Politica

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Le notizie legate al contemporaneo, abbracciando società, istituzioni, questioni internazionali e tutto ciò che rientra nella vasta categoria di politica, rubriche e redazionali esclusi.

Immagine liberamente tratta da upload.wikimedia.org

Lunedì, 01 Giugno 2015 10:20

Liguria amara, Liguria dolce

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Liguria amarissima per il Partito Democratico e la sua candidata Raffaella Paita. I dati, oramai consolidati in questa notte/mattinata del primo giugno, mostrano il compattissimo centro-destra di Giovanni Toti avanti di oltre sette punti, con il 34%, sulla portabandiera democratica (38% la somma delle liste che, dunque, si aggiudicano il premio di maggioranza).

Lunedì, 01 Giugno 2015 00:00

Razzismo a Marino

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“Il razzismo è una malattia. È un cattivo funzionamento della mente che compromette le relazioni umane, è una malattia psichicamente contagiosa conseguente al fatto che una mente predisposta viene infettata da idee false, patologiche, che producono ostilità verso altri gruppi e verso i loro membri.”
Ashley Montagu

Questo non è un vero e proprio articolo. Piuttosto uno sfogo. Lunedì sera, facendo zapping alla televisione alla ricerca (abbastanza vana) di qualche film, sono incappata in un servizio trasmesso da Piazza Pulita, il programma condotto da Corrado Formigli in onda su La7. Il tema era l’immigrazione, dopo una prima parte dedicata al lavoro. Il video mostrava l’ira di decine di residenti di una palazzina a Marino che protestavano animatamente – per usare un eufemismo – contro la disposizione del prefetto di Roma di adibire alcuni appartamenti del palazzo in gestione ad una cooperativa sociale, a 78 richiedenti asilo. La minaccia di trovare il proprio palazzo invaso da “stranieri che rubano e stuprano bambini” ha scatenato le reazioni più bieche e violente della “brava gente” di Marino. Una mamma dice al giornalista che sua figlia non vuole tornare più a casa e che anche lei stessa è seriamente preoccupata perché “io non sarò più libera di uscire la sera, le mie figlie non potranno più girare in bicicletta, perché si sa che usanze hanno questi profughi”.

Domenica, 31 Maggio 2015 00:00

La FIFA di uno scandalo annunciato

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La FIFA di uno scandalo annunciato.

Un terremoto, uno sconquasso quello apertosi per la Fédération Internationale de Football Association, conosciuta semplicemente con il celebre acronimo FIFA. L’organo per eccellenza, istituzionalizzato del mondo del calcio, con sede a Ginevra guidato ormai da quattro mandati dallo svizzero Sepp Blatter.
L’organo fu fondato a Parigi il 21 maggio 1904 e si occupa tutt’oggi dell'organizzazione di tutte le manifestazioni intercontinentali di calcio futsal e beach soccer. Gli interessi che girano attorno ad un organizzazione così importante, organizzatrice e promotrice dell’evento sportivo più importante del mondo (il mondiale di calcio) sono innumerevoli.
Nell’era del capitalismo più sfrenato purtroppo non stupisce tutto ciò, come non stupisce il teatrino smascherato, forse con colpevole ritardo, in questi travagliati giorni per il mondo del pallone e non solo.

Lo scandalo è scattato con arresti all’alba della mattinata dello scorso 27 Maggio. Il casus belli determinante riguarda un capitolo d’inchiesta per le tangenti nella Fifa relative all'assegnazione dei mondiali e ad alcuni accordi per marketing e diritti tv, indagine partita addirittura dagli Stati Uniti. Sono stati arrestati nel blitz di Zurigo sette dirigenti dell'organo di governo del calcio mondiale presto estradati negli Usa. La sfondo della farsa è stato il Baur au Lac, l'hotel dove si svolgeva il meeting annuale della Fifa durante il quale il presidente uscente Sepp Blatter affrontava la sfida del principe giordano, Ali bin Al Hussein.
Joseph Blatter risulta indagato dalla stessa Fbi ma per ora non è inserito tra i volti identificati dal dipartimento della Giustizia Usa, i quali sono accusati di corruzione.
Il filone d’inchiesta ha fatto emergere pure il nome di un’importante azienda celebre per la “vestizione” degli atleti.
Tutti temi da sviluppare, tutti temi da far emergere con chiarezza, finalmente.

Blatter è stato rieletto, tutto ciò però non cancella le ombre su un personaggio piuttosto ambiguo, con un modo di intendere il mondo del calcio come un esclusivo affare personale. L’uomo d’affari svizzero non arriva agli alti onori della cronaca (nera), solamente ora dopo quattro mandati presidenziali. Le voci di dissenso durante il suo governo sono state diverse.
Ricorderò sempre una in particolare, fomentata da un acerrimo nemico del sopracitato presidente Fifa. Parole, slogan a firma Diego Armando Maradona. Era l’estate ’94, si giocavano negli Stati Uniti i mondiali di calcio arrivati in quell’occasione alla loro quindicesima edizione. Maradona, poco prima di essere fermato poiché risultante positivo al test antidoping, urlò al mondo dopo uno splendido gol all’incrocio dei pali contro la Grecia, il proprio dissenso verso Blatter quel modo di fare politica e la sua voglia di rivincita e riscatto.

