Relazioni internazionali, notizie da altri paesi, ingiustizie sparse per il globo.
Immagine liberamente tratta da upload.wikimedia.org
Di Daniel López Gómez
Introduzione e traduzione di Alessandro Zabban
Con un’analisi sarcastica dai tratti amari, Dani, giovane attivista nell’ambito della sinistra madrilena, descrive gli anni della crisi economica in Spagna, vissuta in prima persona. Una crisi che è anche politica e che si è tradotta nell’incapacità della sinistra tradizionale di dare risposte convincenti alle esigenze di una società profondamente sofferente, ma anche nei profondi limiti degli Indignados di convertire in azioni politiche feconde il malcontento generalizzato. È in questo frangente che Podemos, secondo Dani, si propone come una piattaforma che pur all’interno di coordinate politiche nuove, accetta in maniera pragmatica e razionale quei canali e quelle regole istituzionali che le possano permettere di diventare un’alternativa credibile allo status quo.
Podemos è nata dal niente nel Gennaio del 2014. Non era né la coalizione di partiti politici già esistenti né un fronte popolare. Era solo un nome e una nota programmatica: “trasformare l’indignazione in cambiamento politico”. Come fare? Come sostituire depressione, frustrazione e speranze infrante con categorie e concetti politici e con mosse strategiche?
Domenica di elezioni quella appena trascorsa: si è votato infatti per le legislative tunisine, per il rinnovo del parlamento e del mandato presidenziale in Uruguay, per il secondo turno delle presidenziali in Brasile e per il rinnovo del parlamento ucraino.
Il Partito Comunista Giapponese si schiera contro l'intenzione del governo Abe di rivedere il piano di difesa nippo-americano del 1997. Tra le modifiche alle linee guida vi è il tentativo di estendere la cooperazione militare ad aree distanti dal Giappone: un'adesione quindi sempre più rispondente alle esigenze militari degli USA.
Il Nuovo Komeito, partner dei Liberal-Democratici, si è comunque opposto ad un eventuale impiego di truppe nipponiche nello Stretto di Hormuz (possibilità presa in considerazione dallo stesso Abe alcuni mesi fa).
Un'intervista "collettiva" agli attivisti de La Comune del Belgio. Per saperne di più sulle loro attività seguiteli su www.lacomunedelbelgio.altervista.org e su Facebook.
1) La Comune del Belgio nasce quando persone provenienti da paesi diversi e soggetti che operano in ambiti differenti si incontrano su suolo belga e mettono su carta un obiettivo comune: quello di facilitare la convivenza e l'integrazione di persone che arrivano in Belgio per studio, lavoro o per tentare una nuova vita. Volete dirci qualcosa in più su di voi?
Stamattina ho prodotto un aggiornamento, per quel che mi risultava (risalente quasi tutto a sabato scorso), sui notevoli cambiamenti della situazione a Kobanê e sulla crisi dei rapporti Stati Uniti-Turchia, e gli ho aggiunto un'interpretazione, la seguente: la Turchia cede alle pressioni degli Stati Uniti in fatto di aiuti ai combattenti curdi a Kobanê, accetta, dopo aver dichiarato di opporsi, che Kobanê sia raggiunta da combattenti curdi, ma ha ottenuto dagli Stati Uniti che questi combattenti siano peshmerga (curdi iracheni), non militanti del PKK; e in questo modo salva la faccia. Inoltre ho aggiunto che in realtà già da qualche giorno i militanti del PYD (i militanti curdi siriani) ricevono armi e tecnici militari sul terreno da parte degli Stati Uniti. Ma notizie più recenti indicano che le cose sono ancora più grosse, e che l'interpretazione da dare è abbastanza diversa.
Incredibile! Avevo appena chiuso un articolo sulle novità a cui sembra doversi il capovolgimento a favore dei miliziani curdi siriani del PYD della situazione militare a Kobanê e avevo appena azzardato che la situazione medio-orientale avrebbe riservato continue sorprese, che un paio di quelle assai grosse è arrivato.
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