Vai a Bruxelles alla fine della settimana durante la quale la Commissione Europea ha discusso l'accordo del TTIP e resti amareggiata constatando che il disinteresse nei confronti dell'argomento che regna in Italia non è così estraneo oltre le Alpi.

Eppure, il fatto che le discussioni portate avanti dalla Commissione Europea siano segretate e che nella gestione dello scandalo sullo spionaggio da parte dell'NSA sia avvenuta trattenendo al massimo i nervi onde evitare decisioni affrettate e rotture tra le due sponde dell'Atlantico dovrebbero essere dei segnali. E invece no, in Italia quasi nessuno parla del Transatlantic Trade and Investment Partnership, l'accordo che permetterà di creare un'unione doganale tra Europa, Stati Uniti e Canada dando così realizzazione al recondito sogno della “NATO del commercio”.

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Lunedì, 17 Marzo 2014 00:00

Dal lato della lista Tsipras

Abbiamo da tempo iniziato un riflessione su cosa è l'Europa oggi e come dovrebbe cambiare; approfittando delle elezioni europee abbiamo dato spazio alle varie posizioni della sinistra italiana (alcune pubblicate sul cartaceo che verrà messo in rete a giorni). Questa è una delle opinioni raccolte.

Il merito della lista, in vista delle elezioni europee, L'altra Europa con Tsipras, è indubbiamente di avere rotto l'incomunicabilità tra le differenti voci e strutture della sinistra e di averle impegnate unitariamente. È qui la possibilità (purtroppo, non la certezza) di un'inversione di tendenza rispetto ad anni e anni di scissioni, sino alla sostanziale inesistenza di quasi tutti i gruppi politici, con la sola eccezione di Sinistra Ecologia e Libertà, tuttavia anch'essa, alla fin fine, giunta a condizioni di pre-estinzione, o all'obbligo, che significa lo stesso, di subordinarsi, cappello in mano, al PD di Renzi, cioè a un partito ormai

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Martedì, 11 Marzo 2014 07:32

Ucraina, Europa e la sfida demolibertaria

Caratteristica della nostra rivista è il confronto tra punti di vista anche profondamente diversi tra loro. Sulla crisi Ucraina abbiamo già pubblicato un articolo e con stasera diamo spazio ad un'altra visione, diversa ma ugualmente utile al dibattito.

Il 21 novembre, dopo il rifiuto dell’ex presidente Yanukovich all’adesione dell’accordo di associazione con la UE (che prevedeva l’abolizione delle frontiere, anche doganali, e degli aiuti) a favore di un accordo con la Russia di Putin, la maggioranza del popolo Ucraino è sceso in piazza per protestare.

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Venerdì, 28 Febbraio 2014 00:00

Europa: cambiare partendo da sinistra

Il video dell'iniziativa qui

Mettiamo una sera a Firenze un filosofo francese, un giornalista greco ed un'amministratrice italiana. Sembrerebbe quasi l'inizio di una bella storia ma altro non è stata che l'iniziativa organizzata dalla federazione fiorentina di Sel mercoledì 26 febbraio all'Sms di Rifredi: “Democratica e solidale. L'Europa giusta”. Un bell'incontro con relatori che non capita di incontrare tutti i giorni: il filosofo francese Yves Charles Zarka, il giornalista greco Argiris Panagopoulos e Cecilia D'Elia, membro del coordinamento nazionale di Sel.

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Mercoledì, 26 Febbraio 2014 00:00

Gallino: il colpo di Stato di banche e governi

“Il colpo di Stato di banche e governi. L'attacco alla democrazia in Europa”, L.Gallino, Einaudi, pp.352, euro 19,00.

Qualcuno li ha chiamati “tempi interessanti” (rif. omonimo saggio di Žižek), ma è fuor di dubbio che oggi si sia nel bel mezzo di un periodo ambiguo, concitato e sicuramente confuso. Sono in primis le classi dirigenti occidentali a ricordarcelo, continuando ad alternarsi ai vertici dei governi europei e dimenandosi come pesci fuor d'acqua ai governi, riducendo sempre più le differenze tra destra e sinistra (che pur ci sono), generando mostri politici e poi redigendo leggi sempre più restrittive dal punto di vista democratico-partecipativo per comprimere quei mostri e le sparute forze del dissenso: il maggioritario, gli sbarramenti, il doppio turno, la personalizzazione della politica, il liquefarsi dei partiti ecc. Il tutto avviene in presenza di un tasso di astensionismo inesorabilmente in crescita che fa pensare alle prossime europee con inquietudine, poiché difficilmente avremo risultati confortanti da questo punto di vista.

