Giovedì, 24 Settembre 2015 00:00

Arabia Saudita, diritti umani e prosciutto sugli occhi

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Eh già. I diritti umani. Ma quali esattamente? Di chi ?
Non è un cinismo incancrenito quello che porta a dubitare che sia effettivamente la volontà di difendere la dignità e il benessere di ogni essere umano quanto piuttosto non solo l’esistenza, ma la tolleranza, il sostegno, a situazioni come quella dell’Arabia Saudita.

Una monarchia secolare. Un paese dove le donne non hanno alcun diritto (Una ragazza non possiede altro che il suo velo e la sua tomba, dice un antico proverbio)e nel quale qualsiasi attività sessuale al di fuori del matromionio eterosessuale è illegale. La severità è tale che gli stranieri che vngono scoprti portatori del virus dell’HIV vengono inmediatamente rimandati in patria.
Un paese, l’Arabia Saudita dove solo nei primi cinque mesi del 2015 sono state eseguite 90 esecuzioni capitali. Un paese che, secondo le dichiarazione del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, ha luogo il terzo maggiore traffico di esseri umani al mondo.

Un paese nel quale Ali Mohammed an-Nimr, ragazzo di appena ventun’anni, andrà incontro ad una condanna a morte per decapitazione per poi essere esposto, a mo’ di pubblico monito, crocifisso nella pubblica piazza. Il ragazzo, già considerato pericoloso in quanto nipote dell’imam Sheikh Nimr Baqr al-Nimr, dissidente sciita vittima per decapitazione della giustigia regia, è stato arrestato nel 2012, quando aveva solo diciassette anni, per aver partecipato ad una manifestazione contro il governo. Sotto tortura e senza alcuna assistenza legale, ha ammesso di aver non solo partecipato ma “addirittura” organizzato la manifestazione e di aver tirato molotov contro la polizia. Da quanto riportato dall’organizzazione Reprieve, l’unica possibilità di salvezza è il perdono del monarca (sempre per restare in tema).

Tutto ciò avviene mentre Faisal Trad, ambasciatore saudita a Ginevra presso le Nazioni Unite, viene eletto alla presidenza di un gruppo di esperti che avrà il compito di vigilare sulle violazioni dei diritti umani nel mondo.

Come accusare di cinismo, quindi, chi non si meraviglia del fatto che la crociata della difesa dei diritti umani venga organizzata contro paesi più scomodi ma non contro gli alleati storici dell’imperialismo a stelle e strisce in Medio Oriente, soprattutto in un momento come questo nel quale la firma di un accordo con l’Iran, potenza sciita, ha messo duramente a rischio la tenuta dei rapporti con la maggiore monarchia del Golfo. In un momento, in aggiunta, nel quale l’Arabia Saudita continua a giocare un ruolo preminente nella guerra al governo siriano di Bashar Al Assad e nel quale la determinazione occidentale a non scendere a compromessi per un superamento della crisi porta le “grandi democrazie” ad ingorare il doppio filo che collega l’Arabia Saudita al Califfato dell’Isis.

Ultima modifica il Giovedì, 24 Settembre 2015 12:07
Diletta Gasparo

"E ci spezziamo ancora le ossa per amore
un amore disperato per tutta questa farsa
insieme nel paese che sembra una scarpa"

Cit.

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