Bisogna fare le dovute premesse, Diego è e sarà sempre ricordato come una persona con forti criticità a volte i suoi eccessi hanno rappresentato la sua rovina, però quell’urlo riuscì a colpire un bimbo di 6 anni. Sono passati ben 21 anni. Il calcio si è completamente chinato alle logiche speculative e ultra commerciali, forse uccidendo la passione insita quando istintivamente vedo e vediamo quando rotola un pallone. Lo scandalo Fifa era assolutamente preventivabile, come era assolutamente preventivabile il legame forte tra i grandi capitali (quelli poco trasparenti e il più delle volte sporchi) e l’organo rappresentativo dello sport più amato al mondo. Non mi stupisce tutto ciò, mi stupisce la voglia di conservatorismo ideologico che alberga in quel mondo e negli universi paralleli che lo circondano. Negli anni anche in Italia abbiamo assistito a scandali di corruzione e truffe indecorose. Il tifo, la passione i colori inflazionati completamente rispetto alla becere logiche di mercato. Qualcuno però, in un lungo bagno d’umilità, ha mai cercato veramente un’alternativa?

La risposta è chiaramente negativa, e lo vediamo anno dopo anno. Società dichiarate fallite, accordi tesi a monopolizzare il mercato dell’offerta mediatica per seguire anche solo per svago una partita di pallone, a noi le briciole di uno sport completamente snaturato. Il calcio, lo sport di squadra per eccellenza ormai diventato la gara dell’individualismo. Le alternative però che il calcio popolare negli anni ha provato a dare ci sono e con mille difficoltà resistono e danno fantastiche risposte. La nostra penisola è costellata di progetti nati esclusivamente dal basso, tesi a far rinascere la vera passione per questo sport. Azionariato popolare, partecipazione collettiva, impegno sociale; tanti esempi: Quartograd, Spartak Lidense, Ardita e così via. Può però bastare?

Sicuramente è un inizio positivo e assolutamente meritorio, è necessario però capire come far sposare questi bellissimi fuochi di “rivolta” con l’attuale stato delle cose che ci circondano, perché il calcio e gli sport in generale tornino veramente ad essere patrimonio di tutti e tutte. Gli organismi di controllo del calcio sia a livello continentale che mondiale subiscono l’influenza eccessiva di super capitali privati, ripartire da una “nazionalizzazione” dello sport sarebbe già un passo avanti. Sicuramente garantirebbe più controllo ed eviterebbe furbate di mercato (diritti tv ecc.)
Chiosa finale; il calcio è uno sport popolare, nelle periferie (come già anticipato precedentemente) di Roma, Napoli e via dicendo è tornato ad assumere la connotazione originaria. I valori veri quello che esso reca sono incontrovertibili, quelli no gli scandali non ce li porteranno mai via.

Non ho letto il documento in dettaglio, dunque non posso commentarlo”, questa la risposta del premier Abe al Presidente del Partito Comunista Shii che, durante la seduta parlamentare del 20 maggio scorso, chiedeva al primo ministro del Sol Levante un'opinione sulla Dichiarazione di Potsdam, documento del luglio 1945 sottoscritto dalle potenze alleate che fissava le condizioni per la resa del Giappone.
Il sesto punto della Dichiarazione affermava: “deve essere eliminata per sempre l'autorità e l'influenza di quanti hanno ingannato e fuorviato il popolo giapponese facendogli intraprendere una conquista del mondo, perciò insistiamo che un nuovo ordine di pace, sicurezza e giustizia sarà impossibile fino a quando l'irresponsabile militarismo non sarà eliminato dal mondo”. “Concorda con quanto espresso?” era stata la domanda diretta del leader dei comunisti.

Sabato, 30 Maggio 2015 00:00

Incubo europeo

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Incubo europeo

Mi sarò svegliato male, ma sono pessimista circa lo sbocco del tormentone che oppone da mesi la Grecia alle istituzioni di governo europee, ai governi degli altri paesi dell’Eurozona e al Fondo Monetario Internazionale.

Opportunamente è diventato ragionamento diffuso persino sui mass-media italiani che lo scontro è pressoché esclusivamente politico. La Grecia, intanto, in qualsiasi modo esso possa chiudersi, non è in grado di uscire dal tunnel nel quale l’hanno infilata i suoi governi precedenti, l’UE nel complesso delle sue articolazioni esecutive e il FMI, senza una ristrutturazione del suo debito pubblico. La ragione è molto semplice: ciò che la Grecia paga di interessi quando vengono a scadenza i suoi titoli sovrani supera ciò che entra nelle sue casse; quindi se essa fosse un’impresa anziché uno stato avrebbe già portato i libri contabili in tribunale e chiesto l’apertura di una procedura fallimentare. Ho un’impresa indebitata poniamo per 100 milioni di euro, per continuare finanziarla, dovendo pagare ratei di macchinari, materie prime, salari, stipendi, energia, tasse, spendo in interessi alle banche per 20 milioni, in cassa vendendo quello che produco me ne entrano 10, ho speso ormai tutti i

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