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Martedì, 25 Febbraio 2014 00:00

Ucraina: media e disinformazione di massa

Di come in questo Paese si affrontano le tematiche di politica estera ci siamo spesso lamentati: un disinteresse latente e fortemente diffuso è il campo perfetto in cui coltivare, a suon di disinformazione o notizie distorte, una coscienza completamente alterata di quello che avviene nel mondo.

In questi giorni i telegiornali si sono occupati largamente della crisi ucraina, mettendo in atto alla perfezione i precetti del buon giornalista al soldo dell'imperialismo. Il dramma di una società sull'orlo di una guerra civile è stato ridotto allo scontro tra la popolazione, oppressa dal governo filo russo, che

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«Belfast offrirà una cornice spettacolare ed apporterà qualcosa di molto speciale alla storia di questa corsa già mitica»Michele Acquarone rilascia questa dichiarazione a inizio 2013, quando è ancora direttore di RCS Sport (organizzatrice dell'evento), per annunciare la partenza da Belfast del Giro d'Italia n°97 (maggio-giugno 2014). Probabilmente il riferimento è al "cielo di Irlanda" cantanto dalla Mannoia o alle suggestioni che evoca il trifoglio nell'immaginario italiano.

Le polemiche che sono scoppiate attorno all'evento sportivo, ad un anno di distanza dall'annucio, non riguardano però la cultura celtica. E neanche le vicende che hanno portato al licenziamento di Acquarone. È la ferita dell'Ulster (le contee settentrionali rimaste sotto il controllo britannico) che continua a sanguinare. A ricordare il problema della questione irlandese sono state le dichiarazioni dell'onorevole Anna Lo, dell'Alliance Party (partito moderato di orientamento liberale), che ha proposto di rimuovere dal tracciato del Giro d'Italia le bandiere e i murales di Belfast (che caratterizzano la città), perché legate a un passato di guerra.

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Discutere di Europa, oggi, in Italia, non è affatto facile. Da una parte abbiamo gli anti europeisti intransigenti, coloro che vorrebbero rigettare qualunque trattato ed uscire immediatamente dall'Euro (quali potrebbero essere le conseguenze non è un dato preso in considerazione). Dall'altra ci sono quelli si sono arresi all'evidenza dei fatti e sono stati costretti dalla realtà a cominciare ad accennare qualche critica alla costruzione europea così come la conosciamo oggi. Finanziarizzazione selvaggia, rincorsa all'ultima respiro del pareggio di bilancio e del contenimento dell'inflazione ne hanno fatto una gabbia opprimente che, di fatto, affama i grandi numeri e lascia indisturbata le minoranze agiate.

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Lunedì, 27 Gennaio 2014 00:00

Europa: gli Economisti Sgomenti a Firenze

La sede era una delle più prestigiose a Firenze: la Badia Fiesolana che ospita l'Istituto dell'Università Europea è un edificio magnifico circondato dalle verdi colline fiorentine. In netto contrasto con l'ufficialità e la suggestione trasmessa dalla locazione, la partecipazione e la familiarità dei molti ragazzi accorsi all'evento "Can Europe Change? Les Economistes Atterrés at EUI" organizzato dal Collettivo Prezzemolo in collaborazione con Sbilanciamoci!. La presenza di tanti ragazzi e la loro partecipazione sono di per sé una chiara indicazione di quello che dovrebbe essere l'approccio alle tematiche europee: non quello odorante di populismo che caratterizza la strumentalizzazione dei media bensì quello impregnato della consapevolezza che il tema discusso influenza direttamente la nostra vita quotidiana e le possibilità che abbiamo di cambiare lo stato delle cose.

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Le elezioni europee di maggio sembrano rappresentare - fuori tempo massimo – l'ultima occasione per una sinistra debole, frammentata per linee ideologiche e visioni del mondo differenti.

Proprio le differenze sembrano acuirsi tanto più che le organizzazioni politiche diventano magre, povere di iscritti, voti ed insediamento sociale: in una parola assenti dall'immaginario collettivo.

Anche se la formazione di un'unica lista non è affatto garanzia di superamento dell'iniquo ed ingiustificabile sbarramento, più liste nel medesimo spazio politico rappresentano la certezza che nessuna di esse sarà in grado di eleggere.

Pubblicato in Sinistre

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