Relazioni internazionali, notizie da altri paesi, ingiustizie sparse per il globo.
Immagine liberamente tratta da upload.wikimedia.org
Parliamo davvero del PKK, cioè del protagonista decisivo della guerra in Medio Oriente contro lo Stato Islamico. È un'organizzazione sorta nel 1981 in Turchia, dopo che il colpo di stato di estrema destra dell'anno precedente aveva annullato i pochissimi diritti linguistici curdi nel sud-est del paese, abitato da 20-25 milioni di curdi, e aveva stabilito che ogni rivendicazione di autonomia territoriale a difesa dell'identità curda fosse considerata reato di “separatismo” e di “offesa dell'identità turca” e passibile anche della pena di morte per impiccagione.
È inopportuno definire “canaglia” uno stato, perché uno stato significa una popolazione, e una popolazione, quando fuorviata da un “governo canaglia”, è come tale oppressa. Ciò detto, l'indecenza criminale e l'impudenza del governo turco sono giunte al colmo. Faccio appello a inventarsi un modo per denunciarne pubblicamente gli atti.
Qualche giorno fa una rappresentante curda mi ha mostrato, su una televisione curda via internet, la ripresa, avvenuta casualmente, di miliziani armati dello Stato Islamico entrati in territorio turco da quello siriano e in spostamento per rientrare in altra parte del territorio siriano. Le nostre televisioni in questi stessi giorni continuano a mostrarci ragazze e ragazzi curdi cui l'esercito turco impedisce di entrare nel territorio curdo siriano attaccato dallo Stato Islamico. Il disegno del governo canaglia turco mi pare, in questo momento, molto semplice: consentire allo Stato Islamico di conquistare la città curdo-siriana di Kobanê e di massacrarne i
Iniziative si sono tenute in tutto il Giappone in occasione, il 26 settembre, della Giornata Internazionale per l'Eliminazione Totale delle Armi Nucleari. “L'esistenza stessa delle armi nucleari è inaccettabile da un punto vista umanitario” ha affermato una delle sopravvissute al bombardamento atomico di Hiroshima nel proprio intervento alla manifestazione tenutasi a Tokyo e promossa dal Consiglio Giapponese contro le Bombe A e H.
In tema di politique politicienne fanno discutere i nuovi ingressi nel governo Abe avvenuti alcune settimane fa. Se da un lato è considerevolmente aumentata la partecipazione femminile all'esecutivo, in patria ed all'estero diversi organi d'informazione hanno reso noti i legami di alcune di queste ministre con gruppi filo-nazisti. Tra i nomi più controversi quello di Eriko Yamatani (a capo della Commissione Nazionale di Pubblica Sicurezza) che sarebbe legata all'associazione xenofoba anti-coreana Zaitokukai e quelli di Tomomi Inada (sostituita alle Riforme Amministrative ma promossa nell'organigramma del PLD) e Sanae Takaichi (Interni) fotografate insieme al leader neonazista Yamada. Le tre politiche liberal-democratiche e lo stesso premier Abe fanno parte del gruppo di parlamentari che sostengono l'associazione Nippon Kaigi, organizzazione negazionista rispetto ai massacri portati avanti dall'impero coloniale giapponese ed esaltatrice del passato militarista del Sol Levante.
L'ottava Conferenza Internazionale dei Partiti Politici Asiatici tenutasi a Colombo nello Sri Lanka ha lanciato lo scorso 20 settembre un appello per il disarmo nucleare: la risoluzione è basata su una proposta presentata dal Partito Comunista Giapponese.
Intervenuto al primo giorno della Conferenza il Presidente del PCG Shii ha sottolineato l'importanza degli strumenti di negoziazione in Asia ed ha ribadito la proposta del suo Partito volta a creare una comunità di pace nell'Asia del Nord-Est: “al fine di fare dell'anno 2015 un punto di svolta nella direzione di un mondo libero da armi atomiche, ci appelliamo alla comunità internazionale affinché inizino negoziati per una convenzione sulle armi nucleari il più presto possibile” ha dichiarato l'esponente comunista.
Stando ai sondaggi nessuna delle due candidature fondamentali alla presidenza federale del Brasile otterrà la maggioranza assoluta dei voti necessaria (almeno il 50% dei voti più uno), quindi sarà necessario un secondo turno elettorale, di ballottaggio tra le due prime due arrivate al primo turno. I più recenti sondaggi dando una prevalenza della presidente federale uscente, Dilma Rousseff, succeduta quattro anni fa a Luiz Lula da Silva: ma insufficiente.
Competono due figure molto diverse tra loro, benché abbiano appartenuto anni fa al medesimo partito, il PT (il Partito dei lavoratori), la forza principale della sinistra brasiliana. È di questo partito (e degli altri partiti della sinistra brasiliana di governo, tra i quali quelli comunisti) la candidatura di Dilma Rousseff, mentre Marina Silva, figura storicamente impegnata sul terreno dell'ambientalismo, è l'altra candidata forte, in quanto di un vasto schieramento di centro-destra, delle organizzazioni imprenditoriali, dei principali mass-media, tra i quali campeggia il gruppo de O Globo.
Articolo di Luca Onesti
A distanza di quasi un secolo fare dei parallelismi può essere fuorviante, se lo si fa strumentalmente soprattutto. Però alcune affinità elettive (per non parlare di certe affinità elettorali), se sono vagliate con quella cartina di tornasole che è l’ironia, possono aiutare a comprendere certi passaggi storici, e a comprendere insieme anche qualcosa del presente. Di politica poi, senza senso dell’humor e del grottesco, non si capisce niente. Salazar. Ascesa e caduta di un dittatore “tecnico” di Marcello Sacco, edito da Besa editrice e acquistabile qui, è un libro, agile e di lettura molto piacevole, che il filo delle corrispondenze storiche riesce a percorrerlo in equilibrio, raccontando la storia e la personalità del protagonista della dittatura fascista più longeva del Novecento, quella portoghese. L’autore, insegnante di italiano, giornalista, scrittore e traduttore dal portoghese, vive a Lisbona da diversi anni e conosce la storia e la cultura portoghese come pochi studiosi italiani; l’intento del libro è quello di tratteggiare una traiettoria politica (che è insieme anche difficile eredità storica di un paese cronicamente “in crisi”) mettendone in risalto i passaggi più interessanti, in una lettura che potrebbe essere adatta a chi di Salazar non ha mai sentito parlare così come a chi della storia recente del Portogallo si interessa a fondo, visti gli spunti di riflessione illuminanti che offre.
Il Becco è una testata registrata come quotidiano online, iscritto al Registro della Stampa presso il Tribunale di Firenze in data 21/05/2013 (numero di registro 5921).