Internazionale

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Lunedì, 08 Settembre 2014 00:00

Quando Mrs. PESC è italiana

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Vittoria. Renzi è riuscito a far accettare Federica Mogherini come Mrs. PESC. Già. Ma una vittoria di Pirlo, dal momento che non è che sia proprio corretto dire che l'Alto Rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza Comune equivale ad un Ministro degli Esteri.

La critica è sempre la stessa: il processo di integrazione europea ha subito forti rallentamenti da un punto di vista politica mentre quella economica schizzava in avanti. Mercato unico, Banca Centrale Europea comune ma non una politica estera comune.

Non cessano di far discutere le intenzioni del governo Abe di estendere l'uso di lavoratori stranieri nel Sol Levante come manodopera a basso costo nei settori in cui i salari troppo bassi non attraggono un numero sufficiente di lavoratori nipponici.
A giugno il governo conservatore ha reso noto la propria strategia per l'aumento del numero di lavoratori stranieri nel Paese (in particolar modo nel settore edilizio) mediante l'utilizzo del Programma di Apprendistato Industriale e Tirocinio Tecnico, un programma originariamente volto a far acquisire competenze tecniche a lavoratori di Paesi in via di sviluppo di modo che questi possano poi impiegare le stesse nella crescita economica delle nazioni di provenienza. Nell'ambito del programma, tuttavia, si sono sviluppate pratiche lavorative di sfruttamento (alcune segnalate anche dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti).

Come è ormai tradizione tre membri del governo Abe (il ministro agli Affari Interni Shindo, il Presidente della Commissione di Pubblica Sicurezza Furuya e la ministra per le Riforme Amministrative Inada) e parlamentari della maggioranza hanno visitato lo scorso 15 agosto il santuario Yasukuni, tempio scintoista che celebra i caduti nelle guerre coloniali intraprese dal Giappone.
Proteste sono state espresse dai ministeri degli Esteri di Cina e Corea del Sud: “soltanto quando il Giappone, onestamente, affronterà e rifletterà a fondo sulle proprie passate guerre di aggressione, compiendo un taglio netto con il militarismo, le relazioni sino-giapponesi avranno possibilità di svilupparsi in maniera sana e stabile” ha dichiarato in un comunicato la portavoce del ministero degli Affari Esteri di Pechino Hua Chunying.

I rappresentanti di sette gruppi di sopravvissuti alle bombe atomiche hanno incontrato lo scorso 6 agosto ad Hiroshima il premier Abe chiedendo che venga ritirata la reinterpretazione dell'articolo 9 della Costituzione restaurando a pieno il carattere pacifista della Carta. Alle sollecitazioni dei superstiti il premier ha replicato affermando di “non aver intenzione di trasformare il Giappone in una nazione in guerra”. Una risposta superficiale per Yukio Yoshiota, rappresentante del gruppo di Hiroshima, sedicenne al momento dello sgancio della bomba atomica sulla propria città.

Intervista realizzata da Luca Onesti e Alessia Bergerone

Dopo la creazione, nel 1948, dello Stato di Israele, e poi dopo la guerra del 1967, una parte della popolazione araba è stata espulsa dal territorio palestinese, vedendosi negata la cittadinanza. Il popolo palestinese oggi è disperso in una diaspora che conta circa 8 milioni di discendenti. La metà di essi è considerata apolide, non avendo cittadinanza in alcun paese. Obai Radwan ha 32 anni, è rifugiato in Portogallo – a Lisbona ha trovato un lavoro e la possibilità di continuare gli studi – ma è originario di Hamama, città palestinese spopolata in seguito alla guerra del 1948 e da cui la sua famiglia è dovuta fuggire.

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