilancio segna un nuovo record nelle spese militari.
In ambito nucleare, lo scorso 7 aprile, pressanti – e pubbliche – richieste al premier Abe di maggiori investimenti nel settore arrivano dal Partito Liberal-Democratico. La proposta avanzata, in linea con quanto chiesto da Keidanren e dall'Associazione dei Dirigenti d'Azienda, è che circa il 20% della produzione di energia elettrica derivi dal nucleare. Fino al 2010 la produzione di energia elettrica del Sol Levante dipendeva per il 29% dal nucleare, per il 25% dal carbone e per il 9% dall'idroelettrico.
La percentuale di produzione di energia dall'atomo è scesa all'uno per cento nel 2013 a seguito dello spegnimento precauzionale degli impianti nucleari.
(con informazioni di Japan Press Weekly 8 -14 apr. 2015)
Lo stridio del falco adirato davanti al ruggito trionfante del leone. Una metafora perfetta per descrivere la reazione rabbiosa del rieletto premier Benjamin Netanyahu di fronte ai festeggiamenti del presidente iraniano Hasan Rohani e degli altri membri del suo governo dopo il raggiungimento di un’intesa sulla politica nucleare dell’Iran a Losanna lo scorso 2 aprile.
“Votare secondo coscienza”, cioè - in sostanza - praticare il voto disgiunto: questo l'appello, sottoscritto da oltre 200 esponenti del PD ligure - tra essi, il nome di maggior peso è quello dell'assessore uscente alla Sanità Claudio Montaldo - ed al quale, com'era naturale, il partito ha reagito con forza minacciando esplusioni, mentre il segretario genovese del PD Terrile parla di un attacco diretto a lui perchè capace di decidere "senza caminetti".
Un fatto politico importante, quello che viene da viene dal settore più insofferente al renzismo del PD, che sicuramente avrà un suo peso nelle elezioni di maggio e che non può non far sorridere il civatiano Luca Pastorino.
Novità giungono a sinistra della sinistra-sinistra, con la probabile (c'è l'ostacolo delle firme) candidatura del consigliere comunale genovese (ex rappresentante della Federazione della Sinistra locale a Palazzo Tursi prima di venirne sconfessato a causa del suo allontanamento dalla maggioranza a sostegno del sindaco Doria) Antonio Bruno, appoggiato da “Altra Liguria”, esperienza che si richiama, a partire dal nome, a quella de “L'Altra Europa”, ma che non raccoglie né SEL né il PRC (che di quella lista furono sostanzialmente i principali soggetti contributori in termini elettorali ed economici).
Un spina nel fianco, qualora si presentasse, per Pastorino, novità, in positivo, degli ultimi sondaggi e recente beneficiario anche del sostegno dei Verdi (che al di là della loro consistenza elettorale potevano rappresentare un concorrente temibile per la Rete a Sinistra in quanto non hanno più bisogno di raccoglie firme per presentarsi con il proprio simbolo dopo il passaggio dell'ex Cinque Stelle Pepe tra le loro fila) in nome della vittoria sul "partito del cemento”.
Lontanissimo dalla vittoria - a prescindere da qualsiasi percentuale possa contendere Pastorino a Raffaella Paita - è il centro-destra del neoligure Toti, che, pur vincitore del braccio di ferro con la Lega Nord che avrebbe preferito il vice di Salvini Rixi, appare in affanno ed incapace di impensierire i democratici.
Reduce da un mese di incontri organizzati da collettivi universitari e centri studi in cui si è tentato di analizzare cause e conseguenze del fenomeno migratorio, sviluppando il discorso con particolare attenzione ad un approccio transdisciplinare, tento qui di seguito di sintetizzare i risultati dei ragionamenti sviluppati nel corso del ciclo di autoformazione "Siamo uomini o caporali?" tenutosi a Torino tra il 16 e il 19 marzo, in cui si è partiti da un'analisi delle migrazioni in Italia per arrivare ad analizzare l'impatto del fenomeno delle agromafie sul territorio, e della conferenza del Cest (Centro per l'Eccellenza e gli Studi Transdisciplinari) "La costruzione dello straniero. Identità e diritti dei migranti" del 20 aprile, in cui si è presentato il lavoro congiunto di esperti nell'ambito giuridico, sociologico e filosofico sul tema.
L’Unione Europea mostra davvero un volto definitivamente fallimentare e odioso, costruito anno dopo anno dalla voracità antisociale, dal nichilismo morale e dall’ottusità delle sue classi dominanti, dei loro ceti politici, dei suoi scribacchini e mezzi busti, delle sue burocrazie di Bruxelles, nell’infinita tragedia di popolazioni in fuga dall’annientamento e che continuano a lasciare migliaia di morti annegati nel Mediterraneo.
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